Musei italiani che cambiano: notizie da Triennale. Camera, Uffizi, MuNDA
Progetti di ammodernamento all’insegna dell’inclusività, messa in sicurezza degli spazi e annosi cantieri, prossimi alla risoluzione. Ecco i musei italiani che si stanno rifacendo il look
L’autunno dei musei italiani parte all’insegna di una ricca programmazione di mostre e attività culturali. Ma non è l’unico aggiornamento da monitorare. Sul fronte dei lavori in corso, infatti, sono diverse le istituzioni impegnate in progetti di trasformazione, ampliamento, rilancio delle sedi che le ospitano (ricordiamo, in questo contesto, anche le importanti operazioni che coinvolgeranno la Pinacoteca di Brera a Milano e il MAXXI a Roma: avviati lo scorso maggio i lavori a Palazzo Citterio per Brera Modern, si attendono sviluppi sulle tempistiche del cantiere che nella Capitale porterà al completamento del Grande MAXXI, su progetto d Studio LAN, entro il 2026). Qui una ricognizione che tiene conto dei progetti in procinto di inaugurare e dell’avanzamento delle vicende più dibattute.
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Da Camera a OpenCamera a Torino
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Cresce il Museo del Design in Triennale a Milano
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Il Museo Nazionale d’Abruzzo torna al castello?
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La Loggia Isozaki degli Uffizi non si farà
Forte del successo di pubblico estivo per la mostra su Dorothea Lange, il museo torinese dedicato ai linguaggi della fotografia si appresta a inaugurare spazi rinnovati all’insegna dell’inclusività, con l’intenzione di abbattere le barriere fisiche, cognitive e sensoriali. Il 19 ottobre (quando inaugurano le mostre sull’Archivio Alinari e sul fotografo André Kertesz) è la data ufficiale per la presentazione del progetto OpenCamera, che conta sull’intervento dello Studio Ata per offrire un nuovo ingresso, aggiornato sulle esigenze di accessibilità, al pubblico. Nuovo anche il bookshop, alle spalle della biglietteria raggiungibile al piano espositivo tramite una rampa; come pure la caffetteria Oasi (che aprirà il 21 ottobre), affidata alla gestione di Lavazza. A beneficiare del rinnovamento sarà anche la proposta espositiva, con il corridoio centrale adibito a ospitare un’esposizione multimediale permanente sulla storia della fotografia: l’apporto degli strumenti digitali, in questo caso, è mirato a garantire una fruizione quanto più ampia possibile, dalle persone con disabilità fisiche e cognitive ai bambini. All’esterno, intanto, si lavora all’allestimento di un piccolo giardino d’inverno, dotato di tablet per accedere alla piattaforma digitale Imaginarium. Ma nel futuro di Camera, che nel 2025 festeggerà i suoi primi dieci anni a Torino, potrebbe esserci anche il raddoppio in un’altra città.
Vale 8 milioni di euro la gara di appalto pubblicata da Invitalia per conto del Segretariato Regionale del Ministero della Cultura per la Lombardia con l’obiettivo di ampliare e rilanciare il Museo del Design italiano e della fotografia ospitato a Palazzo dell’Arte (da non confondersi con l’ADI Design Museum inaugurato nel 2021). Nell’alveo della Triennale, in occasione del centenario che celebra la fondazione dell’istituzione nel 1923, il museo, diretto da Marco Sammicheli, si è costituito la primavera scorsa, “allo scopo di fare della Triennale il più importante centro internazionale dedicato al Design italiano”, spiegava in sede di inaugurazione il presidente Stefano Boeri.Ospitato nello spazio della curva al piano terra del Palazzo dell’Arte, su una superficie di circa 1.300 metri quadri, riunisce oltre 300 oggetti dalla collezione permanente e in prestito da collezioni private, in un percorso espositivo cronologico ideato da Paolo Giacomozzi Design Studio.E a pochi mesi dalla sua nascita – mentre già è stato ricavato lo spazio da destinare alle mostre temporanee, ribattezzato Design Platform – già è tempo per pensare in grande, coinvolgendo anche gli spazi esterni di Palazzo dell’Arte. Il concorso per aggiudicare l’appalto, che prevede l’affidamento congiunto della progettazione definitiva, della progettazione esecutiva e dell’esecuzione dei lavori, scadrà il prossimo 15 settembre. Chiari e ambiziosi gli obiettivi: ricavare nuove aree espositive nella parte centrale dell’atrio, riaprendo al pubblico anche il Piano Parco (dove sarà spostato il Caffè) e modernizzare il palazzo con opere di efficientamento energetico. Consegna prevista entro il 2026. Già il prossimo ottobre, la riapertura del ristorante in Terrazza vedrà alla redini lo chef Tommaso Arrigoni.
