Quattro anni di evoluzione dalla pandemia a oggi. Le novità dell’Istituto Marangoni di Firenze

Nuovi corsi, nuova consapevolezza sull’insegnamento artistico e un legame sempre più stretto con la città: abbiamo parlato con Francesca Giulia Tavanti, Director of Education di Istituto Marangoni Firenze per scoprire cos’è cambiato negli ultimi anni

Già quattro anni fa avevamo parlato con Francesca Giulia Tavanti, Director of Education di Istituto Marangoni Firenze, per scoprire come la Scuola fiorentina aveva affrontato le difficoltà pandemiche. Oggi molte cose sono cambiate, dal riconoscimento dei corsi triennali in Multimedia Arts e Arts Curating da parte del Ministero alle borse di studio, dalle partnership con le istituzioni fiorentine a progetti editoriali realizzati dagli studenti.

Intervista a Francesca Giulia Tavanti di Istituto Marangoni Firenze

Una nostra intervista risale a 4 anni fa, subito alla fine del ‘primo’ Covid, come sono cambiate le cose in questo lasso di tempo?
Enormemente. Gli anni del Covid e della didattica a distanza sono ormai dietro di noi, ma seppur difficili ci hanno permesso di comprendere il potenziale degli strumenti digitali in nostro possesso, sia per l’insegnamento nei corsi di moda che per quelli di arte, sperimentando e producendo mostre phygital di alto livello, collezioni di moda interamente virtuali, oltre che a progetti editoriali con una fruizione ibrida.

Un salto tecnologico insomma si è consolidato…
Se qualche anno fa sembravano solo un orizzonte lontano o uno dei tanti futuri possibili, oggi dobbiamo riconoscere che queste tecnologie sono davvero realtà. Moltissime aziende hanno, infatti, integrato questi strumenti sia nella fase di produzione che nell’esperienza dell’utente/consumatore e questo ha portato alla richiesta di nuove figure professionali o di nuove competenze.
Come scuola abbiamo un’enorme responsabilità: preparare i professionisti di domani, immaginandoci uno scenario che molto probabilmente sarà ancora diverso dal nostro presente.

Al di là del triennio quale è stata la novità più importante degli ultimissimi tempi? A livello di contenuto che tipo di evoluzione avete fatto?
Confermo che la prima e grande novità è che i nostri due corsi triennali in Multimedia Arts e Arts Curating sono stati accreditati dal Ministero diventando a tutti gli effetti corsi di Laurea. 

Non è cosa di poco conto…
Questo è stato indubbiamente uno dei risultati più rilevanti di questo ultimo periodo. Ritengo, però, che questo riconoscimento esterno corrisponda anche a una nuova maturità o consapevolezza dei nostri percorsi nell’area arte. Guardando oggi la nostra offerta didattica, vedo un perfetto allineamento tra tutte le aree a livello di metodologia, di approccio e di qualità progettuale e di questo vado, ovviamente, molto fiera. Che si tratti di un corso di Fashion Design o di Multimedia Arts, studiare a Istituto Marangoni Firenze, significa entrare in contatto con dei professionisti del settore che si mettono in gioco con il grande desiderio di condividere con gli studenti la propria esperienza sul campo. 

Ci sono altre particolarità che contribuiscono alla vostra identità attuale?
Un altro aspetto che tengo a sottolineare è l’intenso e costante dialogo tra le diverse aree quali Fashion Design, Styling, Business, Arte e da poco anche Fragranze e Cosmetica.

Ci fate qualche esempio in merito?
Questo approccio interdisciplinare o, se si preferisce, cross-disciplinare, ci sta permettendo la costruzione di progetti sempre più complessi, non solo a livello di architettura, ma anche di contenuti. Esempio odierno è il Fashion Show 2024 dal titolo The Witness, che per la prima volta unisce la sfilata dei dieci Best Designer del triennio di Fashion Design, con una vera e propria mostra nata con l’obiettivo di dare al pubblico la possibilità di immergersi e diventare testimone del lungo processo creativo di ogni studente. Questo fashion show non sarebbe possibile senza la collaborazione e il dialogo fra tutte le varie aree della scuola: Arte per impostazione curatoriale, allestimenti e contenuti multimediali, Styling per atmosfere e look finale di ogni singola collezione, Business per la parte di comunicazione, tutti intorno al dipartimento di Fashion Design.

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Come avete visto cambiare invece la composizione degli studenti in questi anni?
Istituto Marangoni Firenze è nato nel 2016 e da allora a oggi ho avuto l’opportunità di lavorare con tanti studenti italiani, europei e, più in generale, internazionali. Sulla provenienza non noto significativi cambiamenti; siamo una scuola internazionale con ragazzi che vengono da tutto il mondo con lo stesso sogno: entrare a lavorare nel mondo dell’arte e della moda. 

Una volta usciti dagli studi li seguite?
Molti di questi tornano dopo alcuni anni per raccontare, in qualità di Alumni, esperienze professionali, per presentare un progetto personale o per condurre workshop come rappresentanti di grandi brand del lusso. 

E per quanto riguarda il loro approccio? Come è questa generazione rispetto a quella di qualche anno fa?
Certo è che la generazione attuale è di fatto molto diversa da chi, solamente qualche anno fa, studiava da noi. La forma mentis è diversa, come lo sono le aspettative e i ritmi di apprendimento e di questo dobbiamo tenerne conto non solo nella strutturazione dei programmi accademici, ma anche nell’esperienza scolastica a 360 gradi. 

