Nasce a Torino un corso di Filosofia della curatela. La nuova cattedra è di Danilo Eccher
Il nuovo corso dell’Università di Torino nasce nella Facoltà di Filosofia e non in quella di Storia dell'arte. Antidoto contro i curatori che diventano sempre più tecnici e burocrati e non si chiedono il perché e il percome delle cose
Perché fare il curatore oggi? Cosa significa e cosa comporta nella società attuale scegliere questo tipo di ruolo? Sono alcune delle domande che il nuovo corso di Filosofia della curatela all’Università degli Studi di Torino intende porre ai propri studenti per interrogarli sulle motivazioni profonde alla base di una professione che negli ultimi anni si è un po’ svilita, concentrandosi troppo sul “come” fare una determinata cosa e sbilanciandosi, quindi, sull’aspetto meramente organizzativo e burocratico di un evento artistico. “Il curatore ha dimenticato un po’ l’origine del suo procedere che è quello conoscitivo e filosofico, legato all’aspetto della ricerca e dell’approfondimento”, racconta ad Artribune Danilo Eccher che ha contribuito a far istituire all’ateneo torinese, nella prestigiosa Facoltà di Filosofia, il primo corso di Filosofia della Curatela. “Sono contento di avviare questo percorso che potrà in futuro essere sviluppato in altre università italiane e che credo necessario in un momento come questo in cui non si può più solo ripiegarsi nell’ambito della gestione manageriale o economica”.
CHI È DANILO ECCHER
Si tratta, infatti, di una nuova cattedra proposta dal Senato Accademico dell’Università di Torino che dà sei crediti all’interno del Corso di laurea magistrale in Filosofia, nel prestigioso e solido Dipartimento di Estetica che negli anni ha costruito legami importanti coi massimi studiosi internazionali di Filosofia dell’Estetica. “A me interessa molto questa idea di riportare la figura del curatore in un ambito intellettuale e filosofico e non solo in un ambito manageriale”, continua Eccher che dopo 30 anni di direzione museale (MACRO di Roma e GAM di Torino, tra gli altri) fa il curatore indipendente con un suo staff personale e ora, dal prossimo anno accademico, è professore a contratto di questo nuovo insegnamento presso l’Università torinese, nello stesso Dipartimento dove nel 2019 è stato titolare della cattedra di Museologia. “Negli ultimi decenni, l’Italia ha formato generazioni di giovani curatori molto preparati e competenti che hanno dimostrato, anche a livello internazionale, di saper amministrare la propria professionalità, fatta di gestione manageriale e competenza storico-artistica”.
FILOSOFIA DELLA CURATELA: COME FUNZIONA IL CORSO
Ma c’è un però. “Io credo che il curatore abbia un ruolo importante dal punto di vista della riflessione e del dibattito sulla conoscenza estetica: se rinuncia a tutto questo, c’è il rischio che diventi un semplice e banale organizzatore di eventi”. Come sarà una sua lezione tipo? “Si partirà con un excursus storico sulle figure più prestigiose dell’ambito curatoriale del ‘900, a partire da Duchamp. Poi, ci sarà un approfondimento sui metodi, non tanto tecnici quanto filosofici. Esporre un quadro piuttosto di un altro, sistemarlo in una situazione piuttosto che in un’altra, comporta delle scelte non solo tecniche ma di carattere culturale, permettendo di entrare nel significato complessivo dell’intera operazione”.
–Claudia Giraud
https://filosofialm.campusnet.unito.it/do/corsi.pl/Show?_id=1qt6
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