Arte contemporanea e Terzo Settore. A che punto siamo?
Arte contemporanea, sviluppo di un senso di comunità, mercato: quali sono i punti di contatto fra questi tre ambiti? E quale ruolo gioca il Terzo Settore?
Il Terzo Settore, e quanto dal Terzo Settore promosso e realizzato, rappresenta un elemento fondamentale della nostra democrazia dal punto di vista sociale, economico, e politico, sia che il Terzo Settore sviluppi le proprie attività all’interno del contesto sociale e assistenziale, sia che sviluppi azioni all’interno del contesto culturale.
Ferma restando, dunque, l’importanza del Terzo Settore, è altresì opportuno avviare una riflessione più ampia su come la presenza del Terzo Settore all’interno del contesto sociale ed economico italiano incida sulla strutturazione del sistema dell’arte, non solo dal punto di vista formale, ma anche nelle dimensioni strutturali e nello sviluppo dell’arte contemporanea nel suo complesso.
Cantieri Terzo Settore, un progetto di CSVnet e Forum Nazionale del Terzo Settore, definisce il Terzo Settore come un sistema sociale ed economico che si affianca alle istituzioni pubbliche e al mercato e che interagisce con entrambi per l’interesse della comunità.
Già a partire dalla sua stessa definizione, il Terzo Settore ha come elemento costitutivo e determinante la tutela e il perseguimento dell’interesse della comunità. È a partire da questa tutela che, storicamente, si sono affermate le prime esperienze ante litteram del Terzo Settore, ed è questa tutela che, ancora oggi, rende il Terzo Settore un elemento centrale nella nostra società, spesso regolato da impianti normativi e fiscali che differiscono da quelli che invece normano le altre azioni dell’autonomia privata.
Elemento di non scarsa rilevanza perché, almeno in parte, la presenza di soggetti del Terzo Settore all’interno dell’arte contemporanea sia proprio ascrivibile alla presenza di un corpus differente di regole e di regimi fiscali agevolati. Non è però a tale componente che è rivolta questa riflessione.
“Il Terzo Settore ha come elemento costitutivo e determinante la tutela e il perseguimento dell’interesse della comunità”
Quando il Terzo Settore interviene nel settore dell’arte contemporanea pone, o dovrebbe porre, al centro della propria azione, quella dimensione dell’arte contemporanea che è maggiormente correlata all’interesse della comunità. Dimensione che, per quanto importante, rappresenta solo una componente dell’intero fenomeno. In caso contrario, l’intera arte contemporanea potrebbe essere rappresentata come un mezzo attraverso il quale costruire un interesse collettivo, ma è evidente che questa definizione risulti estremamente limitante.
Se questo è pacifico, è altrettanto pacifico che, dunque, il Terzo Settore possa rispondere soltanto in parte alle esigenze dell’arte contemporanea. Da questa evidenza deriva dunque un necessario orientamento strategico, anche di natura istituzionale e politica, su quale ruolo l’arte contemporanea debba giocare nel nostro Paese e, di conseguenza, quali debbano essere gli strumenti da adottare per favorirne uno sviluppo coerente con tale indirizzo. Perché c’è un’altra componente che assume una rilevanza strutturale all’interno dell’arte contemporanea, ed è, o dovrebbe essere, la componente legata al mercato, vale a dire a quel sistema di regole e meccanismi di cui gli individui si dotano per fare in modo che, per un determinato prodotto o servizio, domanda e offerta si incontrino.
Questa componente riflette un’altra dimensione dell’arte contemporanea, ed è alla base di sviluppi in parte differenti da quelli che invece dipendono dall’interpretazione dell’arte contemporanea come interesse collettivo. Lo sviluppo della componente di mercato dell’arte contemporanea punta a un incremento generale degli scambi, che determina quindi un maggior numero di transazioni, a un tendenziale incremento del volume generale del mercato e a un altrettanto tendenziale incremento dei prezzi delle opere che appartengono alla gamma alta dell’offerta. Uno sviluppo di questo tipo implica poi un incremento degli operatori che intendono operare in questo particolare mercato, con un conseguente incremento della concorrenza, che può agire sia come una leva al ribasso sui prezzi sia, caso più frequente nel mercato artistico, portare a una più forte selezione dei produttori, che da un lato esclude alcuni operatori dal mercato, ma dall’altro è spesso associata a un incremento generale della qualità disponibile.
Questo meccanismo può, poi, anche se non sempre accade, generare effetti positivi sulla dimensione dell’interesse della comunità: quando una maggiore selezione implica una maggiore qualità, può anche generarsi una maggiore capacità degli artisti di utilizzare codici estetici attraverso i quali fornire ai fruitori nuovi strumenti per il proprio sviluppo individuale e sociale, nuove chiavi di lettura da adottare nell’interpretazione dei fenomeni, siano essi contemporanei, siano essi elementi costanti della natura umana.
COSA DEVE FARE IL SISTEMA DELL’ARTE
È però da precisare che, se i risultati di questi sviluppi risultano essere in alcuni casi complementari, la struttura del sistema che deriva dall’affermazione delle due componenti lo è meno. Dal punto di vista concreto, infatti, se lo sviluppo del mercato implica una crescita dei volumi di fatturato del sistema artistico nel suo complesso, e pertanto un incremento del numero di opere acquistate e vendute, lo sviluppo delle dimensioni afferenti all’interesse collettivo dell’arte prevede borse di studio, residenze d’artista, opere commissionate dai soggetti del Terzo Settore attraverso bandi, concorsi e affini.
Sono dimensioni che, viste da lontano, possono sembrare simili: ma basta partecipare all’inaugurazione di una mostra in una galleria e all’inaugurazione di una mostra presso una fondazione per comprendere che, in realtà, si tratta di mondi diversi, che parlano linguaggi diversi, che hanno obiettivi diversi, e che assolvono a funzioni completamente differenti.
Oggi, in Italia, su questo tema c’è ancora molta confusione, in parte ascrivibile a presupposti ideologici, in parte derivante da interessi puntuali, in parte derivante anche dalla difficoltà politica di trattare l’argomento. Questa incertezza è però deleteria per l’una e per l’altra componente, perché ogni gioco ha le proprie regole, e a partire da quel perimetro di regole gli individui si adeguano cercando di migliorare i propri risultati o determinare la propria carriera. Si tratta, in fondo, di un’applicazione forse un po’ insolita di una massima che tanto frequentemente ricorre all’interno dei discorsi dell’arte contemporanea: il medium è il messaggio. E se il medium è incerto, il messaggio non potrà che essere confuso e sghembo.
‒ Stefano Monti
https://www.cantiereterzosettore.it/
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