La didattica in franchising
Si può parlare di “franchising” della didattica? La ricercatrice Serena Maffucci l’ha fatto, studiando le proposte delle quattro sedi del marchio museale più famoso del mondo: il Guggenheim. E ha raccolto la sua ricerca in un libro edito da Natyvi.
Com’è nata l’idea di questa ricerca?
Punto di partenza della mia ricerca è stata la pubblicazione di La crisi dei musei. La globalizzazione della cultura, testo di Jean Clair del 2008 che analizza in modo critico e cinico l’attuale situazione culturale e museale, prendendo come spunto l’inaugurazione di nuove sedi dei musei Louvre e Guggenheim in un’isola artificiale degli Emirati Arabi. Ho scelto quindi di rivolgere la mia attenzione al Guggenheim per studiarne nello specifico l’aspetto educativo e le modalità di gestione della didattica, in un lungo lavoro di ricerca che si è arricchito con le interviste ai responsabili dei dipartimenti educativi effettuate in ciascuna della quattro sedi di Venezia, New York, Bilbao e Berlino.
Nel titolo appare la parola ‘franchising’, una scelta inusuale nel panorama italiano. Cosa intendevi suggerire?
Il concetto di franchising, cruciale all’interno della ricerca, appare inusuale proprio perché accostato in modo paradossale a quello di didattica. La Fondazione Guggenheim rappresenta uno dei primi e discussi casi mondiali di branding museale, attraverso la dislocazione su scala planetaria di sedi satellite semiautonome. Il primo obiettivo è stato quindi quello di comprendere come didattica e franchising potessero convivere calandosi in contesti geografici e culturali tanto diversi.
Quali sono le principali e originali riflessioni da questo giro del mondo in quattro musei?
L’iniziale scetticismo con cui mi sono avvicinata a questa complessa questione ha presto lasciato il posto a un grande stupore nel constatare l’esistenza di una politica educativa gestita con grande consapevolezza di intenti e metodologie. I musei operano infatti nel rispetto della medesima mission e collaborano costantemente alla programmazione di proposte uniche, calibrate ogni volta sulle esigenze e peculiarità del pubblico di riferimento. L’articolazione tra locale e globale tende a valorizzare le particolarità specifiche di ogni luogo, ponendosi come punto di forza di ogni attività e vera risorsa della didattica dei Guggenheim. Ogni sede conserva una propria autonomia progettuale, pur riconoscendo la centralità del museo statunitense, che svolge un indispensabile ruolo di coordinamento e continuo confronto, ponendosi come garante del complesso e necessario lavoro di trasposizione di intenti e contenuti.
Si può parlare di un metodo Guggenheim nell’educazione museale?
L’aspetto più interessante riguarda proprio l’utilizzo da parte di tutte le sedi della stessa metodologia: si tratta dell’art investigation, modello che affonda le sue radici nell’ambito delle teorie costruttiviste attraverso un approccio inquiry based che prevede che un educatore si rivolga al pubblico con domande a risposta aperta (questioning). Massima importanza è affidata al momento del contatto diretto con l’opera e al coinvolgimento continuo del gruppo. È interessante notare come questa metodologia sia alla base di uno dei più longevi programmi della Fondazione, il Learning through Art, attuato con le dovute varianti in quasi tutte le sedi del Guggenheim.
Consigli e suggerimenti per i musei italiani?
Alcuni dei nostri musei navigano in situazioni critiche a causa di dinamiche puramente economiche e interessi politici che molto spesso relegano a un ruolo di secondo piano gli aspetti culturali ed educativi. Le istituzioni potranno risollevarsi solo riconoscendo l’immensa potenzialità del patrimonio artistico italiano e aprendosi, nello stesso tempo, alle prospettive del panorama internazionale, inaugurando nuove collaborazioni e partenariati che possano continuare a valorizzare, rinnovare e arricchire la grande risorsa che rende il nostro Paese un luogo unico al mondo.
Annalisa Trasatti
Serena Maffucci – Global Guggenheim. La proposta educativa nei musei in franchising
Natyvi, Roma 2012
€ 12
ISBN 9788890637032
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