L’Italia aiuti Lara Vinca Masini. Appello di un gruppo di intellettuali per il vitalizio
Tra i firmatari Tomaso Montanari e la rivista online Cultura commestibile. La fama della Vinca Masini, storica dell’arte ormai novantenne, era stata ritenuta non confacente ai criteri di legge.
L’arte contemporanea ha un destino precario, non solo a trent’anni. Lara Vinca Masini, famosa storica dell’arte di origine toscana, residente a Firenze in Via Solferino, oggi ne ha 90. Ha avuto un ruolo fondamentale nella critica d’arte, già a partire dagli anni ’60; nel decennio successivo è stata alla guida del Museo Progressivo d’Arte Contemporanea di Livorno, uno dei progetti più sperimentali dell’Italia di quegli anni con la prima Biennale d’Arte Contemporanea della città, curata insieme a Vittorio Fagone, che affiancava alla collezione permanente del museo, 150 opere di artisti italiani e promuovendo negli stessi anni una importante campagna di nuove acquisizioni. Successivamente, nel 1978, ha partecipato alla Commissione italiana per le Arti Visive e per la Sezione Architettura della Biennale di Venezia e ottenuto il Premio dei Lincei per la Critica nel 1986. A fianco degli artisti, ha scritto importanti saggi come Arte Contemporanea. La linea dell’unicità (Firenze, 1989), il Dizionario del fare arte contemporaneo (Firenze, 1992), L’arte del Novecento. Dall’Espressionismo al Multimediale proposto dall’Espresso.
IL RIFIUTO DEL VITALIZIO DELLA LEGGE BACCHELLI
Nel giugno 2014 era stata presentata da un gruppo di colleghi la richiesta di conferire alla critica d’arte in gravi difficoltà economiche il vitalizio di 24mila euro annui istituito nel 1985 dalle Legge Bacchelli presso la presidenza del Consiglio dei Ministri. Si tratta di un fondo straordinario per garantire un sostegno economico ai cittadini italiani che hanno reso illustre la patria per meriti scientifici, artistici, letterari e nel lavoro, laddove si trovino in stato di necessità. Negli ultimi anni è stato conferito a Julia Dobrovolskaja, Renzo Calegari, Anna Maria Gherardi, morta subito dopo l’assegnazione, Francesco Brocani. Ma a Lara Vinca Masini no: si era mossa anche la Regione Toscana, ma la risposta era stata che la fama del suo operato non rispondeva ai criteri di legge.
IL NUOVO APPELLO
Ora chi aveva presentato quella richiesta che aveva ricevuto il rifiuto torna a dare battaglia con il nuovo Governo Gentiloni, come riporta Fulvio Paloscia nella pagina fiorentina del quotidiano La Repubblica. Si tratta della redazione di Cultura commestibile, rivista online diretta da Simone Siliani, insieme ad un gruppo di 28 intellettuali, quali Tomaso Montanari, Claudio Nardi, David Palterer, Alberto Breschi. L’appello, rilanciato a novembre 2016, con Matteo Renzi ancora in carica e rilanciato al nuovo governo cita più o meno così: “Signor Presidente, signor Ministro siamo assolutamente certi che i vostri uffici sono incorsi in un errore, in un equivoco quando hanno rifiutato i benefici della Legge Bacchelli alla nota studiosa Lara Vinca Masini per assenza dei requisiti di chiara fama. È l’unica spiegazione plausibile perché gli uffici e la Commissione Consultiva che istruisce queste pratiche non possono non comprendere quale decisivo apporto gli studi critici, il lavoro di organizzazione culturale e la valorizzazione delle arti contemporanee di Lara Vinca Masini hanno dato alla cultura, e a quella italiana in particolare, nel mondo”. E d’altra parte non potrebbe essere diversamente, dal momento che la Vinca Masini ha donato nel 2010 al Centro Pecci per l’arte contemporanea di Prato il proprio preziosissimo archivio bibliografico, composto da circa 30mila volumi raccolti nella sua lunga carriera. Segno di una storia (dell’arte) e di un impegno civile che non è proprio da dimenticare.
– Santa Nastro
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