Si conclude il Bicentenario del Museo Prado di Madrid: tutti i numeri e un bilancio
Numeri da record per il Bicentenario del Prado. L’anno celebrativo del grande museo spagnolo si conclude con un ottimo bilancio
“Un museo migliore, in una Madrid migliore e in una Spagna migliore. Abbiamo vinto così la sfida del Bicentenario, un evento che resterà nella storia del nostro museo”. Sono parole di Javier Solana, presidente del consiglio di amministrazione del Museo del Prado, al termine del lungo programma di festeggiamenti durato tredici mesi. Concluse le manifestazioni per i duecento anni del Prado (19 novembre 1819 – 15 dicembre 2019), il bilancio è dunque più che mai soddisfacente. Da record è già la cifra totale dei visitatori: 3 milioni e 335.685, dei quali più di 3milioni di persone sono entrate nelle sale della collezione permanente, mentre il resto ha visitato le mostre temporanee e gli eventi espositivi organizzati dal Prado in tutta Spagna. Un’affluenza di pubblico che ha superato del 10.12% quella del 2018 e soprattutto ha surclassato le cifre del 2016, anno record per i cinquecento anni di Jeronimos Bosch, il pittore fiammingo del quale il Prado possiede il maggior numero di opere al mondo.
L’AFFETTO DEGLI SPAGNOLI E IL RECORD DI TURISTI
Mediamente, dunque, passano al botteghino del museo più di 8mila persone al giorno. Fra i dati di affluenza del 2019 spicca l’alta presenza di turisti italiani, che rappresentano il 9,02% del totale degli stranieri, superati soltanto di poco dagli statunitensi (9,96%). Grazie alla stampa spagnola e internazionale poi – che ha dato una copertura straordinaria agli eventi grandi e piccoli organizzati dal Museo – ma soprattutto attraverso le reti sociali e la pagina web del museo, ad alto contenuto tecnologico, il bicentenario del Prado è arrivato ovunque nel mondo, dalla China all’Australia. “È stato premiato il lavoro fatto in duecento anni”, ha dichiarato Miguel Falomir, direttore del museo insieme ad Andrés Ubeda, responsabile delle attività scientifiche e a Marina Chinchilla, direttrice amministrativa. Falomir ha elogiato il contributo di tutti i lavoratori del museo. “Nell’aria si percepisce l’esito favorevole del Bicentenario e soprattutto l’affetto dimostrato dalla gente nei confronti del museo. Il nostro obiettivo era arrivare alla società attraverso un’offerta ampia e diversificata, per fare conoscere meglio la nostra istituzione. La soddisfazione più grande è stata vedere lo sforzo che le 16 comunità autonome, e le città di Ceuta e Melilla, hanno fatto per accogliere le opere del Prado (progetto itinerante De Gira por España ndr.) e la una reazione spontanea di entusiasmo che hanno suscitato nella cittadinanza. A Teruel, per esempio, un’opera di Tiziano è stata vista dal 30% della popolazione”. Record di visitatori significa anche record di incassi. Malgrado il 50% circa degli ingressi siano gratuiti (soprattutto per l’affluenza durante la fascia oraria giornaliera di visita con biglietto omaggio), anche gli introiti del Bicentenario sono stati eccezionali. Grazie a ciò, il 54,5% dei costi sono stati coperti dai ricavi diretti del museo (5milioni e 174mila euro), mentre il restante 45,5% è stato finanziato da sponsor e patrocini.
UNA SFIDA VINTA, NUOVI PROGETTI DA REALIZZARE
Nonostante l’instabilità politica del Paese, la direzione del Prado ha saputo affrontare con professionalità e buona gestione la sfida del Bicentenario, allestendo un programma ambizioso e attraente. Un centinaio le attività proposte tra eventi effimeri, di carattere più popolare, incontri professionali e sei grandi mostre temporanee. Negli annali del Prado il 2019 resterà come l’anno in cui per la prima volta Giacometti è entrato nella galleria centrale con le sue stilizzate figure in bronzo; quello in cui l’Annunciazione di Beato Angelico è tornata a risplendere insieme ai capolavori del Quattrocento italiano; gli olandesi Rembrandt e Vermeer hanno intessuto un dialogo affascinante con Velázquez e Zurbarán; tutto Goya, disegno per disegno, è stato riunito in una sola mostra; e nel quale, infine, per la prima volta due donne italiane del Cinquecento, Sofonisba Anguissola e Lavinia Fontana, hanno portato la sensibilità pittorica femminile, unita ad un coraggio da pioniere, all’interno di un ambiente artistico a dominazione maschile. Il futuro del museo si chiama Salón de Reinos, una complessa ma entusiasmante sfida per completare gli spazi del cosiddetto Campus Prado, ossia l’insieme degli edifici che ospitano il museo. Il progetto di Norman Foster, già approvato, è in attesa degli stanziamenti economici da parte dello Stato spagnolo, tuttora in attesa di un governo stabile. “Il museo è un luogo vivo, in continua evoluzione, che deve essere costantemente attualizzato”, conclude il direttore Falomir. “Ha bisogno di un ampliamento, per far ammirare al pubblico trecento dipinti circa che restano ancora nei depositi del museo. Non si tratta di un capriccio, ma di una necessità impellente”.
– Federica Lonati
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