Didattica museale. L’esempio di HangarBicocca a Milano
Il dipartimento didattico permanente del Pirelli HangarBicocca di Milano si racconta attraverso le parole di Laura Zocco e Giovanna Amadasi.
C’era una volta una fabbrica… e quella dell’HangarBicocca sembra proprio una bella favole a lieto fine grazie anche a uno dei pochi dipartimenti didattici permanenti attivi nel milanese. La parola a Laura Zocco e Giovanna Amadasi.
Da alcuni anni, grazie a una programmazione di mostre importanti unite al recupero di uno spazio urbano unico, Pirelli HangarBicocca si è imposto nel panorama milanese dell’arte contemporanea. Il fatto che sia uno dei pochi istituti culturali ad aver un dipartimento educativo interno e permanente è una casualità o una consapevole volontà, una visione culturale?
La presenza di un dipartimento educativo interno è una consapevole volontà legata all’intento di Pirelli HangarBicocca di essere, oltre che un luogo dinamico di sperimentazione e ricerca nell’arte contemporanea riconosciuto a livello internazionale, anche un centro di promozione e divulgazione dei linguaggi dell’arte contemporanea. La presenza di uno staff e di un progetto educativo interno garantisce coerenza e identità di visione nella trasmissione di contenuti e metodologie.
Da chi è composto lo staff?
Lo staff interno è composto da Giovanna Amadasi, responsabile delle attività di learning e del Public Program, e Laura Zocco, responsabile dei progetti educativi. Le attività vengono inoltre sviluppate e condotte dagli arts tutor, educatori museali, che si occupano dei visitatori più giovani e delle scuole, e dai mediatori culturali, che si dedicano alle attività con il pubblico adulto.
Quali sono i vostri riferimenti metodologici?
Sia i progetti educativi per i più piccoli che l’approccio verso il pubblico adulto si ispirano al principio dell’education through art, teorizzata nel 1943 da Herbert Read, secondo cui “l’arte può essere la base dell’educazione” e una perfetta coesione tra le due permette all’arte di svolgere la funzione sociale a cui aspira. Oltre a Read, importanti riferimenti teorici relativi al principio dell’educare con l’arte sono John Dewey, Irena Wojnar e Bruno Munari, personalità per cui è centrale il ruolo dell’esperienza nell’apprendimento: l’opera d’arte non deve essere spiegata con le parole, ma osservata in prima persona nel suo contesto espositivo in modo che l’osservazione e il contatto diretto diventino un bagaglio permanente nel vissuto dei visitatori. I mediatori culturali favoriscono un approccio aperto e curioso ai linguaggi dell’arte contemporanea e, attraverso un dialogo il più possibile interattivo, sollecitano nei visitatori l’approfondimento dei temi affrontati dagli artisti.
Chi sono i vostri pubblici?
Siamo una realtà gratuita e aperta a tutti i tipi di pubblico. I mediatori culturali sono formati per accogliere e guidare all’interno delle mostre ogni tipo di visitatore – dal turista allo studente universitario, dall’esperto di arte a chi si avvicina per la prima volta a questi linguaggi. Tra i nostri frequentatori più assidui ci sono inoltre molte realtà territoriali tra cui associazioni culturali, comunità che si occupano di diverse tipologie di disabilità ed enti benefici oltre alle scuole e alle università. Negli ultimi anni, inoltre, sono cresciuti in modo considerevole i visitatori dall’estero, tra cui sono frequenti i gruppi provenienti da musei internazionali e da università.
Il pubblico delle attività didattiche è costituito soprattutto da famiglie, per quanto riguarda i programmi Kids – percorsi creativi che si svolgono durante il weekend – e da studenti tra i 4 e i 18 anni nel caso del programma School.
Con quali vorreste dialogare maggiormente in futuro?
Una tipologia di visitatore con cui vorremmo maggiormente dialogare in futuro è sicuramente costituita dai preadolescenti e dagli adolescenti, che al momento arrivano soprattutto con i gruppi scolastici. Per farlo è determinante proporre attività in cui teenager e giovani adulti siano protagonisti e possano entrare in contatto diretto con artisti e professionisti dell’arte contemporanea. Ritrovare nell’esperienza artistica legami e connessioni con la vita quotidiana e con la contemporaneità può essere spunto di sviluppo per un programma dedicato a questa fascia d’età.
Lavorare su proposte temporanee è sicuramente più faticoso ma anche molto stimolante, quali le proposte in corso?
Progettare le attività per ogni nuova mostra è il momento più stimolante e gratificante per chi si occupa di didattica museale: ogni tre mesi i nostri arts tutor e i mediatori culturali approfondiscono i temi chiave delle nuove mostre e poi lavorano insieme a noi alla costruzione di un palinsesto che comprende workshop e visite guidate tematiche sia per bambini e famiglie che per adulti. In questo momento per i bambini sono in corso i campus estivi, che da alcuni anni progettiamo e conduciamo in collaborazione con giovani artisti italiani e che quest’anno sono affidati ad Alice Ronchi, la quale, nella sua pratica, oltre alla performance e ad altri linguaggi, utilizza in modo poetico materiali non convenzionali per realizzare sculture e installazioni.
E per quanto riguarda la “guida” alle mostre?
Nei weekend sono attivi percorsi relativi alle mostre temporanee: nei workshop dedicati a CITTÀDIMILANO di Giorgio Andreotta Calò i bambini e i ragazzi scoprono il profondo legame dell’artista con il mare, le isole e gli arcipelaghi, nonché con le tecniche artistiche antiche come la fusione a cera persa o l’utilizzo della camera stenopeica. Nei laboratori dedicati a Remains di Sheela Gowda il tema principale è Inventiamo lo spazio: partendo dalle opere dell’artista bambini e ragazzi scoprono i principi costruttivi elementari dello spazio e l’importanza e l’attenzione dedicata ai materiali scelti.
Tutti i percorsi creativi – sia del programma Kids che School ‒ sono composti da una visita guidata alle mostre e dalle relative attività laboratoriali e sono realizzati in modo coerente rispetto alla programmazione artistica di Pirelli HangarBicocca, in modo da creare un legame e un percorso tra ciò che il pubblico vede e vive internamente allo spazio espositivo.
Per il pubblico degli adulti nel periodo estivo sono previste le Art on Sundays con Aperitivo, lezioni di arte contemporanea seguite da visite tematiche alle mostre – tenute dal team dei mediatori culturali.
Lavorate in rete con altre istituzioni nazionali o internazionali?
Non abbiamo ancora sviluppato collaborazioni internazionali in ambito educativo, ma abbiamo relazioni attive sul territorio nazionale. Nel 2018, in particolare, sono state realizzare attività educative ad hoc insieme al Dipartimento Educazione di Fondazione Merz a Torino e ai progetti educativi di Fondazione Franco Albini a Milano.
Progetti nel cassetto?
Ne abbiamo molti, soprattutto legati all’accessibilità, un piano su cui stiamo iniziando a lavorare. Ma che vorremo maggiormente strutturare nel corso dei prossimi mesi.
‒ Annalisa Trasatti
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