Lettere da un collettivo. Una scuola civica in Sardegna
La lettera 33 è uno scambio di email tra Maria Rosa Sossai e il collettivo Giuseppefraugallery della Scuola Civica d’arte contemporanea di Iglesias, in occasione dell’incontro tenutosi il 16 settembre nella piazza San Francesco di Iglesias.
Cari Pino ed Eleonora,
la didattica offre grandi potenzialità che vengono spesso disperse a causa di condizionamenti culturali e di fattori esterni. Nella vostra Scuola Civica però la didattica è diventata materia viva grazie al programma di workshop e di lezioni tenuti da artisti e curatori, con risultati sorprendenti, al di là forse anche delle vostre stesse aspettative. Sia alcuni tra i partecipanti all’incontro, sia coloro che collaborano con voi sono studenti o ex studenti di Pino e questa loro presenza è il dato più significativo e il segno tangibile del successo della scuola. All’ultimo piano dell’Istituto comprensivo che vi ospita, il modo di vivere il tempo-scuola è in sintonia con i desideri e gli interessi delle persone alle quali vi sentite vicini intellettualmente e umanamente.
Cara Maria Rosa,
ti ringraziamo ancora per il tuo meraviglioso contributo didattico che, sfidando il primo temporale dopo mesi di siccità, ha permesso a noi e alla nostra comunità di essere partecipi di un importante momento di formazione e di condivisione. Quando nel 2009 abbiamo deciso di radicalizzare la nostra azione artistica nel Sulcis-Iglesiente, sapevamo che era un luogo difficile, depresso e per molti versi ostile, con il triste primato non solo di essere il più povero d’Italia ma anche uno dei più compromessi a livello ambientale. Il ricordo di un passato florido, che arrivò perfino a sfiorare l’autarchia tecnica, economica e culturale, è ancora vivo, non solo nelle archeologie industriali ma anche nell’eredità dopolavoristica di certa aristocrazia proletaria che da queste parti ha mantenuto intatte le sue posizioni nella produzione culturale.
La Scuola Civica d’Arte Contemporanea è nata di conseguenza con la mission di formare la comunità alle buone pratiche che, partendo dalla ricerca artistica, possono tornare utili nel saper partecipare alle sfide del presente e nel renderci capaci di progettare il futuro. Dalle nostre prime azioni (mostre, workshop, residenze, ma anche interventi di attivismo politico, sociale e ambientale) abbiamo potuto constatare che i modi tradizionali con cui certe prassi dell’arte, soprattutto pubblica e partecipata, si confrontano con il territorio, qui non avrebbero funzionato. Anche l’idea di agire attraverso l’istituzione di un distretto culturale evoluto con un gruppo di artisti non poteva funzionare in un ambiente dove il più delle volte si finisce per importare cose viste altrove.
Di conseguenza, abbiamo pensato di farlo attraverso un’azione didattica capillare, costante e radicale. Da tre anni siamo in trincea nel formare, informare e rendere partecipe la comunità di tutto quello che l’arte ha fatto, fa e, soprattutto, può e deve ancora fare. La nostra scuola è stata pensata come un’opera d’arte pubblica e come tale è stata donata al Comune di Iglesias, di conseguenza è la comunità stessa che possiede la scuola e quello che facciamo noi, lo fa la comunità, perché ne siamo parte. Anche la scuola e l’Università sono istituzione e comunità, solo che la nostra, in quanto opera d’arte, è più libera, oltre che totalmente gratuita: un’istituzione ha bisogno di finanziamenti per esistere, un’opera d’arte, una volta realizzata, non necessariamente per resistere.
Un forte abbraccio.
Il collettivo Giuseppefraugallery è formato da Eleonora Di Marino, Pino Giampà, Riccardo OI, Davide Porcedda, Roberto Casti.
‒ ALAgroup
http://giuseppefraugallery.blogspot.it/
http://scuolacivicaartecontemporanea.blogspot.it/
Articolo pubblicato su Artribune Magazine #40
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