A Cesena nasce la Fondazione LAM per le Arti Contemporanee in una casa studio-residenza
La nuova non profit, voluta da Loretta Amadori con la direzione di Alberto Masacci, si propone di promuovere e sostenere le arti e la cultura contemporanea attraverso un programma interdisciplinare che guardi ai giovani artisti. E contribuisca a sanare l'emergenza culturale italiana

Favorire la diffusione e l’accesso alla conoscenza delle arti contemporanee sostenendo la nuova produzione artistica e ponendo particolare attenzione alle giovani generazioni in un momento di difficoltà: con questo obiettivo nasce la Fondazione LAM per le Arti Contemporanee, organizzazione non profit in apertura a Cesena. Ideatrice e fondatrice del progetto (da cui la fondazione prende il proprio nome) è Loretta Amadori, figlia del famoso imprenditore dell’agroalimentare e originaria proprio della cittadina romagnola, che ha deciso di impegnarsi nella promozione delle arti in un’ottica di sviluppo sociale con l’aiuto dell’amico e professionista Alberto Masacci, rinomato nome della filantropia e del fundraising in Italia, che sarà il direttore generale della nuova organizzazione.

La Fondazione per le Arti Contemporanee di Loretta Amadori
La Fondazione, che vuole inserirsi nella costellazione del mecenatismo culturale privato emergente, “non ha e non vuole essere una sede espositiva ma una casa studio e residenza, dove invitare e ospitare artisti, pensatori e curatori”, ha commentato la fondatrice, Loretta Amadori. “Abbiamo immaginato una casa aperta all’incontro e al dialogo tra discipline diverse, con l’obiettivo di portare tutte le forme d’arte negli spazi pubblici. Arti visive e performative, cinema, teatro, musica, editoria d’arte, parlano di noi, del mondo e della nostra vita. Sta a noi cogliere questo dialogo fecondo e farne motore di evoluzione personale e anche collettiva. Noi vorremmo facilitare questo “incontro” con un pubblico il più ampio possibile”. La neonata fondazione punta a sviluppare questa missione grazie a una rete di relazioni con il mondo dell’arte, verso cui Amadori è già sensibile – ha collaborato con case editrici musicali e culturali a Barcellona e sviluppato progetti di grafica e comunicazione con organizzazioni nazionali e internazionali -, con le Università e l’universo non profit.














La nuova Fondazione LAM per le Arti Contemporanee
Le attività della Fondazione sono quindi incentrate su progetti di arte pubblica, ma anche residenze d’artista e un public program dedicato ad attività di divulgazione e formazione, con laboratori, lezioni, incontri e dibattiti sulle questioni più urgenti e complesse della contemporaneità. Proprio in quest’ottica la Fondazione ha stretto una partnership con Cinemovel Foundation per produrre e promuovere, in collaborazione con RAI cinema, il documentario Allacciate le cinture con la regia di Tommaso Merighi. Il film è un “dietro le quinte” del lungometraggio Leone d’Argento Io Capitano, che insieme agli attori e al regista Matteo Garrone va nei luoghi del Senegal in cui la storia ha preso vita. A partire dal 19 marzo il documentario sarà disponibile su RaiPlay, e il 26 marzo anticiperà la trasmissione in prima serata su Rai Uno del film di Garrone, candidato Oscar 2024; nelle prossime settimane seguiranno proiezioni in sale nazionali e internazionali e progetti per le scuole. Per ottobre sono invece in programma un ciclo di incontri sulle arti contemporanee alla Biblioteca Malatestiana di Cesena (prima biblioteca civica italiana) con esperti e pensatori e, sempre in autunno, il primo progetto di arte pubblica a Cesena.

La missione della Fondazione LAM di Cesena
“Noi lavoreremo ogni anno sul territorio locale, anche perché Cesena è la comunità di riferimento della famiglia Amadori, ma guarderemo anche al panorama nazionale con progetti come ‘Allacciate le cinture’, che ci parla della grande priorità di oggi, l’immigrazione”, spiega il direttore generale della nuova fondazione Alberto Masacci. Oltre ad aver co-fondato The Fund Raising School e l’Associazione Italiana Fundraiser, 25 anni fa quest’anno, Masacci è anche co-fondatore a Faenza del Museo Carlo Zauli e del Festival di Arte Contemporanea e ha collaborato con numerose istituzioni culturali italiane, dalla Fondazione Sandretto Re Rebaudengo a Associazione Arte Continua, dalla Fabbrica del Vapore di Milano al MAXXI di Roma. “Ho passato tutta la vita a cercare nuovi modelli di produzione artistica culturale, e credo in una visione umanistica del mecenatismo, all’europea, e non all’americana: secondo me l’importante è saper cogliere il potenziale dei nuovi attori sociali. In Italia ci sono tutti i presupposti perché le arti e la cultura possano aiutarci a inserirci in un processo di auto-miglioramento”.
E continua: “È un momento storico difficile quello che stiamo vivendo, una fase di passaggio che rende quella culturale la vera emergenza del nostro tempo. Bisogna che il privato sociale emerga e crei nuovi modelli, e che faccia investimenti massicci su scuola e cultura: è questa la priorità del Paese e dell’Europa. Servono strumenti per leggere questo periodo drammatico che viviamo, e le arti sono la chiave di accesso ai saperi e discipline, ovviamente in un costante lavoro con la comunità”. L’Italia lascia ben sperare, spiega Masacci, vista la fioritura di nuovi attori sociali (soprattutto donne): “Le fondazioni devono essere i nuovi produttori di senso: per questo con LAM puntiamo a promuovere la conoscenza e la condivisione tentando di avvicinare alle arti, soprattutto contemporanee, anche le persone che hanno più difficoltà. Dobbiamo abbattere tutte le barriere”.
Giulia Giaume
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