Lettere dal fronte domestico. La fortuna di essere donna secondo Alessandra Mammì
Amici e colleghi condividono con la Redazione di Artribune piccoli racconti ed esperienze dalla quarantena. Uno spazio di condivisione di idee, pensieri, speranze.
In questi giorni difficili, nei quali tutta l’Italia è bloccata, i musei sono chiusi, i luoghi di ritrovo scomparsi, a causa dell’emergenza Coronavirus, l’isolamento fisico necessario a proteggerci è indispensabile ma non deve limitare le nostre relazioni emotive, ancora più importanti per sostenerci l’un l’altro. Per dare un segno della nostra volontà di stare insieme abbiamo chiesto a tanti intellettuali di scrivere una lettera che inizi semplicemente con “Cari”, perché è rivolta a tanti, una lettera breve che dica cosa si sta facendo, che libro si sta leggendo o rileggendo, che racconti le difficoltà, le scoperte e le riscoperte. Abbiamo chiesto loro una visione e una idea per una vita futura. Dopo la prima lettera scritta da Antonio Mancinelli, Caporedattore di Marie Claire, è la giornalista e critica d’arte Alessandra Mammì a raccontarci la sua “quarantena”. Ma aspettiamo tante altre lettere dal fronte domestico (Clara Tosi Pamphili).
Cari,
Ebbene cosa faccio chiusa in casa in quarantena? Intanto sono fortunata, siamo in due e ho quattro gatti che mi fanno sentire famiglia allargata. Poi mi sono data buone regole: mi sveglio presto, mi lavo, mi vesto comoda ma curata, non rinuncio alla collanina e soprattutto mi trucco. Quindi, dal momento che non ho aiuto domestico da lunedì, mi dedico ossessivamente alla pulizia e al riordino. Ho riscoperto un animo da casalinga che avevo sempre frustrato per attività considerate più nobili e per ideologico rifiuto, giustamente dettato da prese di coscienza femminil femminista.
Eppure, in queste ore buie, quel che più aiuta a combattere l’ansia delle quattro mura ad una iperattiva vagabonda come me, è proprio la soddisfazione dell’accudimento.
Tipo: dedicarsi con scrupolo ai limiti dell’ossessione alla lotta contro le macchie persino sugli strofinacci da cucina; selezionare seduta sul pavimento decine di bollette scadute e dividerle per anno e tipologia; spostare mobili e oggetti per un più razionale ed esteticamente convincente layout per poi decidere che era meglio prima e rimettere tutto a posto; spolverare libri e cataloghi e metterli in ordine tematico o alfabetico; buttare abiti e impicci per farci trovare al rientro nella normalità con una casa migliorata e alleggerita. A parte cucinare (attività che detesto perché si sporca tutto quello che avevo pulito lucidato e riposto negli scaffali in ordine gestaltico) ho scoperto di amare immensamente la pulizia del nido. Ma soprattutto quel che più mi tranquillizza è far tricot guardando serie tv e intrecciare golfini per il mio nipotino che vive in Inghilterra e mi manca da morire. E tra una maglia rasa e un punto riso, penso che quel che mi sta davvero aiutando e convincendo che “andrà tutto bene” è la fortuna di essere donna.
– Alessandra Mammì
Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati