Il video di Fabrizio Lucherini sul Coronavirus. Il medico-collezionista romano inanella falsità
Non si sa dove passi il confine tra l'ignoranza su quanto sta accadendo e la voglia irrefrenabile di mettersi in mostra e raggranellare visibilità. Il risultato però, quando si diffondono fesserie in un contesto di emergenza, può essere devastante
Nell’immancabile sciocchezzaio dell’epidemia, non potevano di certo evitarci il tipico medico dei Parioli che – pur non lavorando per il servizio sanitario pubblico ma esclusivamente per cliniche private – gira un video in cui insulta i politici, si spertica in parolacce contro i tagli alla sanità e condisce il tutto con un po’ di sano negazionismo mescolando gravissime fake news, profonde inesattezze e inopportuni inviti alla serenità nel bel mezzo di una pandemia che sta mettendo in ginocchio l’intero pianeta Terra.
FABRIZIO LUCHERINI. COLLEZIONISTA E MEDICO
Perché ne parliamo? Non solo perché il video in questione ha avuto una quantità inverosimile di rilanci totalizzando milioni di visualizzazioni, ma anche perché il protagonista – il medico appunto – è anche un collezionista d’arte contemporanea piuttosto noto quanto meno a Roma e inserito in alcuni milieu culturali capitolini. Gli stessi milieu che, nei commenti, inneggiano al “genio” e al “numero 1” nei confronti di chi invece contribuisce a diffondere informazioni errate e potenzialmente molto molto pericolose. Stiamo parlando di Fabrizio Lucherini, tra le altre cose nipote della compianta Bianca Attolico scomparsa non da molto.
FABRIZIO LUCHERINI: IL FILMATO VIRALE
Cosa ha combinato Lucherini? Nulla di diverso da molti altri in queste settimane: ha semplicemente girato video zeppi di fesserie per ingannare il tempo o per cercare visibilità. Il guaio è che l’ha trovata. Vuoi la calata che fa tanto Roma nord, vuoi la sceneggiata che sempre funziona del presunto malato di Coronavirus che si sfoga da casa, vuoi che minimizzare il problema è alla fin fine ciò che la gente vuole sentirsi dire, ecco apparecchiato l’innesco virale del contenuto: milioni e milioni di visualizzazioni, ospitate in trasmissioni radio e tv con altri milioni di ascoltatori, dirette Instagram e articoli su decine di siti e blog. Risultato? Alcune centinaia di migliaia di persone probabilmente oggi credono alle sciocchezze che ha raccontato Fabrizio Lucherini senza che nessuno abbia osato smentirlo.
IL FILMATO PIENO DI FESSERIE DI LUCHERINI
Quali sciocchezze? Proviamo ad approfondirne solo alcune perché la lista sarebbe lunghissima. Innanzitutto Lucherini dice che i dati sono falsi perché non essendo stata testata tutta la popolazione, è impossibile sapere quale è la percentuale di morti che oggi sembra molto alta. Come se non bastasse l’enfasi delle parole e delle parolacce, per dare maggior forza alla sua affermazione Lucherini spiega che invece in Germania, in Corea e in Giappone la popolazione è stata “tutta” sottoposta a test e così il problema è stato risolto. Ovviamente tutto questo è più fasullo di una banconota da 7 euro! La Corea ha applicato una strategia molto precisa di testing e di tracciamento dei sintomatici e dei sospetti e non ha fatto di certo tamponi a casaccio a tutti quanti; quanto alla Germania e soprattutto al Giappone hanno semmai il problema opposto: pochissimi tamponi. Secondo Lucherini, poi, l’emergenza in questi paesi sarebbe durata un mese, ce lo racconta nel video col ditone curvo alla Alberto Sordi, “un mese”, ripete, “e ora stanno tutti per strada”. Peccato che i paesi orientali siano ancora in piena emergenza, non per nulla in queste ore il Giappone è stato costretto a rimandare di un anno il più grande evento sportivo globale: le Olimpiadi.
C’È QUALCOSA DI SERIO NEL VIDEO DI LUCHERINI?
