Morto a Milano Michele Rapisarda, “il collezionista di carta”
Un ricordo dell'appassionato collezionista di carte illustrate ed “ephemera”, che aveva donato solo poche settimane fa al Centro APICE di Milano
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“Curioso, mai sazio di scoperte (“rincorrere la meraviglia” era il suo motto), capace di aprire d’improvviso nuovi fronti di ricerca e nello stesso tempo non perdendo mai di vista il suo orientamento verso la cosiddetta grafica minore e le carte illustrate di uso quotidiano”, il libraio antiquario e curatore di mostre Andrea Tomasetig ricorda con queste parole Michele Rapisarda, dirigente d’azienda e appassionato collezionista a Milano di carte stampate e rari materiali di grafica “minore”, di uso quotidiano, ma di altissimo valore culturale. Aveva donato la sua collezione al Centro APICE di Milano, per metterla a disposizione del pubblico e della ricerca.
LA MORTE DEL COLLEZIONISTA MICHELE RAPISARDA A MILANO
Rapisarda aveva iniziato a collezionare ex libris e aveva messo insieme una raccolta di un migliaio di esemplari che costituisce sin dal 2004 un fondo del Centro APICE dell’Università Statale di Milano, di cui si è occupato lo scorso anno e per molti mesi il curatore Andrea Tomasetig. Un altro nucleo della sua raccolta dedicato alla montagna è stato acquistato invece nel 2005 dalla Biblioteca Civica di Torino. La sua figura può essere raccontata insieme a quella di un pugno di collezionisti italiani che ha dato vita nel corso di decenni di appassionate ricerche a raccolte e archivi straordinari.
IL DIALOGO TRA COLLEZIONISTI E ISTITUZIONI IN ITALIA
A loro va il merito di avere spesso preceduto e poi affiancato le istituzioni pubbliche nel reperimento e nella tutela di materiali importanti e a lungo in gran parte trascurati della cultura del Novecento e di avere anticipato alcune ricerche, offrendo anche al mondo accademico il supporto di materiali altrimenti introvabili. In una ideale carrellata degli ultimi vent’anni scorrono davanti agli occhi le principali collezioni, i loro artefici e i luoghi dove ora sono conservate, grazie anche al ruolo di Tomasetig. Fra questi le riviste illustrate italiane ed europee dalla collezione Piero Marengo e la biblioteca sul Novecento italiano di Sergio Reggi acquistate dal Centro APICE dell’Università Statale di Milano; Leonardo Bizzaro e la sua biblioteca sullo sci oggi alla Biblioteca civica centrale di Torino; Italo Zannier e la biblioteca sulla fotografia con fototeca alla Fondazione di Venezia; Aldo Tagliaferri e l’archivio di Emilio Villa oggi al Museo Accattino di Ivrea; Alberto Casiraghy e il suo archivio delle edizioni Pulcinoelefante acquistato dal Comune di Milano e depositato alla Casa Museo Boschi Di Stefano.
LA COLLEZIONE DI CARTA DI MICHELE RAPISARDA
Come un entomologo, girando per mercatini, rigattieri e antiquari, Rapisarda in quarant’anni ha raccolto, classificato e conservato 70 tipologie di carte, raggruppandole poi in parte in tematiche per renderle meglio fruibili (tantissime quelle dedicate all’alimentazione: una collezione nella collezione, per non dire un Museo dell’alimentazione in embrione e insieme l’atlante iconografico ancora mancante del cibo italiano) e giungendo infine all’impressionante numero di oltre 21.000 stampati. “Ma lui è andato oltre”, ricorda Andrea Tomasetig, che con Michele Rapisarda aveva stretto un’amicizia durata quarant’anni e con il quale aveva intrapreso varie iniziative, “è diventato lo studioso della sua collezione. Indagando i materiali raccolti e collocandoli nel loro contesto storico-sociologico, ma pure in quello della storia dell’illustrazione e della comunicazione, li ha fatti rinascere e rendere attuali”. Dando vita così a “un’inesauribile banca di dati e immagini, ora come da sua volontà a disposizione del pubblico”.
Dia Pellegrino
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