Morta Christine Ferry, operatrice culturale e mitico ufficio stampa d’arte a Roma
Duccio Trombadori ricorda la testimone attivissima e vitale della scena artistica romana, per quasi vent’anni alla guida dell’ufficio stampa di Villa Medici, gli ultimi tempi li ha trascorsi in Salento, continuando a propiziare idee e incontri per vivacizzare il dibattito culturale
Doveva succedere, lo sapevamo, ma non sapevamo e non pensavamo che sarebbe finita così presto. Christine Ferry (Francia, 1948 – Tricase, 2023) si è spenta all’improvviso questa notte (tra il 27 e il 28 giugno 2023, ndR), in una casa di riposo a Tricase, nel Salento, dove era ricoverata da qualche tempo.
A settembre avrebbe compiuto settantacinque anni.
Da una decina d’anni viveva nella sua abitazione di Giuliano di Lecce, divenuta dimora fissa e amata da lei, donna dalle molte vite vissute nello scambio permanente tra l’anima francese e quella Italiana.
UN RICORDO DI CHRISTINE FERRY
Era una gran donna. Bella, solare, dal carattere volitivo ed efficiente, personalità indipendente e scapolona, lascia un mondo di affetti, di amicizia e stima acquisita non solo nell’ambito familiare.
L’ho conosciuta alla metà degli anni Ottanta, era rimasta vedova di recente per la scomparsa del compagno Giorgio Veccia, che fu eccellente scenografo nel cinema italiano e rinomato decoratore del Lido di Parigi, il luogo dove Christine appena ventenne era approdata per soddisfare il fermento di uno spirito avventuroso che non l’ha mai abbandonata fino alla fine dei suoi giorni.
Amici, sodali, legati noi due da quasi quarant’anni.
Un’amicizia che si consolidò nella Roma notturna dei caffè e dei ritrovi mondano-culturali, pionieri della ventata post-modernista che vide fiorire i nomi di Enzo Cucchi, Sandro Chia e Alighiero Boetti, accanto a quelli precedenti dei Ceroli, dei Kounellis, dei De Dominicis…
CHRISTINE FERRY, DA VILLA MEDICI AL SALENTO
Di quel clima fervidamente artistico, così ricco di personalità creative, Christine Ferry è stata testimone e protagonista per le relazioni sociali che ha intrecciato nel mondo dell’arte contemporanea, anche prima di assumere l’incarico dell’ufficio stampa di Villa Medici, dove per quasi vent’anni ha supervisionato con successo tutte le iniziative dell’Accademia di Francia a Roma, prima di raggiungere l’età della pensione e decidere di trapiantare ancora una volta la sua esistenza nella punta estrema d’Italia, a Sud, dove il mare Jonio e il mare Adriatico circondano il “tacco dello Stivale”.
Nel Salento, la vitalità socievole e costruttiva di Christine ha tessuto in breve tempo una solida rete di amicizie e di affetti grazie alla sua maestria e al franco e gentile modo di rendersi utile e sempre in grado di suggerire idee, iniziative e possibilità di promozione artistica e culturale.
Così anche nel Salento la sua vita attiva ha trovato il modo di esplicarsi e lasciare un segno di qualità.
Indipendente, libertaria, avventurosa Christine: è stata intraprendente e coraggiosa fino alla fine che è giunta di colpo, come una svolta radicale che prima di tutto ha sorpreso noi intimi che ci apprestavamo a partire per incontrarla, sapendola ammalata ma non giunta al termine della esistenza.
Piango la perdita di una persona forte, gentile e indimenticabile.
Duccio Trombadori
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