Sia chiaro, che in Italia si facciano troppi pochi test limitandosi alle persone con sintomi assai evidenti è fuori di dubbio e la strategia è in fase di evoluzione e affinamento in queste ore, ma da qui a pensare che si debbano fare tamponi a tutti con l’obbiettivo di dimostrare una “bassa” mortalità di questa infezione ce ne vuole di fantasia. Anche perché secondo Lucherini un tasso di mortalità basso equivale all’1,5%. Nel video, da medico, dice proprio così. Minimizzando. Questo 1,5% nella sua narrativa è qualcosa che deve farci stare “tranquilli” e “calmi”. Beh, vediamo: se, come si prevede, prima o poi si infetterà fino al 70% della popolazione, solo in Italia (solo in Italia!) parliamo di 42 milioni di persone, che con la tranquilla mortalità all’1,5 di Lucherini fanno circa 600mila persone morte ammazzate di polmonite. Così, tranquillamente.
LUCHERINI PARLA DI MORTALITÀ, MA IL PROBLEMA NON È LA MORTALITÀ
Ma il problema non è neppure questo, perché questa malattia che sta mettendo al muro il mondo non pone un problema di mortalità (sebbene i numeri siano quelli che dicevamo sopra), bensì pone un problema di autentico e ingestibile smottamento del sistema sanitario. Covid-19 non è la Sars o l’Ebola che dove passa uccide, ha un comportamento più subdolo e le conseguenze sono gravi sugli ospedali e tutta la rete che li tiene in piedi. Significa in estrema sintesi che il dato della mortalità non ci serve a nulla per analizzare il fenomeno, è uno specchietto per le allodole alto o basso che sia, perché se il sistema sanitario va a gambe all’aria, il problema non sarà di certo morire di Coronavirus, bensì di qualsiasi complicazione di qualsiasi altro tipo rispetto alla quale non si potrà ricevere cura. Infarti, ictus, diabete e mille altre patologie non potranno essere prese in carico da nessuno giusto per fare un esempio. Solo Lucherini e i suoi entusiasti seguaci (purtroppo molti protagonisti del mondo dell’arte romano tra questi) non hanno capito che è su quel campo che si gioca la partita non su quello della mortalità che è una mera e inutile percentuale algebrica.
FABRIZIO LUCHERINI: ALTRE SIMPATICHE FREGNACCE
Ma Lucherini continua. Ci spiega ad esempio che è una follia aver “chiuso un paese”, non sapendo o facendo finta di non sapere che in tutto il mondo i paesi sono stati chiusi. Da New York a Shanghai, le città più potenti del mondo hanno chiuso clamorosamente bottega; ieri Londra, dieci giorni fa Parigi e Madrid. Nelle prossime ore verrà chiusa l’intera India: un miliardo e trecento milioni di persone chiusi in casa per rispondere a soli 500 casi, non 70mila come in Italia. Ma perché si sarebbe fatta la “follia” di chiudere una intera nazione come l’Italia? Anche su questo Lucherini ha la risposta pronta: perché non si possono fare i tamponi a tutta la popolazione (cosa insensata e impensabile) visto che sono stati effettuati tagli alla sanità. Altra plateale panzana, detta tra una parolaccia e l’altra contro “i politici” (che funziona sempre per prendere like), visto che i test hanno un costo contenuto (30 euro l’uno) e visto che il motivo per cui si effettuano solo a persone con sintomi gravi è semmai ideologico – come spiega perfettamente qui il prof Crisanti – e non certo economico.
OLTRE IL VIDEO VIRALE, GLI ALTRI VIDEO VOLGARI DI LUCHERINI
Fin qui il video diventato ultra-virale. Ma sul profilo Instagram di Lucherini non c’è solo questo filmato. Ce ne sono altri in cui si ripetono fandonie sulla mortalità del virus (che, ripetiamolo, non è il cuore della questione, anzi), in cui si spiega elegantemente ai giovani che è molto più probabile morire di “un coccolone durante una trombata” e dove si invita continuamente alla tranquillità spiegando che “nessuno” sotto i 65 anni morirà per il virus. Purtroppo i dati raccontano ogni giorno di centinaia e centinaia di morti (e sono solo quelli ufficiali) e tra questi svariati quarantenni, cinquantenni e sessantenni, per tacere di qualche trentenne completamente scevro di altre patologie o problemi pregressi. Stiamo vivendo una situazione che è osceno minimizzare. Che lo faccia un medico è osceno doppiamente. Che lo faccia inscenando dei volgari cabaret è osceno tre volte. Speriamo che Lucherini spieghi a milioni e milioni di persone che purtroppo sono state raggiunte dalle sue inesattezze e falsità che stava semplicemente cazzeggiando come è solito fare sui suoi social. Se non glielo possiamo chiedere in quanto medico (a proposito, ma esiste un Ordine in quel settore?), in quanto testata d’arte glielo chiediamo in quanto collezionista.
