Robert Filliou il precursore
La 24esima lettera di Maria Rosa Sossai è una missiva postuma. È infatti indirizzata all’artista Fluxus francese Robert Filliou, nato nel 1926 e morto nel 1987.
Caro Robert Filliou,
il tuo libro Teaching and Learning as Performing Arts, così attuale anche se scritto negli Anni Settanta, ha il grande pregio di avere anticipato un dibattito oggi diventato di grande attualità, ovvero quale sia la natura dei rapporti che intercorrono tra pedagogia e arte.
Tu ritieni però che i processi che guidano l’insegnamento e l’apprendimento siano vicini in modo particolare alle arti performative, perché sono le sole a concorrere al raggiungimento di obiettivi comuni, mettendo in discussione in egual misura la funzione dell’artista e l’identità dell’insegnante. Arte ed educazione sono processi che implicano l’arte del perdersi senza tuttavia sentirsi perduti, contro la gerarchia imposta da sistemi educativi conservatori e dalle strategie del mercato dell’arte. Quindi artisti e docenti hanno la grande responsabilità o di confermare i valori tradizionali delle categorie di pensiero e delle istituzioni alle quali appartengono, oppure, in alternativa, di creare uno spazio di sperimentazione, con un approccio innovativo sia nei confronti dell’opera d’arte che dell’educazione.
Sei convinto che vita e arte dovrebbero diventare essenzialmente delle poetiche, concependo la lezione dell’arte come libertà dello spirito nella vita di tutti i giorni, in modo tale che diventi arte del vivere. In conclusione: tutto è arte e tutti sono artisti.
Lo scopo del tuo studio è mostrare come alcuni problemi inerenti all’insegnamento e all’apprendimento possano essere risolti, almeno in parte, attraverso l’uso di tecniche partecipative che gli artisti hanno sviluppato, come l’happening, gli eventi, la poesia d’azione, l’environment, la poesia visiva, i film, la performance di strada, la musica non strumentale ecc., contro gli specialisti della pittura e della scultura, dato che consideri lo status dell’artista il più adatto a produrre una diversa visione della realtà.
Maria Rosa Sossai
Articolo pubblicato su Artribune Magazine #25
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