Pasticcio a Bergamo. La direttrice dell’Accademia di Carrara si dimette: “museo gestito con troppa disinvoltura”

Incompatibilità con le scelte gestionali dell'Accademia. Le ragioni all'origine delle dimissioni di Martina Bagnoli dalla direzione dell'istituzione bergamasca

È ufficiale, dopo soli otto mesi di mandato, Martina Bagnolidirettrice della pinacoteca dell’Accademia Carrara, ha confermato le sue dimissioni, nonostante il tentativo di riconciliazione da partedella Fondazione Accademia Carrara e dell’amministrazione cittadina.

Le ragioni della ex direttrice Martina Bagnoli

Non c’erano i presupposti per svolgere il lavoro di direttore“. Queste le parole con cui Martina Bagnoli ha motivato la sua decisione. “Da parte mia non c’è a priori incompatibilità verso un modello di gestione dualistico di un museo. Il punto è che in questo caso tale modello era fortemente sbilanciato in favore di una posizione organizzativa che, ponendo il direttore in una posizione subordinata, toglieva la possibilità di programmare le attività in maniera strategica”. “Sostanzialmente” ha continuato: “non mi era possibile portare avanti il lavoro. Ovvero, come direttore far sì che la mission statutaria di questo museo potesse essere svolta. Mission che deriva direttamente dal suo fondatore, Giacomo Carrara che ebbe parole molto belle per quell’epoca, dicendo: ‘Promuovere lo studio delle belle arti onde giovare la patria e il prossimo’. Scopo che non può essere perseguito se un direttore non può attendere alla strategia”. “Non era possibile programmare con serenità, né coprire correttamente le funzioni di monitoraggio su quanto si era programmato”. Ha spiegato la ex direttrice, “Quindi, ho capito che non era una posizione adatta a me. Ritengo che sia più un ruolo da conservatore che da direttore. Poi, rispetto alla mia visione su come condurre un museo”, ha proseguito “questa è più orientata al marketing e meno ad un ruolo istituzionale, partecipato e condiviso”.

Per Martina Bagnoli: una situazione di grande libertà per un Museo

Tra i diversi casi che mi hanno portato a questa decisione posso citare una mostra, programmata per ottobre poi cancellata. Inoltre, ci sono state anche altre invasioni di campo, come l’acquisizione di opere per l’apertura del giardino senza l’adempimento delle procedure previste in ambito museale. L’acquisizione di nuove opere” ha precisato la ex direttrice “non può derivare da decisioni unilaterali ma implica il coinvolgimento del comitato scientifico, del direttore, dei conservatori e termina con l’approvazione del CdA. Ecco, in questo caso tali passaggi sono stati saltati con disinvoltura. Insomma, c’è una situazione di grande libertà che, a mio parere, poco si confà ad un Museo che non è una Fondazione privata, ma partecipata dal comune e dalla collettività”.  

La nota del Comune di Bergamo

Dopo aver provato ad evitare la frattura, data la conferma delle dimissioni da parte di Bagnoli, l’amministrazione comunale di Bergamo ha diramato una nota, spiegando l’accaduto e concludendo: “La presidente ed il Cda, molto rammaricati per questa scelta, rispettano il punto di vista della direttrice e ne accettano le dimissioni, ringraziandola per il buon lavoro svolto”. Adesso non rimane che aspettare per capire come si evolverà la situazione, considerando che il CdA si sta adoperando per garantire la continuità operativa del museo oltre agli impegni già programmati dalla Fondazione.

Ludovica Palmieri

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Ludovica Palmieri

Ludovica Palmieri è nata a Napoli. Vive e lavora a Roma, dove ha conseguito il diploma di laurea magistrale con lode in Storia dell’Arte con un tesi sulla fortuna critica di Correggio nel Settecento presso la terza università. Subito dopo…

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