– Massimiliano Tonelli
LA REPLICA DI FABRIZIO LUCHERINI CHE RICEVIAMO E VOLENTIERI PUBBLICHIAMO
Caro Tonelli,
Mi permetto di darti del tu in virtù del fatto che ci conosciamo personalmente essendoci incontrati in passato in diverse manifestazioni od opening artistiche, se non addirittura in alcuni cene ospiti di mia sorella Benedetta che conosci benissimo.
Credo di averti visto anche al funerale di mia zia Bianca Attolico, magari mi sbaglio.
All’indomani del video virale che, credimi ha sorpreso tutti e me per primo, mi aspettavo certamente numerose critiche; ma la sorpresa più grande è stata scoprire che la critica più feroce veniva effettuata da una rivista specializzata nel campo dell’ Arte, Artribune, di cui peraltro ricevo regolarmente le newsletter, e di cui dirigi i contenuti.
Vedo appunto che ti sei piuttosto documentato sulla mia vita privata e professionale.
E su entrambe nel tuo articolo emergono numerose fregnacce, (il termine l’hai usato tu) sulle quali, se mi permetti, desidererei un diritto di replica.
Che gradirei anche pubblicata sulla tua rivista, come si confà in testate serie.
Sai Tonelli, come si suol dire, avere un fregnacciaro al duol, scema la pena.
Partirei col chiarirti alcuni aspetti della mia vita privata e professionale che nel tuo articolo traboccano di inesattezze o, se preferisci, fregnacce appunto.
Per quanto concerne la mia passione per il collezionismo di arte contemporanea, ti informo che sono ormai diversi anni che ho interrotto la frequentazione del cosiddetto mondo dell’arte, o come lo definisci tu, milieu, in quanto non ne condivido la deriva un po’ glamour che quantomeno nel mondo romano negli ultimi anni l’ha contraddistinta.
Preferisco pertanto tornare qualche giorno dopo da solo a vedere una mostra in tutta calma e tranquillità.
Dopodiché è sicuramente vero che esercito la mia professione di medico radiologo in tre cliniche private romane; di questo peraltro sono assolutamente orgoglioso stante il fatto che le case di cura non sono esattamente degli istituti caritatevoli ma strutture evidentemente a scopo di lucro che si avvalgono di quei professionisti che considerano eccellenze nel loro campo; il fatto di essere stato da loro scelto per lavorare all’interno è certamente per me un motivo di vanto.
Quello che invece non sai è che dirigo anche il Dipartimento di Radiologia del Nomentana Hospital sito in località Fonte Nuova, vicino Mentana, dove mi reco due volte a settimana e uno studio situato ad Anguillara Sabazia; anche in quest’ultima mi reco due volte a settimana da 25 anni.
Converrai, Tonelli, non esattamente Piazza Navona o via Condotti.
Ed entrambe strutture convenzionate.
Ti consiglio pertanto nel futuro, qualora dovessi scrivere articoli su persone e sulle loro attività professionali, con taglio volgarmente sprezzante, di informarti in maniera più adeguata.
A raccontare bufale sulle persone si rischiano le querele.
Ma non da me, tranquillo, a me piace rispondere sul campo.
In quasi tutte le strutture in cui lavoro abbiamo avuto negli ultimi tempi casi di Covid.
Che molti di questi casi, pensa ho refertati proprio io.
Devi sapere caro Tonelli che i professionisti più esposti a rischio contagio per quanto strano ti possa sembrare sono proprio i radiologi ed i tecnici di radiologia, che imbattono sul paziente in maniera diretta, essendo coloro che fanno le diagnosi attraverso una radiografia del torace o una TC.
Pensa Tonelli, un paio di settimane fa, quando tu già stavi rinchiuso in casa in totale sicurezza, probabilmente cagandoti un po’ sotto, magari a prendere il sole in terrazzo viste le belle giornate…io ero proprio lì a parlare con pazienti che poi si sono dimostrati contagiati.
All’insorgere di alcuni sintomi come tosse, febbre, ma anche congiuntivite e perdita di gusto e olfatto che, come saprai, sono diventati sintomi tipici da coronavirus, ho ritenuto opportuno togliermi di mezzo ed entrare in autoisolamento in una piccola casetta prestata da un amico, lontano dalla mia famiglia.
