Il Ministero dell’Università rinnova l’alta formazione artistica per equipararla a quella accademica

Si tratta solo di un primo passaggio con l’obiettivo di valorizzare l’alta formazione artistica, ora snellita sotto il profilo burocratico e aggiornata nei contenuti. In nome di tecnologia, interazione tra arti e scienze e transdisciplinarietà

Ottimizzazione burocratica, revisione dei contenuti, aggiornamento dei profili alla luce delle nuove esigenze in materia di offerta formativa, didattica e ricerca. È un’azione di riforma integrata a caratterizzare il decreto ministeriale per la razionalizzazione dei settori artistico-disciplinari dell’Alta Formazione Artistica, Musicale e Coreutica firmato lo scorso 12 febbraio 2025 (e ora pubblicato in Gazzetta) dalla ministra dell’Università e della Ricerca, Maria Grazia Bernini.

L’alta formazione artistica come quella accademica

Un impegno che sembra discendere dalla volontà, più volte espressa da Bernini negli ultimi mesi, di equiparare l’alta formazione artistica a quella accademica: “La contaminazione culturale nasce da una visione ecosistemica fra università, ricerca, alta formazione artistica, imprese, territori e terzo settore”, sottolineava la ministra lo scorso gennaio, in occasione dell’inaugurazione dell’anno accademico 2024-2025 all’Università Aldo Modo di Bari.
E l’ultimo intervento normativo del dicastero – tra i più lucidi dell’attuale Governo Meloni – apre la strada proprio in questa direzione.

Accademia di Belle Arti di Brera, Cortile d'Onore, Milano. Photo Cosmo Laera. Courtesy Accademia di Brera
Accademia di Belle Arti di Brera, Cortile d’Onore, Milano. Photo Cosmo Laera. Courtesy Accademia di Brera

I temi della riforma dell’alta formazione artistica

Inserendosi nel più ampio progetto di riforma dell’Alta Formazione Artistica, Musicale e Coreutica in corso, il decreto snellisce innanzitutto la struttura, riducendo i settori da oltre 400 a 127, e aggiorna i contenuti scientifico-artistici “vista la rapidissima evoluzione delle arti, della musica, del design, del teatro, della danza e del restauro, nonché della crescita del sistema AFAM, delle nuove tecnologie, delle novità normative, dell’ampliamento dell’offerta formativa e dell’aumento degli iscritti“, sottolinea il Ministero dell’Università. Inoltre è propedeutico all’approvazione del nuovo Regolamento sul reclutamento dei professori e dei ricercatori AFAM, “che introdurrà l’abilitazione artistica nazionale e prevederà che l’assunzione dei docenti e ricercatori sia simile a quello dell’università”. Ancora, non esisteranno più settori separati per Accademie di Belle Arti, Accademie di Arte drammatica, Accademie di danza, Istituti superiori per le industrie artistiche e conservatori, così da favorire un approccio interdisciplinare e transdisciplinare.

La revisione dei contenuti dell’alta formazione artistica

Tre le principali novità si segnalano anche una revisione dei contenuti relativi alla pittura, per definire un nuovo modello di specializzazione, che comprenda sia gli aspetti tradizionali che quelli tecnologici, prendendo in considerazione anche i suoi sviluppi più recenti oltre all’uso dei nuovi materiali. In questo contesto avrà slancio anche la street art. Ma il decreto presta la doverosa attenzione anche al ruolo terapeutico delle arti, introducendo accanto ai settori di Arteterapia e Musicoterapia anche i profili di Teatroterapia e Danzaterapia. E sono stati rivisti anche tutti i SAD dedicati alle teorie e alla storia delle arti visive o progettuali, nonché quelli dedicati alla conservazione, comunicazione e valorizzazione del patrimonio culturale. “Le istituzioni AFAM sono il motore della nostra creatività” spiega Bernini “Sono sicura che il percorso intrapreso porterà un contributo ancora più rilevante alla nostra produzione artistica nello scenario nazionale e internazionale“.
Le fa eco la presidente del CNAM, Giovanna Cassese, che evidenzia i cambiamenti già in atto: “Le istituzioni AFAM stanno vivendo una vera e propria rivoluzione epocale, culminata quest’anno con l’avvio dei dottorati di ricerca che hanno visto accreditati progetti transdisciplinari di straordinaria innovazione e interazione tra arti e scienze, tra nuove tecnologie e antichi saperi, tra know-how del Made in Italy e le possibilità dell’intelligenza artificiale”.

Livia Montagnoli

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