Arte e formazione. In un libro i 10 anni di ricerca del Crac di Cremona
Insegnante presso il liceo artistico Bruno Munari di Cremona, Dino Ferruzzi ha dato vita al CRAC Centro Ricerca Arte Contemporanea. Un laboratorio di idee che per dieci anni ha ampliato gli orizzonti formativi dell’istituto scolastico lombardo, prima di essere chiuso. Il racconto di una preziosa attività decennale è ora raccolto in un libro.
EDUCAZIONE CREATIVA
Il libro di Dino Ferruzzi edito da postmediabooks racconta l’esperienza decennale del CRAC Centro Ricerca Arte Contemporanea ospitato negli spazi del Liceo artistico statale Bruno Munari di Cremona, dove Dino tutt’ora insegna. Uno degli aspetti più significativi dell’attività del CRAC è avere creato uno stretto rapporto tra la ricerca artistica e l’azione educativa compiuta giornalmente nelle aule scolastiche. I laboratori e i seminari con gli artisti, le mostre, gli incontri con i curatori, i convegni hanno animato e reso vivo il liceo, includendo le famiglie degli studenti, pubblici diversi e altre istituzioni. Riprendendo le parole di Dino Ferruzzi, il CRAC è stato “un laboratorio di idee e di produzione culturale in grado di gettare le basi non solo per una teoria della conoscenza, ma per ridisegnare una mappa politica, sociale e antropologica dalla quale partire per costruire un progetto di vita in comune”.
RESISTENZE E CHIUSURA
Tuttavia, sottolinea Dino, ci sono state tante e tali resistenze all’innovazione che due anni fa hanno prevalso le posizioni più reazionarie sino alla chiusura del Centro da parte del nuovo dirigente scolastico. Ammiro il coraggio e la determinazione con i quali Dino, in collaborazione con Gianna Paola Machiavelli, ha deciso di ricostruire i tasselli di questo percorso, documentandone con amore e professionalità ogni singolo momento.
UN’ESPERIENZA INDIMENTICABILE
Scorrendo il ricco corredo fotografico, la varietà delle iniziative, la rete di relazioni e collaborazioni, i contributi critici, le testimonianze degli amici, viene fuori un patrimonio pedagogico e artistico difficilmente riscontrabile in altre realtà italiane, un esempio unico di coerenza e dialogo tra arte, educazione e spazio istituzionale. Tanti gli artisti e i curatori che hanno partecipato alle attività e ai progetti avviati, suddivisi in sezioni. Il libro è uno strumento fondamentale per qualsiasi scuola che voglia diventare un bene condiviso. L’attività espositiva è stata utilizzata come occasione didattica auto formativa, per avvicinare gli studenti ai temi del contemporaneo e a un’idea dinamica e propositiva di cittadinanza. Mentre all’estero questo tipo di sperimentazioni fa parte del curriculum di studi, in Italia la scuola ha subìto un’involuzione che l’ha impoverita e sottomessa a un modello educativo omologato, verticistico e burocratizzato, chiuso all’innovazione.
IL PARADOSSO CULTURALE ITALIANO
Leggendo il libro si comprende quanto sia difficile praticare all’interno delle istituzioni un percorso inedito che attraversi la norma e renda l’arte un’occasione formativa non solo per gli studenti, ma per tutti coloro che fanno parte della comunità di riferimento. Emerge il paradosso di un paese depositario di un patrimonio artistico senza eguali, che manca però di una cultura della contemporaneità e di spazi specifici e adeguati di confronto per le nuove generazioni. Compito che la scuola è chiamata in primo luogo ad assolvere.
Maria Rosa Sossai
Dino Ferruzzi – Ten Years 2004-2014. Arte, educazione, formazione, lavoro, spazio pubblico
Postmediabooks, Milano 2016
Pagg. 288, € 26
ISBN 9788874901548
www.postmediabooks.it
Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati