La Galleria d’Arte Maggiore di Bologna apre una sede a Parigi: grande mostra di Gio Ponti
La galleria bolognese inaugura lo spazio nell’elegante Settimo arrondissement con una grande mostra che, dal celebre architetto e designer, si allarga ad artisti come Morandi, Campigli e Melotti
Era il 1928 quando Gio Ponti declamava, su Domus, il proprio ideale di casa all’italiana. Tutto doveva essere nostrano: l’architettura, il design e l’arredo, fino alla collezione d’arte. Ponti realizzò davvero questo sogno, negli anni ’53-‘57, con il progetto della grande Villa Planchart a Caracas. Una villa speciale, quella commissionata dall’omonima famiglia, con una raccolta di opere nientemeno che di Morandi, Campigli e Melotti. Ora tutti, designer e artisti, sono in mostra nella nuovissima sede parigina della bolognese Galleria d’Arte Maggiore G.A.M. “Siamo al 208 del boulevard Saint Germain, nel settimo arrondissement, dal 24 aprile“, racconta la titolare Alessia Calarota. “Faremo circa tre mostre l’anno, la prima è questa, con ceramiche di Fausto Melotti, oli di Giorgio Morandi e Massimo Campigli, e opere su carta di Gio Ponti e famiglia, inclusi la figlia Lisa Ponti e il nipote Salvatore Licitra“.
La grande mostra su Gio Ponti della Galleria d’Arte Maggiore a Parigi
“Questo progetto nasce l’anno scorso in dialogo con gli Archivi Gio Ponti“, continua Calarota, che cura anche la mostra d’apertura. “È un puro caso che sia caduta in concomitanza con altre mostre su Ponti, come quella al Museo della Ceramica di Faenza e quella, parigina, di Yves Saint Laurent in occasione della nuova linea casa che rivede proprio i piatti di Villa Planchart“. L’esposizione è frutto di lungo studio e un’accurata ricerca, com’è proprio della galleria: “È da molti anni che evitiamo le semplici monografiche scegliendo mostre con chiavi di lettura un po’ diverse, anche su autori già conosciuti. La nostra è una continua ricerca volta a proporre mostre di questo tipo, anche in dialogo con altre istituzioni. Certo, poi sicuramente Morandi e Campigli sono già tra i nostri focus principali. Anche per questo ci siamo incuriositi di capire perché alcune loro opere importanti fossero a Caracas“.
Melotti, Campigli e Morandi in mostra accanto a Gio Ponti
Non erano certo lì casualmente, quelle opere. “La scelta di Ponti dei tre autori è collegata a rapporti longevi e spesso personali. Per Morandi, c’era molta stima: Ponti chiamò Roberto Longhi per parlarne su Domus. Poi, con Campigli, c’era un rapporto strettissimo, personale e a livello creativo: basti vedere il grande affresco che Campigli realizzò all’Università di Padova, su segnalazione di Ponti, o il ritratto dell’artista alla famiglia Ponti, o ancora il progetto della villa di Saint Tropez di Campigli è affidato a Ponti“. Infine con Melotti, di cui la galleria è uno dei canali ufficiali di vendita (e di cui ha già venduto le opere in mostra) c’è un rapporto “come da talent scout: Ponti scopre questo giovane ingegnere con la passione per la musica e lo chiama a lavorare da Ginori con la ceramica, che il suo primo materiale, ben prima dell’iconico ottone. Il loro è un rapporto che durerà tutta la vita“.
Giulia Giaume
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