Questo, giusto per chiarire quella che tu definisci “il presunto malato di coronavirus che si sfoga da casa”.
Sai Tonelli, se devi parlare della mia vita professionale, prima assicurati di aver fatto verifiche attendibili, che non sai né di che parli, né di chi stai parlando.
È vero, non ho effettuato il tampone ma non perché non avessi voluto farlo, ma perché mi è stato risposto dalle ASL competenti che il mio unico compito era di restare buono a casa, in attesa di capire l’evoluzione del mio quadro clinico.
Ti informo che gli infettivologi convergono tutti nel pensare che il paziente con iniziali sintomi da Covid 19 sia opportuno trattarli da subito, ed evitare il peggioramento del quadro; proprio perché può diventare irreversibile.
Che è esattamente il contrario di ciò che applica il nostro Stato che viene a recuperarti solo in condizioni di avanzata dispnea.
Lo Stato, che ci dovrebbe proteggere, in sostanza ci dice proteggetevi da soli, che io non sono in grado.
Ti lascio pertanto immaginare la mia preoccupazione alcune notti che avevo la sensazione di respirare un po’ a fatica.
Ma ora ti tranquillizzo, mi sento effettivamente molto meglio, e qualunque cosa io abbia avuto, lascio a te giudicare che cosa, mi sembra di averlo superato.
Tutto questo premesso, arriviamo a parlare dei dati che mi contesti.
Caro Tonelli, in realtà più che con me dovresti prendertela con tutto il mondo scientifico della virologia, che converge nel ritenere la mortalità del coronavirus decisamente bassa.
Ti rimando in questo senso agli studi della più autorevole virologa del mondo che è la Professoressa Capua, una delle eccellenze italiane migrate all’estero.
Io non faccio altro che riportarlo.
Ti informo inoltre che non sei stato attento, ma non me ne meraviglio, nel riguardare i miei video su Instagram che consideri “volgari”.
Ebbene Tonelli, nel video in cui mi critichi le percentuali di mortalità, io faccio riferimento, e lo dico più volte, ai miei contatti su Facebook, che non sono molti e hanno una fascia di età tendenzialmente giovane, ovvero tra i 30 e i 60 anni e sono sani ovvero non portatori di particolari morbilità.
Che tu ci creda o no, ma devi crederci, e perché no, fartene una ragione, tutti gli studi epidemiologici su questa fascia di età e sane, ritengono che la mortalità sia bassissima; ed in un momento di grande psicosi e di paura, ho ritenuto opportuno magari informare in maniera un po’ leggera e tranquillizzare i miei amici, che spesso e volentieri sono anche miei pazienti, che non è assolutamente vero che la parola contagio equivale alla parola morte come l’attuale comunicazione mediatica sembra affermare.
Aver raggiunto il mio scopo, ovvero tranquillizzare, come apparentemente emerge dai loro giudizi sul video, è per me motivo di orgoglio.
Se avessi avuto un audience di amici 80enni, avrei usato altre parole, credimi.
Che poi, solo tra qualche anno potremmo davvero dare concreti numeri sulla mortalità ecc ecc, oggi sono solo previsioni.
Ma se saranno confermati, non mancherò di riscriverti, certo di farti cosa gradita.
Relativamente al video virale, caro Tonelli, non perderò moltissimo tempo a sottilizzare tutte le cose che mi contesti.
Considera che è stato un video fatto lì per lì ascoltando il Tg delle 20, arrabbiato dalle modalità con cui la Protezione civile sciorina numeri….e che certamente in quei due minuti di video non si potevano specificare in maniera dettagliata i comportamenti di tutti gli Stati nei confronti del problema Covid.
Per onor di cronaca, caro Tonelli, lo stesso Borrelli ha ammesso che quei numeri non sono attendibili, stante la grande maggioranza di asintomatici.
Quindi…perché non scrivere una bella lettera anche a Borrelli , non trovi?
Il video tra l’altro era diretto solo alle poche centinaia di miei contatti, il mio profilo Facebook è infatti chiuso.
Come sia uscito, non so, forse attraverso il meccanismo delle condivisioni.
Che ci sia qualche inesattezza è certamente possibile.
Dispiace rilevare tuttavia che una personalità del tuo livello culturale ed esperto di comunicazione, non abbia colto ciò che invece hanno colto circa 2 milioni di persone che lo hanno guardato , del cui giudizio positivo tu sembri avere un ingiustificato disprezzo.
Tra questi, anche amici comuni del mondo dell’arte di cui ti rammarichi della approvazione; evidentemente anche loro dei fregnacciari, per la proprietà transitiva.
Vedi Tonelli, essendo io stesso il primo ad essere rimasto molto sorpreso del successo del video, mi sono appunto domandato del motivo per cui avesse avuto questa enorme visibilità.
La risposta me l’hanno data le centinaia di lettere che ho ricevuto privatamente da parte soprattutto di medici , molti dei quali di chiara fama, e dagli operatori del settore sanitario, che , malgrado la violenza del messaggio, ne hanno apprezzato i contenuti; che, qualora non l’avessi ancora capito, (piuttosto strano da una mente di qualità come la tua), muovono in maniera dura un’accusa molto forte ad uno Stato che ha lasciato la Sanità pubblica sola, abbandonata, e falcidiata da tagli continui da parte della politica.
Stato che nell’emergenza, non è nemmeno in grado di ottemperare a mascherine o ventilatori, o reagenti per leggere i tamponi.
Non lo dico io, vai a vedere come si sentono abbandonati i colleghi in Lombardia.
Questo era il messaggio.
Questo è stato il motivo del suo successo.
Non è difficile capirlo.
Non può essere un caso che sia stato condiviso ed apprezzato da un così alto numero di persone.
Che poi, a dover analizzare la vicenda, o sono pazzi e fregnacciari milioni di persone, o sei faziosamente appannato tu.
Nella immensa esaltazione del tuo ego, non ho dubbi sulla risposta che ti darai.
Se mi dedicherai una piccola parte del tuo prezioso tempo te le farò leggere queste mail, così da schiarirti un pochino le idee; che evidentemente la strana situazione attuale che stiamo vivendo ti ha un tantino condizionato.
Lo capisco, sono tempi duri per menti fragili ed insicure.
Che un’altra voce drammaticamente dimenticata dalle Istituzioni è proprio quella di cui fai parte, ovvero la Cultura.
In uno Stato serio, Sanità, Cultura ed Istruzione dovrebbero essere il punto iniziale su cui costruire le proprie fondamenta.
Ed invece di perdere tempo con me, fai un bell’articolo contro i politici ( non perché funziona in termini di like…caro, il mio Tonelli), in cui davvero ti indigni di quanto male sei costretto a lavorare ed operare nel tuo settore.
Perché per fare certe cose, caro Tonelli, bisogna metterci la faccia ed avere coraggio.
O il massimo che puoi fare è scrivere un articolo dedicato a un medico radiologo e alle fregnacce, od “oscenità “ ( scusa, mentre lo scrivo rido), altra parola gentile che usi nei miei confronti?
Difficile, impossibile.
Tirar fuori i coglioni, alzare il tiro.
Ce ne sarebbero di cose da dire, di Istituzioni da criticare in questo periodo storico, con una gestione della res publica francamente irritante.
Ma tu i coglioni…ce li hai?
Ecco, prova a domandarti questo, per esempio, tra un articolo su Caravaggio e un altro sulla Transavanguardia.
E a proposito di coraggio, ti informo che ho tutte le intenzioni di tornare a lavorare lunedì prossimo.
Ti faccio il programma, la mattina in clinica, il pomeriggio al Nomentana Hospital: dimenticavo, in quest’ultima sede nell’ultima settimana hanno trovato più di 20 positivi al Covid su 500 ricoverati.
Dovremmo fare una ventina di TC o radiografie ad alcuni altri pazienti con tosse…potresti forse pensare di venire anche tu con me, e visto che ormai su Artribune si parla un po’ di tutto… perché non fare un bell’articolo sul Covid vissuto in prima linea?
È altamente probabile ci imbatteremo in qualche caso Covid, ti farei vedere alla TC come si manifesta una polmonite interstiziale.
È interessante, sembra un quadro di Rothko.
La mascherina te la procuro io, quella che danno anche a me, quella non protegge molto.
Prenderesti un mucchio di like, e chissà, magari diventi virale.
Ma se non te la senti, non ti biasimo.
La vita è troppo preziosa per perdersi dietro queste fregnacce.
Un caro saluto
Fabrizio Lucherini
PS
A proposito di fregnacce, ne hai detta un’altra.
Le Olimpiadi in Giappone non saltano perché nel paese c’è il Covid….ma perché in Giappone, non vogliono andare atleti di molte nazioni, preoccupati che un contesto del genere possa determinare una nuova fonte di contagio.
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