È morto a 71 anni Aldo Colutto Bagotto, il re delle cornici per gli artisti di Roma
Riceviamo e pubblichiamo le parole di Eddy Stefani, che ha lavorato per dieci anni nel laboratorio del corniciaio più affermato e stimato di Roma, da poco scomparso. Qui lo ricorda.
È morto a Roma lo scorso 11 giugno, a 71 anni, una figura centrale del sistema artistico capitolino. Aldo Colutto Bagotto era conosciuto da tutti per essere il “re delle cornici”. Lo si poteva trovare nel suo laboratorio artigianale in Via dei SS. Quattro a metà strada tra San Giovanni in Laterano e Colosseo: una bottega esistente da circa sessant’anni, ereditata da suo padre come laboratorio di falegnameria e da lui sapientemente trasformata in qualcosa di molto diverso. La sua lunga esperienza di artigiano, unita con la sensibilità che gli permetteva di interpretare ogni volta i bisogni del committente, talvolta riuscendo a superarli, l’avevano reso il corniciaio più ambito della città. Stimatissimo dai professionisti del settore e dai grandi collezionisti – una su tutti la compianta Bianca Attolico, scomparsa all’inizio dell’anno – aveva lavorato per le migliori gallerie, accademie, ambasciate e chiese, senza dimenticare i musei. La profonda conoscenza del proprio lavoro gli aveva permesso di adeguarsi a ogni esigenza, incorniciando opere dell’antichità come del contemporaneo. Riceviamo e pubblichiamo qui sotto un ricordo di Eddy Stefani, amico di lunga data che aveva sperimentato personalmente la vita con lui all’interno del laboratorio.
MORTE DI COLUTTO. IL RICORDO DI EDDY STEFANI
C’è un indissolubile trait d’union quando parliamo di arte e di cornici: Aldo Colutto Bagotto, il Re Mida che ha dato la totalità di se stesso nella realizzazione di installazioni e mostre che tuttora restano memorabili. Tutto cominciò circa mezzo secolo fa, quando il padre scelse Roma come base per un laboratorio artigianale di falegnameria a cui Aldo Colutto cambiò connotati trasformandolo nell’atelier indiscutibilmente più importante della città eterna.
Ben presto i più conosciuti galleristi capitolini e di conseguenza gli artisti da loro promossi ed anche quelli indipendenti optarono verso un prodotto che fosse di ottima fattura e di indiscutibile qualità, trovando sempre in lui i consigli e suggerimenti ideali per raggiungere risultati spesso oltre le loro aspettative. Dalle gallerie alle istituzioni il passo fu breve cosicché accademie, musei e ambasciate, in un passaparola senza eguali, diedero per scontato rivolgersi al migliore artigiano della città. Pirandello e Brecht per il teatro sfondarono la quarta parete, costringendo il pubblico a vedere la finzione sotto una diversa prospettiva, e a guardare meno passivamente. Similmente, Aldo Colutto ha superato il concetto di cornice come elemento che delimitata una superficie, implementando l’opera di un valore aggiunto altrimenti celato, incoraggiandone i fruitori a pensare in modo più critico e profondo su ciò che hanno innanzi.
Ne è scaturito in modo naturale un connubio esemplare con realtà artistiche di prim’ordine quali, solo per citarne alcuni: Palazzo delle Esposizioni, Scuderie del Quirinale, Istituito Nazionale per la Grafica, Palazzo Poli, Accademia dei Lincei, Accademia di San Luca, GNAM, Fondazione Palazzo Sciarra, Auditorium Parco della Musica, Palazzo Venezia, Reggia di Venaria Reale, Drawing Center di New York, Banca d’Italia, Accademia di Spagna, Accademia di Francia e Bulgari. E innumerevoli gallerie d’arte, fondazioni, accademie, teatri.
Il suo lascito ha segnato un profondo spartiacque tra chi si muove nel mare infinito dell’arte e tra chi questo mare lo solca nel quotidiano.
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