Arte e restauro al tempo della rivoluzione digitale
Metaverso, fotogrammetria, intelligenza artificiale: il restauro dei beni culturali si sta evolvendo. Abbiamo parlato di questo e dei nuovi percorsi formativi dell’Accademia di Belle Arti Aldo Galli di Como con la direttrice Nicoletta Castellaneta
Tra le professioni del settore culturale, quella del restauratore è fra le più rilevanti e, allo stesso tempo, fra le meno valorizzate. Il restauro, una pratica che necessita l’integrazione di competenze storico-artistiche e scientifiche, richiede una formazione altrettanto trasversale. Nondimeno, la conservazione dei beni culturali si sta evolvendo grazie a innovazioni tecnologiche, traducendo in digitale e agevolando molti processi da sempre svolti manualmente dai restauratori. La didattica dell’Accademia di Belle Arti Aldo Galli di Como ne è un esempio: il primo nucleo dell’Accademia fu proprio l’Istituto Superiore di Restauro Leone Leoni e oggi è una realtà d’eccellenza nel campo della produzione, dello studio e della conservazione del patrimonio culturale, inserita all’interno del dirompente network IED dal 2010. Con la direttrice Nicoletta Castellaneta abbiamo conversato di restauro, arte, didattica e innovazione.
INTERVISTA A NICOLETTA CASTELLANETA
Sin dalla sua fondazione, l’Accademia di Belle Arti Aldo Galli di Como ha sempre avuto un occhio di riguardo per il restauro: come sta rispondendo questa pratica alla crescente pervasività del digitale?
La scuola di restauro dell’Accademia si sta evolvendo grazie a nuovi supporti digitali, che utilizziamo per l’analisi dei beni. Negli ultimi anni abbiamo implementato tecnologie quali la fotogrammetria, che permette di scansionare il bene in modo molto preciso, ricostruendone le parti compromesse.
Anche la possibilità di progettare ambienti virtuali agevola il lavoro del restauratore, permettendogli di valutare diverse opportunità e possibilità di ricollocazione museale e scegliere la soluzione ideale per la conservazione e la valorizzazione del bene.
I maggiori benefici della digitalizzazione del restauro si rivelano però in fase di ricerca: grazie alla ricostruzione virtuale dei beni e degli ambienti, anche ricercatori non presenti in situ possono svolgere attività di expertise e analisi preventiva, rendendo la pratica del restauro e della conservazione non solo più immediata, ma anche più sostenibile, abbattendo l’impatto ambientale di eventuali spostamenti.
Quali obiettivi guidano il restauro odierno?
Senza dubbio la prospettiva di conservazione e disvelamento della storia del bene, piuttosto che di copertura o ricostruzione delle parti mancanti. Tutti gli strumenti digitali implementati nella pratica del restauro sono quindi volti a un obiettivo oggi imprescindibile: il recupero della storia e la sua valorizzazione.
I PERCORSI FORMATIVI DELL’ACCADEMIA DI BELLE ARTI ALDO GALLI – COMO
Com’è strutturato l’insegnamento del restauro?
Il restauro necessita di approfondimento e consapevolezza culturale, ma è anche una pratica sempre in evoluzione, fatta di continui studi sperimentali in ambito prettamente scientifico e di ricerca. Queste sono le due strade su cui anche noi come Accademia stiamo procedendo.
Il corso di restauro ha subito variazioni nel corso del tempo. Oggi è quinquennale (a ciclo unico) ed è un corso professionalizzante: al termine del percorso formativo, gli studenti sostengono un esame di stato abilitante, regolamentato dal Ministero della Cultura e dal Ministero dell’Università e della Ricerca, e acquisiscono la qualifica di restauratori accedendo al relativo elenco nazionale.
Per questo motivo l’intero corso di restauro è prevalentemente strutturato in base alle precise indicazioni dei ministeri.
Quali sono le novità della vostra offerta formativa?
