700 anni dalla morte di Dante. Le attività del Comitato per le celebrazioni dantesche
Intervista a Maria Ida Gaeta, Segretario Generale del Comitato Nazionale per le celebrazioni dei 700 anni dalla morte di Dante Alighieri, che ci ha raccontato le attività realizzate per omaggiare il Sommo Poeta e l’importanza che ancora oggi egli rappresenta per la cultura italiana e non solo
Il 2021 è l’anno di Dante Alighieri: a 700 anni dalla morte del Sommo Poeta, avvenuta nel 1321, in tutta Italia e anche nel mondo sono in corso eventi e attività che celebrano il più grande autore della letteratura del nostro Paese, padre della lingua italiana e artefice di un’opera, la Divina Commedia, ancora in grado di suscitare riflessioni, dibattiti, emozioni, una lente attraverso cui leggere tutti gli aspetti della contemporaneità, in particolare politica, società e cultura. Numerose sono le iniziative già svoltesi, in corso e di prossima inaugurazione dedicate a Dante e al suo speciale anniversario (convegni, mostre, concerti, spettacoli di teatro e molto altro): solo per citare uno dei tantissimi esempi, di recente vi abbiamo parlato del Treno di Dante, progetto che vedrà un convoglio storico messo a disposizione da Ferrovie dello Stato viaggiare durante tutta l’estate da Firenze a Ravenna, toccando così tutti i territori che hanno ispirato il Sommo Poeta.
700 ANNI DALLA MORTE DI DANTE: LE ATTIVITÀ DEL COMITATO ISTITUITO DAL GOVERNO PER CELEBRARLO
È dunque un anno articolato e complesso, quello delle celebrazioni dantesche, le cui radici in realtà risalgono al 2017, quando il Ministro dell’allora MiBACT (oggi Ministero della Cultura) Dario Franceschini ha istituito il Comitato Nazionale per le celebrazioni dei 700 anni dalla morte di Dante Alighieri. Da allora il Comitato, di cui fanno parte dantisti tra i più autorevoli e importanti e presieduto dal Prof. Carlo Ossola, ha finanziato 104 progetti, tra cui 19 convegni e seminari nazionali e internazionali, 34 mostre, 10 pubblicazioni, 36 spettacoli, 4 cammini nei luoghi danteschi, 2 assegni di ricerca, 3 corsi di scuole estive nazionali per i docenti delle superiori e la composizione di un’opera lirica. Delle attività del Comitato e dell’importanza che ancora oggi Dante riveste nella storia e nella cultura italiane e non solo abbiamo parlato con Maria Ida Gaeta, Segretario Generale del Comitato Nazionale per le celebrazioni dei 700 anni dalla morte di Dante Alighieri, direttrice della Casa delle Letterature di Roma e del Festival Letterature alla Basilica di Massenzio, mentre a Roma aprono, tra le tante iniziative dedicate, la mostra “La Vita Nova: L’amore in Dante nello sguardo di 10 artiste”, a cura di Alessandra Mammì e il festival su Dante alla Basilica di Massenzio.
INTERVISTA A MARIA IDA GAETA
Da quando è stato istituito e da quando sono partite le vostre attività, qual è il percorso fatto finora dal Comitato? Quali sono state le prime iniziative intraprese?
Il 31 dicembre 2019 abbiamo lanciato un bando aperto a tutti (associazioni, istituzioni, festival), e sono pervenuti più di 500 progetti. In base alle disponibilità economiche del Comitato, ne abbiamo selezionato più di 100 da finanziare, più di 400 da patrocinare e poi abbiamo impiegato una piccola quota dei fondi per realizzare progetti voluti direttamente dal Comitato, con lo scopo di andare a coprire temi che non erano emersi dai progetti ricevuti e che però era fondamentale ci fossero nell’ambito delle celebrazioni dantesche. Ad esempio, abbiamo sollecitato il Festival dei Due Mondi di Spoleto a organizzare una settimana dedicata a Dante.
Da quali aree del Paese avete ricevuto i progetti? Ci sono state città o regioni dalle quali è pervenuta una maggiore quantità di proposte?
