La Biennale di Venezia ottiene la certificazione di neutralità carbonica
Il riconoscimento valorizza l’impegno della Biennale a ridurre l’impatto su cambiamento climatico e ambiente promuovendo un modello sostenibile per l’organizzazione di grandi eventi internazionali
Conclusasi un’edizione coraggiosa e determinata nell’affrontare con intelligenza una congiuntura storica esplosiva (dal ritorno alla vita nel post pandemia all’agitarsi del conflitto in Ucraina, che scuote le coscienze e le relazioni internazionali), la Biennale di Venezia 2022 taglia un altro traguardo, ricevendo la certificazione di neutralità carbonica per tutte le manifestazioni che ha coordinato in Laguna (l’Esposizione Internazionale Arte, il Festival Internazionale del Teatro, il Festival Internazionale Danza Contemporanea, la Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica, il Festival Internazionale di Musica Contemporanea). Il risultato segue la strada già tracciata dall’edizione 2021 della Mostra del Cinema di Venezia, che aveva conseguito la medesima certificazione (primo evento cinematografico di rilevanza internazionale a raggiungere la neutralità carbonica), assegnata per l’impegno concreto a contrastare il cambiamento climatico (a proposito di eventi epocali che complicano lo stato di crisi globale).
LA BIENNALE DI VENEZIA E LA NEUTRALITÀ CARBONICA
E l’ultima Biennale, promuovendo “un modello più sostenibile per la progettazione, l’allestimento e lo svolgimento delle proprie manifestazioni” sembra aver centrato l’obiettivo. Si legge sul comunicato ufficiale che con soddisfazione condivide, in chiusura d’anno, la certificazione sancita dal RINA ai sensi dello standard internazionale PAS2060, che l’azzeramento dell’impatto carbonico è stato raggiunto lavorando in due direzioni: “La riduzione delle emissioni sotto il proprio controllo e la compensazione delle emissioni residue, attraverso l’acquisto di crediti di carbonio certificati, generati da progetti di energia rinnovabile in India e Colombia”. Impegno sposato anche per contribuire al rispetto e alla salvaguardia di un ecosistema complesso com’è quello di Venezia e della sua Laguna. In riferimento alla riduzione delle emissioni, si è proceduto utilizzando energia proveniente da fonte rinnovabile, promuovendo il riciclo dei materiali a fine vita e il riutilizzo di allestimenti e attrezzature. Ma anche incrementando l’offerta di opzioni vegetariane nell’ambito del servizio di ristorazione (e privilegiando prodotti a kilometro zero) e riducendo l’impatto della logistica attraverso l’ottimizzazione delle percorrenze.
PUÒ UN GRANDE EVENTO ESSERE CARBON NEUTRAL?
Se è indubbiamente lodevole lo sforzo messo in atto su più fronti, c’è però da sottolineare come l’impronta carbonica – e dunque l’impatto su clima e ambiente – di eventi di tale portata sia fortemente dipendente dalla mobilità del pubblico partecipante e di tutti gli attori coinvolti nelle operazioni. In tal senso, la Biennale sottoscrive la volontà di lavorare anche in futuro su “un’attività di sensibilizzazione e comunicazione verso il pubblico”, ma c’è da chiedersi fino a che punto tali campagne possano (e potranno) rivelarsi efficaci nel contrastare gli effetti deleteri di mobilitazioni di cose e persone imponenti come quelle richieste da manifestazioni internazionali. Del resto, pur apprezzando l’impegno della Biennale nel proporsi come “esempio di pratica virtuosa a tutti coloro che sono impegnati nella diffusione della cultura della sostenibilità nel nostro Paese”, con la responsabilità di “promuovere la transizione verso un modello di sviluppo sostenibile”, non possiamo non rilevare la relatività di prescrizioni come “evita l’uso di bottiglie di plastica” (ma azzeccata è la mappa online con le fontane dove riempire la propria borraccia!), “rispetta la raccolta differenziata dei rifiuti” e “utilizza consapevolmente i servizi igienici”, elencate al capitolo Buone pratiche ambientali proposte al pubblico. Un vademecum certamente lodevole – è bene sottolinearlo ancora una volta – ma affidato ineluttabilmente al buon senso individuale. Facile che (più di) qualcosa sfugga al controllo.
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