Da oltre dieci anni, il Forte Spagnolo dell’Aquila è interessato da lavori di consolidamento e restauro resi necessari dall’ultimo terremoto del 2009. Il castello cinquecentesco, sede del Museo Nazionale d’Abruzzo dal 1951, ha visto così il trasloco della collezione permanente e delle sue attività negli spazi dell’ex mattatoio, attuale sede temporanea del MuNDA, fatta eccezione per il reperto principe dell’istituto, lo scheletro di mammuth che si visita in occasione di aperture straordinarie presso il bastione est del Forte. Concluso il primo lotto di lavori, costato 14 milioni di euro, sembra però più vicina la data per la riapertura del castello, nei prossimi mesi oggetto di nuove operazioni di consolidamento, il cui finanziamento è già stato approvato dal Cipess. Alla prima fase, che ha riguardato il fronte d’accesso al Forte, seriamente danneggiato dal sisma, dovrebbero infatti seguire lavori più agili, che potrebbero coesistere con le attività museali, permettendo un graduale rientro del MuNDA nei locali del castello. E i progettisti sono già all’opera per ideare un allestimento funzionale all’impresa.
E si torna, nuovamente, a parlare anche della discussa Loggia Isozaki, progetto dell’omonimo architetto giapponese – recentemente scomparso – per ripensare l’uscita degli Uffizi: un’idea che 23 anni fa (era il 1999) si aggiudicò il bando di concorso promosso allo scopo, puntando su una struttura che rievocava il cubo di Brunelleschi deformato dalla prospettiva centrale di Leon Battista Alberti. La realizzazione, più volte rimandata e paralizzata da questioni politiche, ancor prima che burocratiche, non è mai stata finalizzata. E complice il parere negativo di chi il Ministero della Cultura lo dirige attualmente (con l’appoggio di uno dei più strenui detrattori del progetto, Vittorio Sgarbi) l’idea di costruire la Loggia sembra ora definitivamente sfumata. Lo scorso 30 agosto, un incontro tra la dirigenza degli Uffizi, il sindaco di Firenze Dario Nardella, la soprintendente Antonella Ranaldi e il sottosegretario alla Cultura Sgarbi ha definito le priorità: accantonare il progetto di Isozaki, per realizzare invece un’area verde, con piante e aromi locali, e una parete verde verticale dov’è la Biblioteca degli Uffizi, su idea dell’architetto Paolo Genta (che dovrebbe figurare solo come consulente. Per dare via libera al nuovo progetto servirà, però, il parere positivo del Consiglio Superiore dei Beni Culturali, atteso entro il mese di settembre. Il nodo da sciogliere non è secondario: può un bando pubblico già aggiudicato, seppur in tempi remoti, essere rimpiazzato da un altro intervento? Intanto, in città, è la Galleria dell’Accademia a rifarsi il look: il restyling del museo del David di Michelangelo, iniziato quattro anni fa, si concentrerà nei prossimi mesi sulla facciata principale dell’edificio, su via Ricasoli.
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Livia Montagnoli
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