Christie’s in ritirata dall’Italia. Le aste d’arte italiana da Milano a Parigi e chiude la sede di Roma

Dopo il successo della sessione di ottobre della celebre Thinking Italian la casa d'aste si prepara a raddoppiare il catalogo dell'arte italiana nella Ville Lumière con una seconda vendita in calendario ad aprile. Che però è storicamente quella di Milano

Asseconda il flusso del mercato dell’arte la casa d’aste Christie’s che, forte del successo ottenuto dalla sessione di ottobre conclusa da poco, dal 2025 raddoppierà strategicamente la sessione dei maestri italiani, la celebre Thinking Italian, a Parigi e prevederà una seconda vendita ad aprile, che si aggiunge a quella già consolidata di ottobre, quando in città converge il mondo dell’arte attirato da Art Basel Paris.

La seconda Thinking Italian di Christie’s a Parigi nel 2025

Proprio nella settimana dell’arte di metà ottobre 2024, l’evening sale Avant-Garde(s) including Thinking Italian includeva 19 capolavori di artisti italiani, e altri 15 erano nel catalogo della day sale del giorno dopo. Il totale combinato è arrivato a oltre €16 milioni, con il 100% di venduto, quasi la metà dei lotti volati oltre le stime preasta e quattro lotti passati di mano oltre il milione. Un successo su tutta la linea. Che un’azienda leader del mercato dell’arte segua gli andamenti e i risultati della filiera di appartenenza e li assecondi con la capacità strategica di adattare le attività proprio in analizzandoli attentamente è piuttosto comprensibile, oltre che, da un punto di vista manageriale, intelligente. 

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Lucio Fontana, Concetto Spaziale, Attese. Courtesy Christie’s Images Ltd

Se Parigi guadagna un’asta, a perderla è Milano

L’altra faccia della medaglia però non può sfuggire: la seconda vendita di Parigi calendarizzata ad aprile arriva a sostituire la sessione tradizionalmente organizzata in primavera dalla sede italiana di Milano. Che passa la mano e il testimone alla Capitale francese, e a una platea decisamente più internazionale e reattiva. Parigi val bene due aste, dunque. A perderci, in questo raddoppio francese, in termini di presidio e rilevanza, altri non è che la sede italiana di Milano, che da tempo immemore aveva come fulcro di attenzione in primavera proprio il catalogo di arte moderna e contemporanea italiana. Va detto che sono già diversi anni che Christie’s non teneva più le aste in presenza a Palazzo Clerici, lasciando che le offerte arrivassero solo online e la piattaforma web per la 20/21 Century – Milan Online Sale. E già forse si facevano chiare le traiettorie che potevano palesarsi nel tempo.

Piero Manzoni, Achrome. Courtesy Christie's Images Ltd
Piero Manzoni, Achrome. Courtesy Christie’s Images Ltd

La forza del mercato dell’arte italiano nella competizione europea con Parigi

Un segnale, quello delle aste di Milano tenute solo online e senza la ritualità della presenza nelle sale di Palazzo Clerici, che dunque già poteva instradare su un peso via via inferiore assunto dalla domanda italiana e dal potere di spesa degli investitori nazionali. Che non rendeva più necessario presidiare fisicamente la scena milanese, ma rendeva più efficiente intercettare invece una platea internazionale più allargata e farla convergere agevolmente sul web da ogni parte del mondo. A completare lo scenario e il contesto mutato del mercato italiano si aggiunge anche che l’ufficio di Christie’s a Roma è destinato a esser chiuso a fine 2024, con una parte del lavoro che continuerà a svolgersi nella capitale e la concentrazione di altri specialists sulla sede di Milano, che resta attivo epicentro almeno per la raccolta e l’esposizione dei migliori lotti di arte italiana. Almeno. 

Cristina Masturzo


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Cristina Masturzo

Cristina Masturzo

Cristina Masturzo è storica e critica d’arte, esperta di mercato dell’arte contemporanea, art writer e docente. Dal 2017 insegna Economia e Mercato dell'Arte e Comunicazione e Valorizzazione delle Collezioni al Master in Contemporary Art Markets di NABA, Nuova Accademia di…

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