RiparAzioni: 6 lezioni di arte, cultura e società all’Accademia di Belle Arti di Bologna
Gli ospiti sono altrettanti grandi protagonisti dell’arte e della cultura internazionale, dal collettivo ruangrupa al filosofo Emanuele Coccia, fino alla fumettista Nora Krug e alla regista Alice Rohrwacher
Sei incontri per avvicinarsi all’arte e alla cultura internazionale: è il ciclo di riparAzioni, iniziativa a cura di Lucrezia Ercoli, Maura Pozzati ed Emilio Varrà nell’ambito del progetto ideato dall’Accademia di Belle Arti di Bologna (Ababo) per il Programma Operativo Città Metropolitane 2014-2020. Gli ospiti di questi “dialoghi d’arte, cultura e società”, che si terranno dal 3 aprile al 23 giugno 2023, sono sei grandi intellettuali italiani e dal mondo: il filosofo Emanuele Coccia, il collettivo artistico ruangrupa, il regista teatrale e drammaturgo Armando Punzo, l’artista Adelita Husni-Bey, l’illustratrice Nora Krug e la regista Alice Rohrwacher.
LO SCOPO DEL CICLO DI LEZIONI ALL’ACCADEMIA DI BELLE ARTI DI BOLOGNA
Il programma di conferenze si svolge nell’ambito del più ampio progetto riparAzioni – rielaborare ad arte, ideato dall’Ababo per il PON Metro 14-20 (finanziato dall’UE e volto allo sviluppo urbano sostenibile), che da giugno 2022 promuove percorsi per avvicinare la cittadinanza all’acquisizione e al raffinamento di una coscienza critica e di una maggiore consapevolezza rispetto all’emarginazione sociale e alle risposte che l’arte può offrire. Il ciclo di lezioni, in questo contesto, parte dall’idea che l’arte sia un processo rigenerativo capace di colmare le fratture e gli strappi del reale, che si manifesta nelle forme della fragilità e del degrado, soprattutto sul piano collettivo.
GLI INCONTRI CON GLI OSPITI DEL CICLO RIPARAZIONI
Il ciclo di incontri prende il via lunedì 3 aprile alle 17 con il filosofo Emanuele Coccia, che andrà a ribaltare il punto di vista antropocentrico rivolgendo l’azione riparativa ai legami spezzati tra vita umana, animale e vegetale: le sue riflessioni sul tema della “metamorfosi” come radice del vivente consentiranno di isolare delle traiettorie artistiche per ricucire il nostro rapporto con la città e l’ambiente. Protagonista dell’incontro di lunedì 17 aprile è ruangrupa, il collettivo artistico indonesiano cui è stata affidata la curatela dell’ultima edizione di Documenta a Kassel e la cui pratica comunitaria si ispira a pratiche di sostenibilità e partecipazione. Il collettivo dimostrerà come le istituzioni possano essere riconfigurate nell’ottica di un ecosistema artistico più plurale, attento, duraturo e trasparente. Giovedì 4 maggio alle 17 il regista Armando Punzo, fondatore della storica Compagnia della Fortezza di Volterra, racconterà dell’utopica trasformazione di uno dei peggiori istituti penitenziari italiani in un raffinato laboratorio di ricerca teatrale (progetto che gli è valso il Leone d’Oro della Biennale Teatro 2023). L’incontro di giovedì 25 maggio vedrà quindi la partecipazione di Adelita Husni-Bey, artista italo-libica esperta di pedagogia e vicina a tematiche come l’anarco-collettivismo, il teatro, la giurisprudenza e gli studi sullo sviluppo urbano. Illustrerà le proprie opere, che si fondano su processi creativi collettivi quali giochi di ruolo e laboratori che portano i soggetti coinvolti (spettatori compresi) a comprendere la propria connessione con i rapporti di potere economici e sociali dell’età contemporanea. Venerdì 23 giugno alle 17 sarà la volta dell’autrice e illustratrice tedesco-americana Nora Krug, che con la sua pluripremiata graphic novel Heimat ha analizzato, sviscerato e affrontato la difficile eredità della propria famiglia e del proprio Paese dopo il regime nazista, dimostrando come il fumetto contemporaneo possa diventare uno strumento di primo piano per trasmettere la frammentazione della memoria del presente e dichiarare l’impossibilità di abbandonare la ricerca di un senso personale e collettivo. Ancora incerta la data dell’ultimo incontro con la regista Alice Rohrwacher (candidata agli Oscar 2023), che parlerà di come mettere in luce alcune contraddizioni della contemporaneità privilegiando il punto di vista delle “minoranze”, come quelle di un immaginario rurale o quelle connesse allo sguardo dell’infanzia, a partire dai processi di massificazione nel teatro.
Giulia Giaume
Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati