Dopo i recenti scandali il British Museum di Londra cerca un nuovo direttore
Dopo le dimissioni nell’agosto del 2023 di Hartwig Fisher, il British Museum di Londra è alla ricerca di un nuovo direttore che dovrà essere in grado di ristabilire la reputazione del museo dopo gli scandali dell’ultimo anno. Le candidature sono aperte fino al 26 gennaio 2024
Il British Museum di Londra è alla ricerca di un nuovo direttore, dopo le dimissioni, nell’agosto del 2023, di Hartwig Fisher a causa di una serie di scandali. Il compenso offerto per questo impegno è di 216.000 sterline (equivalenti a circa 250.000 euro) con la responsabilità di dover ristabilire, se non ricostruire, la reputazione del museo. Nel bando di candidatura, gestito dalla società di consulenza Saxton Bampfylde Ltd, viene richiesto al candidato di sovrintendere a un cambiamento culturale incisivo all’interno del museo, guidando un team di mille persone, oltre all’organizzazione di un programma dal respiro internazionale di mostre, allestimenti e ricerche atti al coinvolgimento del pubblico. Infine, la richiesta di “gestire in maniera appropriata i rischi”. Non sorprende: nell’ultimo anno, il museo istituito con un atto parlamentare nel 1713, ha dovuto affrontare gravi problemi nella governance dell’istituzione, dall’accusa di furto di 2.000 reperti al danneggiamento di altrettanti, fino al mancato recupero di 300 manufatti.
Le problematiche del British Museum che erediterà il nuovo direttore
Oltre alla richiesta di far fronte alle problematiche legate a furti e danneggiamenti, con l’introduzione di riforme necessarie nella gestione del museo, rimane un tema scottante il caso della restituzione alla Grecia dei marmi del Partenone. Le statue del V Secolo a.C., esposte al British Museum dal 1816, sono state rimosse dal tempio del Partenone sull’Acropoli di Atene su ordine del nobile e diplomatico britannico Lord Elgin: nonostante le pressioni del primo ministro greco Kyriakos Mitsotakis, il presidente del museo londinese George Osborne temporeggia chiedendo un accordo tra le due istituzioni. Lo stesso Osborne non nasconde la difficile situazione che lo coinvolge: “il British Museum ha avuto un anno difficile. Siamo stati sotto indagine a seguito della scoperta di furti dalla nostra collezione e siamo anche al centro di dibattiti mondiali sulla validità dei cosiddetti musei universali”.
I nuovi propositi del British Museum
Con il 2024 il British Museum è pronto a ripartire, prima di tutto con la completa digitalizzazione della collezione sotto la guida dello storico dell’arte ed ex direttore del Victoria and Albert Museum Mark Jones. “Questo è qualcosa che nessun altro museo della nostra dimensione ha ancora realizzato e renderà la collezione una delle più visitate, accessibili e studiate al mondo”, dichiara il presidente George Osborne in una lettera introduttiva al bando di candidatura. Che continua: “Abbiamo anche iniziato la prossima fase del masterplan con la costruzione di un nuovo centro energetico, che porterà l’istituzione a risparmiare 1.700 tonnellate di anidride carbonica all’anno, e il lancio di un concorso architettonico per riprogettare e riallestire un terzo dei nostri spazi espositivi”, a cui si aggiunge l’istituzione dell’Archeological Research Collection che aprirà il prossimo 7 giugno. Tuttavia, arriva in concomitanza la notizia che il colosso petrolifero BP supporterà il museo con un contributo di 50 milioni di sterline per i prossimi dieci anni.
Caterina Angelucci
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