Dal punto di vista degli sviluppi didattici, oltre al già citato percorso quinquennale, il restauro si inserisce anche in altri percorsi offerti dall’Accademia. Da due anni è attivo il master Professione Registrar, volto a formare chi ambisce a lavorare nella gestione logistica delle opere d’arte e dei beni culturali all’interno di musei, gallerie d’arte o aziende di trasporto. Decisamente strategiche per il settore culturale, eppure (differentemente da quanto avviene nel resto d’Europa) non ancora riconosciute a livello professionale in Italia, queste figure combinano una formazione giuridica e assicurativa con un bagaglio di competenze in termini di conservazione e tutela delle opere, necessario per garantire la movimentazione e il posizionamento delle opere con grande professionalità e consapevolezza.
Stiamo poi attivando un corso biennale di altissimo profilo in Painting e Digital Art, con docenti provenienti da tutto il mondo e partenza prevista ad autunno 2023. L’obiettivo è approfondire gli strumenti digitali per le arti visive e dare agli studenti nuove e più ampie possibilità di applicare il pensiero creativo e la metodologia di ricerca artistica in nuovi settori. Il programma si collega anche al bando europeo Shaping the Future (STF), che a luglio attrarrà in Accademia Galli sedici artisti da quattro Paesi europei per partecipare a workshop in cui l’arte incontra le nuove tecnologie – dal cinema in 4D al metaverso, fino all’intelligenza artificiale – per immaginare il futuro in termini di sostenibilità, inclusione e rispetto del clima.
LE PROSPETTIVE DELL’ACCADEMIA DI BELLE ARTI ALDO GALLI – COMO
In che modo l’Accademia unisce tradizione e innovazione nel campo dell’educazione artistica?
L’educazione artistica, per sua natura, parte dalla conoscenza del passato che subisce una trasfigurazione nel presente e sviluppa la visione di un futuro. L’Accademia ha come suo obiettivo quello di formare gli studenti secondo questi tre tempi, dando loro una solida base culturale sulla quale far germogliare le ricerche che li porteranno a consolidare la professione nel loro avvenire. La tradizione, quindi, è il punto di partenza che trova nelle applicazioni delle nuove tecnologie e nel costante affiancamento della teoria alla pratica una formula vincente.
Come sono strutturati i vostri servizi di orientamento alla carriera e di inserimento nel mondo del lavoro, per quanto riguarda il mondo del restauro?
L’Accademia, per ragioni strutturali, ospita un numero di studenti ridotto. Questo fa sì che il suo livello di placement sia altissimo e lo studente trovi la possibilità di esprimersi appieno nelle sue potenzialità, in stretto rapporto con tutta la faculty dei docenti. Inoltre, un grande plusvalore per gli studenti è la partecipazione dell’Accademia al network IED: questo permette loro di partecipare a progetti più estesi, espandere le proprie conoscenze e visibilità, con tante attività internazionali, incontri con aziende, situazioni di condivisione con professionisti e altri studenti del settore culturale e creativo. Al tempo stesso l’Accademia Aldo Galli mantiene la sua identità di accademia di belle arti (AFAM), conservando dunque la sua natura di istituzione di alta formazione artistica.
IL FUTURO DEL LAVORO DI RESTAURATORE
In Italia il lavoro del restauratore è tanto importante quanto sottovalutato: perché?
Io credo che il restauro, nonostante sia un’attività strategica nella gestione del patrimonio, non abbia mai trovato davvero una visibilità e una considerazione corretta, soprattutto dal punto di vista del riconoscimento istituzionale. Dal mio punto di vista, bisognerebbe riconsiderare l’espressione dell’autorialità del restauro, cosa di certo non facile perché vi intervengono più persone e più professionalità, anche se a firmare l’operazione è un solo restauratore. A mio modo di vedere, dovrebbe diventare pratica comune indicare il nome di chi realizza il restauro di un’opera, per una questione sia di responsabilità, che il restauratore necessariamente deve assumersi, sia di merito, che deve essere riconosciuto.
In che modo le nuove tecnologie impatteranno sulla professione del restauratore?
La conoscenza delle tecniche digitali sarà sempre più una necessità strategica per il restauratore e per il suo grado di competitività professionale: saper utilizzare questi strumenti significa avere un altro tipo di approccio, diverse possibilità di valutazione e analisi che concorrono a rendere la pratica più veloce e più precisa.
Anche l’intelligenza artificiale, che nella sua versione attualmente più diffusa non è che all’inizio delle sue vere potenzialità, se utilizzata consapevolmente potrà divenire uno strumento essenziale.
Alberto Villa
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