+Fundraising +Cultura alla seconda edizione: report sulla sessione conclusiva
Le proposte per il miglioramento del fundraising culturale. Come affrontare le nuove sfide del settore culturale? Il fundraising come risposta immunitaria.
Ultimo giorno per + Fundraising + Cultura, l’unico panel in Italia interamente dedicato al ruolo della raccolta fondi come prima forma di sostenibilità delle istituzioni culturali e veicolo di investimento. Lo scopo? Far assurgere la cultura al ruolo di forte asset di sviluppo.
Sono stati organizzate, dal 13 al 15 dicembre, 6 tavole rotonde che hanno visto un’ampia partecipazione di esponenti delle più importanti fondazioni bancarie, rappresentanti di comuni grandi e piccoli e di imprese, con l’obbiettivo di proporre dei punti di riflessione a chi ha “la responsabilità di istruire e attuare politiche, programmi e azioni connessi con il fundraising” per riuscire a connettere nella maniera più efficace i due poli legati al fundraising: chi chiede sostegno e chi lo concede.
L’INTRODUZIONE ALLA SESSIONE CONCLUSIVA DI + FUNDRAISING + CULTURA
Massimo Coen Cagli e Andrea Caracciolo, rappresentanti della Scuola di Fundraising di Roma e coordinatore del Panel Conclusivo hanno spiegato, nella mattinata del 16 dicembre 2021, come sia emersa, durante l’arco delle tre giornate di discussione, l’importanza di forme di coinvolgimento diretto, come la sponsorizzazione tecnica in cui è l’azienda a predisporre il cantiere e a scegliere la ditta che realizza i lavori. Si è concordata la volontà, da parte delle aziende, di non limitare il proprio ruolo ad un “passaggio economico”, al contrario di comprendere a pieno e raccontare la propria esperienza di coinvolgimento progettuale. Inoltre, è stata evidenziata l’urgenza di individuare una comunicazione adatta, un linguaggio comune ai partner. A tale scopo, si propongono momenti di incontro formale e la creazione di un market-place in cui le istituzioni culturali possano condividere obiettivi e strategie, al fine di incoraggiare la relazione con le aziende. Carola Carazzone di Assifero afferma: “Auspichiamo una nuova fase di incontri per costruire insieme un organismo filantropico più efficace, con chiara visione strategica, affinché gli enti si pongano come attori, non come “erogatori”, anche nell’ottica di mettere a sistema un diverso tipo di Capitale, non solo finanziario ma intellettuale e relazionale. Bisogna rinnovare l’organizzazione del Terzo Settore, le aziende non devono risultare fornitori di beni e servizi ma dei change-maker, trovando alleanze di scopo”.
L’INTERVENTO DI PAOLO CUCCIA (PRESIDENTE DI ARTRIBUNE)
Paolo Cuccia, Presidente di Artribune è intervenuto con le seguenti dichiarazioni: “Il primo passaggio è creare un ponte tra chi ha delle esigenze progettuali e chi ha le disponibilità finanziarie. Ciò che è emerso, nel dibattito, da parte di fondazioni importanti come la Compagnia di San Paolo è che spesso, pur in presenza di fondi, non ci siano progetti ben strutturati su cui investire. Le cifre che abbiamo dicono che esistono immense risorse finanziare, specie provenienti da grandi multinazionali, in particolare della Silicon Valley, che sono e saranno disponibili per progetti culturali. Il tema quindi è sempre più quello di una gestione manageriale delle proposte progettuali di cui il fundraising è solo la parte finale. Alcuni commentatori hanno espresso dubbi sulla capacità degli enti territoriali più piccoli di proporsi al mercato per assenza di professionalità e di strumenti amministrativi validi. Anche se questo non è possibile escluderlo, mi corre l’obbligo di sottolineare che abbiamo assistito, negli ultimi decenni, a una costante crescita delle operazioni di project finance, anche nei piccoli comuni, per la realizzazione di opere pubbliche e di infrastrutture. Pertanto, l’adozione delle stesse prassi nell’economia dei Beni Culturali non sembra impossibile. Ho colto con grandissimo interesse i commenti delle aziende di servizio, in particolare da parte del gruppo IREN, sull’esigenza di contropartite nel campo della promozione e comunicazione degli investimenti sponsorizzati. È una richiesta ampiamente condivisibile a cui rispondo come Artribune, con la disponibilità a inserire costantemente nella nostra application georeferenziata – unica in Italia, in cui quotidianamente aggiorniamo il database di mostre ed eventi sia nel campo pubblico che privato – progetti di illuminazione pubblica e quant’altro, meritevoli di essere resi noti e visibili a cittadini e consumatori. Nonché con l’apertura a renderci collettori, per gli enti locali, di proposte per la raccolta fondi a livello nazionale e internazionale, grazie anche alla rete di 400 corrispondenti che Artribune ha nel mondo e all’ottima e proficua collaborazione con la Farnesina e con gli istituti di cultura all’estero”.
+FUNDRAISING +CULTURA. TRADURRE IN AZIONI Il FUNDRAISING
Giampaolo D’Andrea, in qualità di rappresentante del Ministero della Cultura, vede nell’Art Bonus un valido strumento: “Bisogna pensare all’applicazione di strumenti moderni per facilitare le piccole donazioni, promuovere un’alleanza intelligente, agendo sulla normazione secondaria e riconsiderando sia la formula dell’Art Bonus che le normative di finanziamento culturale, per non ritardare né scoraggiare la volontà di donazione. È utile quindi riscontrare una possibilità immediata di raccoglimento dei fondi e realizzazione degli interventi, agendo con rapidità per non sfiduciare il donatore e la sua soddisfazione… È il caso di mettere a rodaggio un meccanismo step by step che prenda ispirazione dai punti che sono stati sollevati da questo tavolo di discussione”.
