Reti didattiche. L’Archivio Luce in versione web
Uno degli archivi più ricchi d’Italia svela se stesso anche online. Offrendo agli utenti una panoramica sul contesto culturale italiano del passato.
Quasi un secolo d’immagini. Un archivio vastissimo che dal 1924 e sotto varie voci, dall’arte all’informazione, dalla letteratura alla storia alla scienza – per i giovani appassionati del web, un documentario Incom del 1949 rende conto dei primi tentativi di Guglielmo Marconi di trasmissione dei segnali via etere – racconta la storia della nazione Italia. Oggi associato con altri archivi (Aamod, Quilici, Istituto Luce Cinecittà), l’Archivio Luce offre la consultazione online di migliaia d’immagini e documenti video. Un tuffo nel passato, fino ai decenni più vicini, dove comunicazione e propaganda si confondono in piccole, preziose pillole. Come nei cinegiornali, col passaggio dagli anni del monopolio fascista dell’informazione al nuovo contesto democratico, caratterizzato da servizi su più aspetti dell’attualità.
DOCUMENTARI AD ARTE
Alla voce arte e cultura, tra gli altri, i filmati del Giornale Luce documentano le Biennali di Venezia e le Quadriennali d’Arte Nazionale di Roma fin dalle prime edizioni. Dagli Anni Sessanta in poi, le inaugurazioni di regime lasciano spazio a brevi filmati – Caleidoscopio Ciac – che, accompagnati dalle frasi a volte ironiche di una voce fuori campo, ben esprimono la perplessità di allora per i nuovi linguaggi dell’arte. Si passa così dall’ammirazione, nella veloce descrizione della mostra, a Roma, per Oleksandr Archypenko nel 1946, ai toni derisori spesi per Kazimir Malević nell’esposizione capitolina del 1959. Centinaia sono le opere che qui sfilano sotto gli occhi e il gioco può essere quello di riconoscere quali artisti sono stati consegnati ai libri di storia e quanti, i più, sono svaniti nel corso dei decenni.
Tanti sono i brevi focus sugli eventi del momento proposti a coloro che si davano appuntamento nelle sale cinematografiche. Per esplorare il sito, data la quantità e la varietà del materiale, il suggerimento è di iniziare dalle indicazioni tematiche per poi abbandonare la disciplinata ricerca e riconoscersi, avviata la visione, negli umori di uno degli spettatori di Buio in sala, cortometraggio del 1948 di Dino Risi, dove la trama è tutta da cercare nelle espressioni dei volti, nelle azioni e reazioni delle persone che assistono alla proiezione di un film, del quale il regista non mostra neanche un fotogramma.
UN VIAGGIO IN ITALIA
Dalla Casa del Cinema alla sezione Regioni d’Italia, gli autori dei brevi documentari prodotti dall’Istituto Luce per il Ministero del Turismo sono sempre grandi, all’epoca giovani registi uniti dall’obiettivo di far conoscere la nazione ai cittadini. Un viaggio da nord a sud in dodici città. Udine la racconta Gillo Pontecorvo mentre Ermanno Olmi dalle acque dei canali fa emergere Milano; Verona è raccontata da un San Zeno-pescatore in jeans e maglietta, guida scelta da Mario Monicelli, con Susi Cecchi D’Amico; e se Napoli ha gli occhi di Francesco Rosi, Roma invece è filmata da Michelangelo Antonioni, che si avvale della consulenza artistica di Giulio Carlo Argan e Maurizio Fagiolo. Ancora Bertolucci, Lattuada, Wertmüller, Lizzani, Zeffirelli, Bolognini, e Soldati per Torino. Nomi che vale la pena citare per rilevare a chi lo Stato, un tempo, affidava la comunicazione istituzionale, per usare un’espressione moderna.
– Adele Cappelli
Articolo pubblicato su Artribune Magazine #34
Abbonati ad Artribune Magazine
Acquista la tua inserzione sul prossimo Artribune
Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati