In memoria di Christine Ferry, una figura speciale del mondo dell’arte

Amica degli artisti, discreta, curiosa, empatica, instancabile organizzatrice di eventi e incontri nel mondo dell’arte, Christine Ferry ci lascia all’età di 75 anni. La ricorda Alessandra Mammì

Nell’immensa tristezza che ti raggiunge quando perdi un vero amico, mi sono chiesta perché la notizia della scomparsa di Christine Ferry (Francia, 1948 – Tricase, 2023) avesse attraversato con così tanta intensità tutta la comunità dell’arte. Perché Christine non era un curatore o un critico di fama, né un gallerista o un collezionista. Ma una figura speciale, direi, come quegli uccelli tessitori capaci di architetture fantastiche, che cercano però di rimanere sempre in penombra nel fitto del bosco. Christine era così: sapeva costruire bellissimi, necessari nidi; ma trovare una sua fotografia su internet è vera impresa.

CHRISTINE FERRY E L’ARTE DELLA CONDIVISIONE

La discrezione era tra le sue regole di vita. All’inizio della nostra profonda amicizia si presentò come addetta stampa, ma ci misi poco a capire che non era solo quello. Gli addetti stampa telefonano ai giornalisti, mandano comunicati, si assicurano che esca un pezzo, creano un rapporto positivo – efficace – professionale. Christine invece (e ci conoscevamo appena) mi venne a prendere al giornale in pieno luglio con una macchina verde ammaccata e senza aria condizionata “per farmi vedere una cosa“, portarmi fuori città a incontrare Mario Pieroni e Dora Stiefelmeier che stavano immaginando quel che poi sarebbe diventata l’Associazione Zerynthia.  Andò per le lunghe: a chiacchierare con gli artisti, a bere un bicchiere di vino, a discutere sul bisogno di trovare luoghi per l’arte fuori da quelli deputati. Così ritornai a casa senza neanche un comunicato stampa ma con una bella storia da scrivere. Christine puntava a farti vivere l’arte non solo per come si mostra, ma per come nasce. Sapeva dividere e condividere cibo, spazi e pensieri… Guardare le cose, la vita stessa (capii dopo) da un punto di vista organico, un tutt’uno di memoria, esperienza, fiducia, curiosità, affetto, ironia…
Insomma quello non era il lavoro di un addetto stampa, era la capacità di creare contatto con la realtà di un mondo senza neanche sottolinearlo, ma muovendosi con naturale eleganza e attenzione.

Christine Ferry

Christine Ferry

CHRISTINE FERRY, IL GENIUS LOCI

Negli anni di collaborazione con Mario e Dora lei scivolava di ruolo in ruolo: ambasciatore, organizzatore, cerimoniere e anche addetto stampa. Con precisione e leggerezza presenziava a tutti quegli eventi indimenticabili: dalle avventure di Zerinthya nell’Agro romano alle maratone di performance, concerti, installazioni di Serre di Rapolano, che finivano sempre con chiacchiere fino a notte fonda con artisti, musicisti, teatranti o chi di passaggio. Solo lei riusciva a ospitare altezzosi collezionisti in improbabili e austeri agriturismi dove non avrebbero mai messo piede da soli, e far sì che fossero pure contenti, perché aveva una rara capacità di trasformare le cose. Bastava un suo placement a tavola per cambiare segno a una serata, far vivere la conversazione su temi degni di nota.
Christine era un Genius Loci, ovunque decidesse di vivere.

CHRISTINE FERRY A VILLA MEDICI

Lo fu anche quando cominciò a lavorare alla Accademia di Francia di Villa Medici e la cosa non sfuggì all’intelligenza di Bruno Racine, direttore coraggioso che capì subito che per il successo di quegli eccezionali eventi che aveva intenzione di promuovere per aprire la villa all’arte contemporanea, la presenza di Christine Ferry diventava indispensabile. Per questo la volle a fianco come vero e proprio organizzatore nella costruzione di quel memorabile ciclo di mostre che furono La Ville, le Jardin, la Mémoire nel 1998, 1999 e 2000. Da grande manager culturale qual è, Racine aveva visto in Christine quella figura amica degli artisti necessaria a dare nuovo carattere e nuova identità alla Villa.
Se Bruno Racine fu un fantastico direttore-manager, Richard Peduzzi, che arrivò subito dopo, fu il direttore-artista che trovò in Christine l’interlocutore, l’amica e il sostegno perfetto nel progetto di rifacimento delle strutture dell’Accademia, nel far nascere la Sala Cinema e inaugurarla con Michel Piccoli, aprire a nuove discipline e portare il colore in tutte le stanze.
Se oggi l’Accademia la ricorda come “Amica degli artisti, dai più emergenti ai più affermati, che ha lasciato un’impronta profonda anche nelle équipe dell’Accademia grazie alla sua generosità e al suo altruismo“, non è per dichiarazione di forma. È la verità: Christine Ferry aveva quel potere di modificare i luoghi e dar loro una nuova impronta.

Saloni di rappresentanza di Villa Medici re-incantati da Kim Jones e Silvia Venturini Fendi. Photo © Daniele Molajoli per Villa Medici

Saloni di rappresentanza di Villa Medici re-incantati da Kim Jones e Silvia Venturini Fendi. Photo © Daniele Molajoli per Villa Medici

CHRISTINE FERRY, LA PRESCELTA

Fu così anche quando in un baleno decise di cambiare vita e trasferirsi definitivamente in un piccolo paese di pietra: Giuliano di Lecce, al centro del Salento.
Genius loci anche lì, trasformò la sua casa e il suo giardino in un luogo aperto agli amici, ai tanti artisti e a tutte le persone che l’avevano conosciuta e mai più persa.
Anche lì portò cultura, arte, buona conversazione, organizzò una bellissima mostra di Claudio Abate e creò una comunità dove lei non era mai al centro, piuttosto il tessuto connettivo che legava tutti.
Non so se accade anche in altre discipline, ma nell’arte ci sono persone essenziali, persone che sanno creare le condizioni perché poi le cose accadano, perché gli artisti creino, perché le mostre nascano, perché la Storia cresca. Eppure sono figure difficili da chiudere in un ruolo… E ieri sera, ricordando Christine con Ludovico Pratesi, ci chiedevamo da dove nasca questo bisogno di vivere l’arte, questo senso di comunità, questa presenza di figure come è stata lei per molti di noi.
Ludovico ha detto: “Sono gli artisti ad averne bisogno, sono gli artisti che ci scelgono“.
Se questo è vero Christine dagli artisti fu decisamente la prescelta.

Alessandra Mammì

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