Ci sono arrivati progetti da tutte le regioni italiane, e noi abbiamo cercato di rappresentare questa distribuzione territoriale: ne abbiamo ricevuti da piccoli centri, grandi città, borghi, regioni; ovviamente le città dantesche (Firenze, Ravenna e Verona) hanno inserito una fortissima programmazione con finanziamenti anche da parte di Comuni e Regioni. I progetti comunque non sono arrivati solo dall’Italia, ma anche dall’estero: Dante, l’autore italiano più conosciuto e studiato nel mondo.
Questa partecipazione testimonia quanto, ancora oggi, sia importante il patrimonio culturale tramandatoci da Dante. Nella nostra epoca, e soprattutto per le nuove generazioni, che valore assume lo studio di Dante e delle sue opere?
Dante e lo studio delle sue opere sono importanti. Nelle scuole, il valore attribuito a Dante e allo studio (soprattutto) della Divina Commedia è molto legato all’aspetto linguistico, e quindi a un esercizio dell’apprendimento della lingua italiana, ai contenuti utilizzati da Dante per metaforizzare tutti gli aspetti della vita umana. Nel tempo, però, si è compreso che l’opera dantesca è un vivaio di riflessioni giuridiche, politiche, scientifiche, psicologiche, artistiche, quindi non solo linguistiche.
Dante, insomma, è sempre attuale.
Il fatto che nell’opera dantesca si riflettano tantissime discipline ci deve fare riflettere, in questo aspetto risiede la costante attualità di Dante: è un classico, e allo stesso tempo si arricchisce di tutte le riflessioni di chi lo ha letto e studiato, è un po’ il testimone massimo del nostro patrimonio culturale. Per fare un esempio, il Festival Letterature alla Basilica di Massenzio quest’anno è interamente dedicato a Dante: agli autori partecipanti ho chiesto di trarre ispirazione da un verso o un personaggio di Dante per i loro testi inediti, e sta emergendo di tutto. Dante è sempre una sorpresa, le forme e le possibilità di attualizzazione della sua opera sono infinite. Dante è un po’ come Shakespeare: anche se in epoche e in Paesi diversi, entrambi hanno lavorato sulla lingua e hanno in comune la grande popolarità. Tutti conoscono i versi di Dante e di Shakespeare.
Dante è universale, è colto e popolare allo stesso tempo…
In questi anni di lavoro sono stata colpita proprio da questo aspetto: non mi aspettavo che Dante fosse così radicato non solo nella cultura “colta”, ma anche in quella popolare. E l’aspetto più interessante è proprio questo: la presenza del dantismo nella cultura popolare e direi anche pop, italiana e non solo.
Quali sono le principali iniziative delle celebrazioni dantesche e qual è l’eredità che il lavoro del Comitato lascerà anche dopo il 2021?
Il Comitato si scioglierà nel 2022, perché alcuni progetti sono stati spostati al 2022 a causa della pandemia. Il Comitato però lascerà tracce di sé, abbiamo infatti cercato di favorire progetti che nel tempo potessero continuare a esistere. Per esempio, l’istituzione di corsi di aggiornamento su Dante per insegnanti di scuole superiori presso le Università di Verona e Napoli e borse di studio post doc. Alla Pilotta di Parma a settembre inaugurerà una mostra su Francesco Scaramuzza, che ha illustrato la Divina Commedia negli stessi anni di Gustav Doré; abbiamo inoltre finanziato il libretto di una nuova opera lirica dedicata a Dante, composta da Pascal Dusapin; alle Scuderie del Quirinale inaugurerà una mostra a cura di Jean Clair, mentre sarà dedicata a un’altra opera di Dante, la Vita Nova, l’esposizione che si terrà a Roma La Vita Nova: l’amore in Dante nello sguardo di dieci artiste, in cui dieci artiste contemporanee danno la loro risposta all’idea che Dante ha sull’amore. Abbiamo quindi deciso di dare al programma un’impostazione eclettica perché in linea con l’eclettismo e l’universalità che Dante ha voluto dare alla sua opera.
– Desirée Maida
www.dantesettecento.beniculturali.it
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