Sempre più incuriositi dal crescente interesse nei confronti dell’autoproduzione, partecipiamo al workshop Manufacto organizzato dal duo Resign, per scoprire la Fonderia Artistica Battaglia e i suoi antichi metodi di lavorazione del bronzo. Varcate le porte della Fonderia, ci troviamo in un luogo pulsante e vivo nel quale creatività e sperimentazione sono tangibili. La tradizione metallurgica della fusione bronzea a cera persa, tramandata per migliaia di anni, trova qui la sua sintesi, implementata dalla costante innovazione di materiali, tecniche, leghe e patine.
Proprio all’interno degli spazi della Fonderia, il workshop prende forma con lezioni teoriche tenute da Stefano Maffei e Andrea Gianni di Subalterno, seguiti da Stefano Caggiano e lo studio Sovrappensiero. I partecipanti al workshop devono ideare un oggetto in bronzo e alla fine dei tre giorni solo il migliore verrà realizzato e messo in vendita sullo store online di Subalterno. Assieme ai partecipanti abbiamo l’occasione per ripassare le nostre conoscenze sul bronzo che è stato la prima lega metallica nella storia tecnologica dell’umanità: in origine di rame e stagno, modernamente di rame e silicio.
Partendo dal ricordo di quel lontano passato riaffiorano alla mente le prime tecniche di fusione, che portarono alla realizzazione del Fegato di Bronzo, celeberrimo manufatto di quella misteriosa società che furono gli etruschi, o le fusioni a cera persa degli altrettanto mirabili Bronzi di Riace. Quest’ultima tecnica si è mantenuta praticamente immodificata fino a noi, sebbene siano stati introdotti nuovi materiali nella fase di creazione dello stampo, quali gel e siliconi, e ci sia uno studio più scientifico e sperimentale delle patine superficiali, come finitura dell’opera.
Le diverse fasi del lavoro che si svolge meticolosamente all’interno della fonderia avviene in diversi reparti e li scopriamo assieme agli organizzatori Magnani e Delvecchio. Nel reparto cere si costruisce l’involucro esterno e si realizza la copia in cera del modello iniziale dell’artista; vengono creati i caratteristici canali di fusione sul positivo in cera che permetteranno di colare il bronzo all’interno dello stampo.
Si passa poi alla fonderia, dove il primo passo è la creazione della “forma”, un’armatura di terra refrattaria a cui segue il passaggio di riscaldamento della forma e il successivo scioglimento della cera, da cui il nome della tecnica. Una volta eliminato, quindi, lo strato di cera, il bronzo liquido viene colato nell’intercapedine creatasi; dalla temperatura di 750 gradi della fase precedente si passa a 1.200. L’ultima fase consiste nel liberare la forma dalla terra refrattaria.
Uno degli aspetti più interessanti di questa tecnica è la possibilità di scegliere lo spessore del materiale, aumentando e diminuendo la dimensione dello strato di cera, e la completa noncuranza nel trattare i sottosquadra, tema particolarmente ostico per i progettisti. Dalla fonderia si passa al cesello, dove si libera la statua dalla sua forma; qualora sia di grande dimensioni, quindi non stampata in un unico pezzo, le diverse parti vengono saldate e rifinite con ceselli o bulini.
L’ultimo reparto è quello delle patine, trattamenti superficiali del bronzo che permettono una personalizzazione con infiniti effetti e colori. Nate da un lungo percorso di sperimentazione, adoperando più di 150 composti tra acidi, cloruri, solfuri, ossidi, reagenti, paste, siliconi, lacche, resine e cere naturali, i maestri sono in grado di riprodurre esattamente l’effetto desiderato.
Il workshop si conclude con giovani affascinati dalla ri-scoperta di questa antica lavorazione artigianale. Nuovi maker sono stati formati.
Aimone Maltese
http://www.resign.it/
http://www.fonderiabattaglia.com/
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