Francesco Castellone del Gruppo IREN – multiutility con 9000 dipendenti, agisce sul territorio con investimenti mirati – ha aggiunto: “Le sponsorizzazioni costituiscono una leva di business, sono uno strumento di comunicazione e contribuiscono a rafforzare l’immagine del gruppo come società che fornisce gas, luce e riscaldamento, oltre all’idea delle bollette. Obiettivo del fundraising? Costruire nuovi percorsi di senso. Da poco siamo in Toscana, abbiamo bisogno di rafforzare il brand awareness. A Torino abbiamo curato la sponsorizzazione tecnica di “Luci d’artista” e abbiamo provato ad esportare lo stesso modello a Volterra. Cosa chiediamo a chi ci propone progetti di sponsorizzazione? Coinvolgimento sin dalle prime battute, di riservarci un posto nella progettazione. Veder figurare il logo sul manifesto, il foglio di presentazione nella cartella stampa e un ringraziamento in sede di conferenza a noi non basta; serve prevedere contenuti comuni e portare risultati in termini di percezione da parte dei pubblici”.
LUCA JOSI RACCONTA L’INTERVENTO AL MAUSOLEO DI AUGUSTO
Luca Josi (ex Tim, ancora in Fondazione Tim) porta sul tavolo un esempio pratico: “Il Mausoleo di Augusto, che oggi rappresenta l’ombelico della città, creato per memoria dell’imperatore che dà il nome al mese di agosto, era collassato nel buco nero di Roma. Sono genovese ma vivo da trent’anni in questa splendida città, con lo stupore di un turista. Il Mausoleo era aperto solo tra le 12 e le 14, un mercoledì al mese. Volevo far in modo che l’apertura venisse rafforzata. L’allora presidente del gruppo Telecom mi chiese di entrare nella Fondazione, in 8 mesi, collaborando con il Comune, costruimmo il più grande atto di mecenatismo in Italia. Oltre ad aver ospitato le spoglie del primo imperatore, il Mausoleo, include anche le spoglie di Vespasiano, il rischio quindi diventasse una latrina era grande. L’area si era trasformata nel parcheggio della nettezza urbana. Nei 5 anni in cui sono rimasto nel gruppo Telecom, siamo riusciti a comunicare il progetto a livello globale. Nel 2014 cadeva il bimillenario della morte di Augusto. Nel ’34 Mussolini ebbe l’ardire di identificare sé stesso in Augusto, questo comportò l’abbattimento del contesto storico-edilizio intorno all’Ara Pacis. Per 50 anni era diventata un non-luogo. Sfruttando le nuove tecnologie, mi sono impegnato a produrre il Metaverso del Museo. Zuckerberg è stato il suo primo visitatore virtuale, le sue figlie si chiamano infatti a conferma dell’imperitura memoria dell’Impero romano, Maxima e August, in onore di Augusto… Joyce racconta questa città con l’espediente di un giovanotto che porta i turisti a vedere il cadavere della nonna. Noi la nonna l’abbiamo anche smembrata…se qui è stato commesso il più grande omicidio storico dell’Occidente, quello di Cesare, bisogna trovare il modo di raccontare questo accadimento storico, avvenuto nella piazza Largo Argentina, antistante la sede dove si è tenuto il convegno”.
+FUNDRAISING +CULTURA. ALTRI STAKEHOLDER
A partecipare alla sessione conclusiva di + Fundraising + Cultura, ospitata dalla Fondazione Marco Besso di Largo Argentina: Leonardo Varavano (ANCI – Assessore alla Cultura di Perugia), Carolina Botti di ALES, Andrea Abodi Presidente dell’Istituto per il Credito Sportivo, la banca sociale per lo sviluppo sostenibile dello sport e della cultura, che ha affermato: “lavorando insieme si ottiene non la somma ma l’ampliamento delle opportunità. In una fase come questa in cui la tutela sportiva va difesa, trasferirsi nella dimensione sociale è fondamentale. Se vogliamo che l’offerta culturale abbia una sua prospettiva di successo, dobbiamo determinare un’offerta sempre più internazionale, su questo la banca vuole investire perché i fattori di rischio sono minori.”.
Tra gli altri ospiti, figurano ancora: Antonino La Spina UNPLI Pro Loco – si occupa del Terzo Settore, di cultura e turismo – che ricorda che non si ha ancora la giusta conoscenza di strumenti già attivi come l’Art Bonus e il 2×1000; Italo Scaietta (Federazione Amici dei Musei) – “La federazione vuole formare associazioni culturali, favorire progetti di restauro e valorizzazione” -; Giovanna Barni (Alleanza Cooperative Italiane – Cultura) con un interessante punto di vista: “al termine partecipazione si unisce il termine restituzione: ciascun cittadino vuole intervenire e fare la sua parte nell’ambito del welfare del luogo. Pongo Palazzo Merulana come esempio concreto di partecipazione e restituzione: la Fondazione Cerasi ha restituito alla cittadinanza – insieme a Coop Culture – non solo un museo, bensì uno spazio culturale dove si co-progetta e si rigenera una porzione di città, è inoltre esempio di partenariato tra pubblico e privato, di governance aperte e inclusive… una garanzia di futuro. In ultimo, si necessitano figure professionali innovative. Impatto e contablity non possono risultare concetti mistici. Bisogna fare squadra ma per formarla occorre una nuova competenza. Oggi l’unica cosa che non manca sono le risorse finanziarie”.
– Giorgia Basili
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