Sono ragazzi abituati a una velocità di feedback quasi immediata, inutile dire che già tutti ‘masticano’ le nuove tecnologie, le usano con grande naturalezza e sono più che abituati all’estensione virtuale di questo mondo fisico. Ho, però, notato soprattutto negli ultimi due anni, una grande voglia di lavoro manuale, fisico. È per questo che abbiamo intensificato ulteriormente le esperienze laboratoriali unendo, in un mix molto interessante, innovazione digitale e ritorno a lavorazioni proprie di un’artigianalità d’eccellenza. 

Siete in tutto il mondo ma particolarmente legati alla città di Firenze, in che modo?
Ognuna delle dieci Scuole di Istituto Marangoni nel mondo, ha sviluppato la propria identità in relazione al contesto socio-culturale ed economico della città in cui si trova. La relazione del nostro DNA con Firenze parte ovviamente dalla scelta di proporre dei percorsi formativi nell’area dell’arte, in perfetta coerenza con il riconoscimento di questa città a livello internazionale come culla del Rinascimento. L’approccio con questo periodo di produzione artistica, culturale e scientifica così rilevante per tutta la storia dell’Occidente, non è però di tipo nostalgico. Quello che i nostri corsi prendono come costante fonte d’ispirazione è, invece, l’aspetto di grande sperimentazione e innovazione propria di questo periodo; un momento, tra l’altro, anche di grande interdisciplinarietà. 
Dobbiamo, infatti, ricordarci che i grandi nomi che hanno reso il Rinascimento così importante, erano in primis giovani, desiderosi di cambiare il loro presente attraverso una conoscenza approfondita del passato e immensamente coraggiosi: esattamente quello che cerchiamo nei nostri studenti.

Francesca Giulia Tavanti, Istituto Marangoni Firenze
Francesca Giulia Tavanti, Istituto Marangoni Firenze

In città avete stretto partnership con enti, musei, istituzioni o privati?
Da quest’anno, Istituto Marangoni è entrato a far parte del comitato dei partner di Palazzo Strozzi. Per l’anno accademico 2024/25, gli studenti dell’area Arte di Istituto Marangoni Firenze avranno l’incredibile opportunità di collaborare con Palazzo Strozzi alla mostra della famosa artista contemporanea Tracey Emin, prevista per marzo 2025.Grazie a questa partnership, lavoreranno fianco a fianco con uno dei luoghi culturali più prestigiosi di Firenze e con l’artista britannica. Oltre a questo, dopo ormai anni di dialogo sul territorio nazionale e internazionale, siamo fieri di poter offrire ai nostri studenti occasioni di incontro con istituzioni, musei e maison del livello di Fondazione e Museo Ferragamo, Museo Pecci, Lo schermo dell’arte Film Festival. Sono numerose ormai le collaborazioni anche al di fuori della Toscana realizzate di recente o in passato con realtà come Fondazione Prada, Fondation Cartier, Pinacoteca Agnelli solo per citarne alcune.

Frequentare la scuola e vivere a Firenze non è uno scherzo per alcune famiglie. Come si fa a supportare chi vuole iscriversi ma ha bisogno di una mano?
Istituto Marangoni ha sempre avuto una grandissima attenzione nei confronti del talento e per supportarlo ogni anno sviluppiamo in collaborazione con aziende, istituzioni o creativi di livello internazionale, progetti che hanno l’obiettivo di erogare delle borse di studio per ognuna delle nostre aree. Ne sono esempio la Scholarship lanciata in questi giorni per i giovani talenti intenzionati ad iscriversi ad i nostri corsi triennali e master dell’area arte. A questa opportunità si aggiunge la scholarship con Amina Muaddi, Shoes Design famosa per il suo stile innovativo e le sue collaborazioni con Rihanna e Alexandre Vauthier, che per il prossimo anno accademico sarà la Mentor della nostra Scuola. 

Chiudiamo parlando di editoria: ultimamente avete deciso di far misurare i vostri studenti proprio con una piattaforma editoriale. Come funziona?
Sono molto fiera di I’M Firenze Digest, il nostro magazine digitale nato nel 2021 dal desiderio di condividere con l’esterno i lavori dei nostri studenti. Oggi, dopo soli tre anni, è diventato una vera e propria rivista online con un numero sempre maggiore di lettori internazionali. Questo è stato possibile grazie al lavoro di un ampio team di docenti e di professionisti dell’editoria coordinati da Francesca Delogu, veterana delle riviste di moda con i suoi dodici anni di esperienza come direttrice presso Cosmopolitan Italia. Ci tengo, però, a precisare che tutti gli articoli sono scritti e illustrati dai nostri studenti che, come una vera redazione, ogni settimana si incontrano e lavorano con grande sforzo per mantenere quantità e qualità di contenuti. Tutti gli studenti hanno la possibilità di entrare a fare parte della redazione. Sicuramente si tratta di un’esperienza formativa e professionalizzante unica visto che permette di iniziare a sperimentare la scrittura giornalistica, la produzione di editoriali e di shooting fotografici e tutta la parte grafica e di impaginazione di ogni contenuto. Oltre a questo aspetto più tecnico il Digest offre la possibilità agli studenti di condividere il proprio punto di vista, la propria visione del mondo con l’esterno e questo ritengo sia una grande opportunità data dalla nostra Scuola. Credo che proprio questa connessione autentica con la generazione dei nostri studenti sia di fatto, l’elemento di svolta rispetto al successo di questo magazine. 

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