Apre Arca a Milano: galleria d’arte, club e bistrot in un nuovo edificio
All’interno dell’Arca progettata da Claudio Lucchin in via Rimini, il nuovo polo culturale si propone come spazio ‘di aggregazione votato all’arte, alla musica e al cibo. Si comincia con la mostra Il rifugio dei corpi
Il progetto architettonico di Claudio Lucchin e Architetti Associati è stato svelato già la scorsa estate in via Rimini, in un quadrante semi periferico di Milano (Romolo è la fermata di riferimento) caratterizzato dalla presenza di spazi aggregativi come l’accademia Naba, l’università Iulm e il più recente Superstudio Maxi, nato nel 2021 dalla trasformazione di una fabbrica siderurgica abbandonata. Anche l’Arca commissionata dal Gruppo CAP (l’azienda pubblica che gestisce il servizio idrico integrato della Città metropolitana di Milano), che dell’edificio ha fatto la sua nuova sede a emissioni zero, è nata con l’intenzione di contribuire alla riqualificazione urbana dell’area, sin dall’impatto visivo del solido concepito da Lucchin come la prua di una nave pronta a solcare le onde.
L’ARCA DI CLAUDIO LUCCHIN A MILANO
Oltre all’estetica del progetto, ispirato alle geometrie di Piet Mondrian, è la funzionalità della struttura, realizzata secondo i principi dell’architettura sostenibile, a destare interesse: articolato su sette livelli, di cui uno interrato, l’edificio è privo di barriere architettoniche, dotato di pannelli solari che garantiscono il 70% dell’autonomia energetica e di un sistema di raccolta delle acque di falda e meteoriche. Rivestito in pietra lavica, si apre verso l’esterno con 430 finestre a nastro, una diversa dall’altra, distribuite in modo irregolare. Qui, accanto agli uffici dei dipendenti di CAP, ha appena inaugurato lo spazio culturale Arca Milano, che somma ambienti espositivi, sala concerti, cocktail bar e bistrot. Lo scorso 22 gennaio la giornata inaugurale del nuovo centro polifunzionale chiamato ad attivare la connessione tra diversi linguaggi creativi ha mostrato alla città le sue qualità.
ARCA MILANO. GALLERIA, CLUB E BISTROT
Si comincia con la mostra Il rifugio dei corpi, collettiva curata da Giorgia Massari e Sara Parolini, con i giovani artisti Edoardo Manzoni, Federica Balconi, Lucrezia Costa, Mauro Serra, Silvia Ontario e Stefano Ferrari, in programma fino al 22 febbraio: il progetto riunisce emergenti attivi tra Milano e Bergamo che si confrontano con il concetto di “vivere”, nel senso di stare al mondo, individuando nel corpo un rifugio per l’anima al cospetto di una realtà che può rivelarsi tiranna. Si approfondisce così anche il concetto dell’abitare, nell’allestimento studiato ad hoc per la galleria “temporanea” di Arca. All’arte si accostano la musica che sarà protagonista nell’area club, tra concerti dal vivo e djset, e il cibo proposto dal bistrot. A ideare e gestire il progetto, infatti, è un team partecipato che riunisce addetti ai lavori in arrivo dalle esperienze del Circolo Magnolia e di Fred/Take it Easy, intenzionato a dare a Milano un club aggiornato sulle esigenze contemporanee, che sia al contempo luogo di svago e di intrattenimento, oltre che di approfondimento culturale, recettivo nei confronti delle tendenze artistiche e musicali internazionali. Dunque le tre anime del progetto, nell’idea di chi ha creato Arca, dovranno procedere all’unisono, aprendosi anche agli impulsi del quartiere, quindi beneficiando dell’interazione con la comunità locale. In attesa che sia resa nota la programmazione delle prossime settimane – che vivrà anche di incontri, talk, workshop – ha già un indirizzo l’offerta gastronomica del bistrot, che sarà operativo per business lunch, in un alternarsi di classici della cucina regionale e jolly come la Caesar Salad e il Pulled chicken burger, servizio serale (con un menu agile, ma più ricercato, dai takoyaki di patate e menta al raviolo di cassoeula col suo fondo e verza in due consistenze) e brunch della domenica, dalle 12 alle 16. Chiara anche la carta dei cocktail, tra twist sui classici, drink della casa e proposte alcol free.
Livia Montagnoli
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