UniCredit non vende più le sue collezioni d’arte. Anzi punta a valorizzarle
Il gruppo bancario nel 2019 aveva annunciato che avrebbe finanziato progetti di impatto sociale attraverso la vendita delle proprie collezioni artistiche. Adesso UniCredit adotta una nuova linea operativa, incentrata sulla valorizzazione e promozione del proprio patrimonio
Nuova strategia – ma soprattutto nuova visione – per UniCredit, che due anni fa annunciava la decisione di dismettere la propria collezione d’arte per poi, e la notizia è proprio di queste ore, optare per un cambio di rotta, frutto della governance adottata dal nuovo CEO del gruppo bancario Andrea Orcel. Nel 2019, infatti, UniCredit si poneva come obiettivo quello di supportare progetti – nell’ambito dell’iniziativa Social Impact Banking – che avessero impatto sociale, tra impact financing e microcredito e processi formativi, per “contribuire allo sviluppo delle comunità in cui opera la banca”, spiegava il Gruppo. Un piano ambizioso, per la cui realizzazione la Banca aveva deciso di mettere gradualmente in vendita le proprie collezioni d’arte, per ottenere fondi da investire poi nel Social Impact Banking. Oggi però l’Art4Future – è questo il nome del progetto attraverso il quale sono state cedute alcune opere d’arte del Gruppo – viene interrotto, con l’intenzione di dare vita a iniziative mirate alla valorizzazione e alla promozione delle collezioni di UniCredit, rendendole fruibili e accessibili al pubblico.
LA COLLEZIONE D’ARTE DI UNICREDIT
La UniCredit Art Collection è il risultato delle raccolte di tutte le banche confluite nel gruppo, e consta di qualcosa come 60mila opere – tra cui oltre 4mila fotografie –, per un arco temporale che va dall’antico al contemporaneo. Un patrimonio artistico che negli anni è stato reso fruibile attraverso collaborazioni e comodati d’uso con musei e progetti espositivi in Italia e all’estero. Un esempio, tra tutti, è la mostra tenutasi al MAMbo di Bologna nel 2013, La Grande Magia, un percorso a cura di Gianfranco Maraniello e Walter Guadagnini che, attraverso una selezione di opere della collezione UniCredit, ha approfondito il tema del magico.
UNICREDIT NON VENDE PIÙ LA SUA COLLEZIONE D’ARTE
Perché l’istituto ha scelto di interrompere la vendita della propria collezione d’arte? “UniCredit è un Gruppo paneuropeo con un’anima italiana. Arte e cultura sono il fulcro della storia e del patrimonio di questo Paese, nonché elementi fondamentali da cui ripartire per costruire il nostro futuro. Per questo, UniCredit ha deciso di interrompere ogni ulteriore vendita delle proprie opere e di promuovere una serie di attività con una forte impronta innovativa a sostegno dell’arte e della cultura, vero motore di sviluppo e coesione sociale”, spiega Andrea Orcel. “Valori e principi, questi, che sono convinto debbano essere parte integrante del ruolo che una banca deve perseguire in tutte le comunità in cui opera. Il nostro obiettivo sarà infatti rendere il nostro eccezionale patrimonio artistico accessibile a un pubblico più ampio, sostenendo il benessere economico e sociale dei territori”. Per portare avanti la propria missione, UniCredit ha deciso quindi di ripartire proprio dal suo patrimonio artistico, per intraprendere una serie di attività che prevede un’iniziativa digitale che permetterà al vasto pubblico di accedere virtualmente alla raccolta di opere d’arte della banca, programmi educativi rivolti ai giovani in collaborazione con UniCredit Foundation, una mostra itinerante “in linea con gli obiettivi della Fondazione di supporto ai giovani e all’istruzione”.
COLLEZIONE UNICREDIT. LE PAROLE DI FRANCESCHINI
“Ottima notizia la decisione della nuova Governance di UniCredit di sospendere il programma di vendita delle opere d’arte della propria collezione”, ha commentato il Ministro della Cultura Dario Franceschini. “Una scelta assolutamente in linea con lo spirito di collaborazione che il privato e il pubblico devono avere nel tutelare e valorizzare lo straordinario patrimonio artistico Italiano”. Ora speriamo che l’impegno sull’arte di UniCredit torni quello di un tempo quando la banca era il vero riferimento, specie per l’arte contemporanea ma non solo. Uno scettro che negli anni – restando nell’ambito delle super banche italiane – è stato preso indubbiamente da Intesa Sanpaolo. Le aspettative dunque sul nuovo rilancio di UniCredit Foundation sono altissime.
– Desirée Maida
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