“Resto agli Uffizi”. La risposta di Eike Schmidt al Kunsthistorisches Museum di Vienna
Nonostante in passato avesse palesato l’intenzione di lasciare la guida del museo fiorentino, Eike Schmidt ha deciso di restare gli Uffizi. A breve avrebbe dovuto insediarsi come direttore del prestigioso museo austriaco
Un giorno dal clima molto tiepido fin dal mattino, questo primo settembre viennese. Eppure Alexander Schallenberg, ministro austriaco per l’arte e la cultura, un brivido di freddo l’ha provato di certo. Forse più d’uno, causa una improvvisa secrezione di adrenalina dagli effetti – ahilui! – tutt’altro che salutari. Gliel’ha gentilmente offerta con una semplice telefonata Eike Schmidt, il neo-direttore artistico designato alla guida del prestigioso Kunsthistorisches Museum di Vienna (KHM), quando manca un mese esatto al suo insediamento ufficiale. Dopo i convenevoli di rito, il succo della telefonata da parte del chiamante è stato questo: “non aspettatemi più! Resto agli Uffizi di Firenze”. Comunicando alla stampa il clamoroso rifiuto in extremis di Schmidt, il flemmatico ministro Schallenberg ha definito la cosa come “non professionale e senza precedenti”.
EIKE SCHMIDT RESTA AGLI UFFIZI DI FIRENZE
Che dire? Un vertiginoso colpo di scena da togliere il fiato, dopo che aveva fatto molto parlare di sé l’episodio – da noi più volte raccontato – delle improvvise, clamorose e mai chiarite, dimissioni di Schmidt, neppure due anni dopo – primavera 2017 – aver assunto l’incarico di direttore delle fiorentine Gallerie degli Uffizi, complesso museale tra i più importanti al mondo. E questo, guarda caso, proprio per approdare allo storico Museo viennese, un fatto interpretabile come una sorta d’inarrestabile ascesa verso il successo personale, camuffato in seguito con qualche acrobazia retorica da certi retroscena politici sul versante italiano.
IL FUTURO DEL KUNSTHISTORISCHES MUSEUM DI VIENNA
Salta così l’agenda del KHM, dopo aver ormai liquidato per decisione del ministero la direttrice Sabine Haag, già in carica da dieci anni, equivalenti a due mandati quinquennali e, a suo tempo, in attesa – andata delusa – di un terzo mandato, considerati gli ottimi risultati riscossi nella gestione della ricca istituzione museale, comprese le mostre di alto profilo sostenute durante questi anni. Da Diego Velazquez a Peter Paul Rubens, dalla ritrattistica di Albrecht Dürer a Lucas Cranach e Hans Holbein… Poi le ultime due: Peter Bruegel, che raccoglieva addirittura i tre quarti di tutte le sue opere pittoriche, e un’indimenticabile antologica di Mark Rothko. Infine, l’imminente, attesissimo esperimento ibrido con Bernini & Caravaggio, in partenza dal 15 ottobre prossimo. Ora, pare sia già stata pregata la “brava” Sabine Haag, con un incarico ad interim, di far veleggiare il KHM verso l’orizzonte della futura dirigenza, che scaturirà da un concorso in piena regola. Accetterà, lei? A stretto giro d’opinioni, pare non ci siano dubbi. Ma tra due super musei globali questa volta ad avere la meglio è quello italiano: che si tiene un direttore di grandissimo pregio.
IL COMMENTO DEL MINISTRO DARIO FRANCESCHINI
“Nel settembre del 2017 il direttore degli Uffizi, Eike Schmidt, ha dichiarato alla stampa di aver accettato la direzione del Kunsthistorisches Museum di Vienna per 5 anni a partire dal 2020”, ha dichiarato il Ministro dei Beni Culturali Dario Franceschini. “All’inizio di questo mio nuovo mandato il direttore mi ha invece comunicato la sua disponibilità a restare alla guida degli Uffizi per altri 4 anni. Gli ho risposto che per prendere in esame la sua riconferma, consentita dalla legge, avrei avuto necessità di sapere che questa decisione non avrebbe creato alcun problema con l’Austria e il governo austriaco. Sono in attesa di avere da lui piena chiarezza su questo”.
– Franco Veremondi
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