Marinare la scuola? Sì, ma venite agli Uffizi dice il direttore Eike Schmidt
“Se dovete proprio ‘fare forca’ fatelo qui nel nostro museo. Qui si impara comunque moltissimo”, ha affermato il direttore dei musei fiorentini davanti al Ministro dell’Istruzione Lucia Azzolina, giunta n visita per il primo giorno di riapertura delle Gallerie.
“Ormai se le inventano proprio tutte per attirare i visitatori!” potrebbe essere il commento di qualche lettore di fronte all’ultima esternazione di Eike Schmidt, direttore delle Gallerie degli Uffizi, già caduto nel mirino nei mesi scorsi per aver accolto Chiara Ferragni nelle sale museali. La provocazione è stata lanciata la mattina del 21 gennaio, in occasione proprio della riapertura degli Uffizi (concessa in Toscana e nelle regioni della zona gialla) ai quali ha fatto visita il Ministro dell’Istruzione Lucia Azzolina.
MARINARE LA SCUOLA PER ANDARE AGLI UFFIZI: LA PROVOCAZIONE DEL DIRETTORE
È in questa occasione che Schmidt ha dichiarato: “vorrei rivolgere un invito particolare ai giovani, ai ragazzi fino ai 18 anni che hanno anche l’ingresso gratuito: se dovete proprio ‘fare forca’ (espressione tipica fiorentina che indica chi marina o bigia la scuola, ndr) fatelo qui nel nostro museo. Qui si impara comunque moltissimo. E la stessa cosa vale anche per il giardino di Boboli, luogo tradizionale della forca fiorentina. Questo non è soltanto un luogo bello, è anche luogo della conoscenza e dell’identità”. Provocazione o semplice boutade? Difficile a dirsi, soprattutto in un capitolo tanto buio per la scuola, governata in buona parte dalla didattica a distanza e da un ritorno alla normalità che pare ancora lontano. Fatto sta che la riapertura del 21 gennaio è stato un momento altamente simbolico per il museo, a tal punto che è stato lo stesso direttore Schmidt ad aprire le porte ai primi visitatori. “Bentornati agli Uffizi dopo 77 giorni”, ha detto. “Una chiusura veramente lunga, come quella che abbiamo visto nella Seconda Guerra mondiale. La crisi non è ancora alle nostre spalle, ma abbiamo questo come segnale, ovvero l’importanza della cultura e dell’accesso diretto alla cultura”.
-Giulia Ronchi
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