Morto il mecenate svizzero Léonard Gianadda. Dalla fotografia alla Fondazione di Martigny
Scomparso all’età di 88 anni per malattia, Gianadda aveva origini italiane. Prima fotoreporter, poi ingegnere e imprenditore di successo, nel ’78 fondò la prima grande istituzione svizzera privata di cultura, diventata museo di richiamo internazionale
Negli Anni Cinquanta, Léonard Gianadda era un giovane fotoreporter affascinato dal lavoro di Henri Cartier-Bresson, in cerca di quella vita “che non si scopre nei musei, ma sulla piazza del mercato”. Eppure nelle sue peregrinazioni alla scoperta dei Paesi del Mediterraneo e dell’Italia rinascimentale – lui che, per parte di nonno paterno, Battista Gianadda, originario di Curino (Biella), con l’Italia intratteneva legami di sangue – manifestò da subito un forte interesse per l’arte, che coesisteva con la cronaca giornalistica della realtà sociale. All’epoca maturò quel senso artistico che farà di Gianadda un mecenate colto e appassionato, filantropo e fondatore della prima grande istituzione svizzera privata di cultura – la Fondation Pierre Gianadda, nata nel 1978 e intitolata al fratello morto in un incidente aereo nel ‘76 – organizzatore acuto di mostre (al 1953 datano le prime mostre di pittura da lui organizzate e presentate con alcuni amici a Martigny).
Léonard Gianadda, l’ingegnere-mecenate
Nato nel 1935 a Martigny, nel cantone svizzero Vallese – dove suo nonno Battista era emigrato dal Piemonte in cerca di un lavoro, valicando a piedi le Alpi – Gianadda attese una formazione classica, prima di laurearsi in Ingegneria a Losanna. Tra il 1952 e il ’60 si concentra la sua attività di fotografo, interrotta per dedicarsi all’imprenditoria, proprio al termine del percorso di studi. Ma l’ingegnere-mecenate non smise mai di investire sull’arte, e anzi col tempo, specie dopo la nascita della Fondazione basata a Martigny, intensificherà il suo impegno a sostegno dello sviluppo culturale del territorio e degli artisti contemporanei, sempre in relazione alla sua spiccata sensibilità per le cause sociali, e la beneficenza (nel 2009, con sua moglie Annette, aveva inaugurato un’ulteriore fondazione a scopo sociale).
Il 3 dicembre scorso, Leonard Gianadda si è spento all’età di 88 anni, per un tumore osseo che non l’ha risparmiato. Ma lascia diversi segni tangibili della sua attività di promozione culturale, dal Museo gallo-romano – fondato sul sito di un tempio scoperto accidentalmente nel 1976 alle porte di Martigny, durante la costruzione di un immobile – al Museo dell’Automobile, al Parco delle Sculture, concentrati nel polo espositivo della Fondazione Gianadda, museo di fama internazionale che richiama ogni anno migliaia di visitatori da tutto il mondo, anche grazie alla programmazione di mostre temporanee.
La storia della Fondation Pierre Gianadda di Martigny
Sin dall’atto dell’inaugurazione, il 19 novembre del 1978, Gianadda immagina la Fondazione come un luogo di scambio dinamico, che unisca la valorizzazione delle vestigia del passato (il tempio gallo-romano di cui sopra) e il sostegno all’arte contemporanea, con esposizioni temporanee, concerti, eventi culturali. L’allestimento viene così bipartito: nella galleria superiore si ripercorre la storia gallo-romana di Martigny; negli ambienti sottostanti si organizzano mostre di ampio respiro, grazie alla rete di contatti con musei e collezionisti internazionali che Gianadda stringe nel corso degli anni. Al traguardo dei quarant’anni di attività, nel 2018, la Fondazione festeggiava i 10 milioni di visitatori. Tra le tappe essenziali per l’evoluzione del polo museale, nel 1989 la mostra dedicata alle opere di Henry Moore, nel giardini della Fondazione, formalizza il ruolo del Parco delle sculture, destinato a ospitare una collezione permanente in crescita costante, accanto ad ambiziose esposizioni temporanee. Alla metà degli Anni Novanta risalgono invece la trasformazione del Vecchio Arsenale per guadagnare nuovi spazi espositivi e di ricerca, e l’apertura del Pavillon Szafran, per ospitare convegni. Attualmente si visitano la mostra dedicata all’arte Fauves e la monografica su Nadar, mentre il 2024 sarà all’insegna del confronto tra Renoir e Cezanne (dal 12 luglio al 19 novembre), in collaborazione con l’Orangerie di Parigi, a testimoniare l’alto profilo della rete di contatti della Fondazione.
Per la sua esperienza e sensibilità artistica, Leonard Gianadda è stato membro della Commissione del Musée d’Orsay dal 2004 al 2010, amministratore della Philipps Collection di Washington dal 2005 al 2014, membro della Commissione del Musée Rodin di Parigi dal 2006 al 2012. Ad aprile 2024, negli ambienti del Vecchio Arsenale di Martigny riaprirà la mostra realizzata in occasione degli 80 anni del mecenate, che ne ripercorre la storia e l’impegno nel sociale e nell’arte, dalla prima formazione alle attività per la Fondazione. I funerali di Léonard Gianadda si terranno giovedì 7 dicembre 2023 a Martigny.
Livia Montagnoli
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