La pedagogia radicale di Free Home University in mostra a Lecce
Il progetto pedagogico internazionale partito dal Salento festeggia i dieci anni di attività. E lo fa con la mostra Learning intentions/Learning in tensions, che promuove una conoscenza inclusiva all’insegna della sostenibilità ambientale
Compie 10 anni Free Home University, l’anti-università Made in Salento di respiro internazionale formato da artisti, collettivi ed intellettuali italiani e stranieri. Fil-rouge del progetto pedagogico sperimentale è la promozione e la realizzazione di un sapere circolare – privo verticalizzazioni gerarchiche e basato sulla condivisione – secondo un’ottica ambientalista e una prospettiva critica verso paradigmi sociali omologanti.
Che cosa è Free Home University
Per celebrare questo traguardo, Free Home University ha ideato e organizzato a Lecce, negli spazi dell’ex Chiesa San Francesco della Scarpa, la mostra Learning intentions/Learning in tensions, che riassume l’attività artistica, pedagogica e di ricerca iniziata a fine 2023, a San Cesario di Lecce, nella sede della residenza artistica Loop House. Il progetto espositivo, realizzato in collaborazione con il Polo Biblio-Museale di Lecce, è a cura di Alessandra Pomarico e NIkolay Oleynikov, e si inserisce nell’ambito di una manifestazione più ampia denominata Learning intentions/Learning in tensions. Pedagogie radicali, Arte, Comunità. 2014 – 2024 e oltre, che comprende incontri, seminari, workshop, laboratori e performance, in corso fino all’8 marzo 2025.
La mostra e il programma di incontri
Già dal gioco di parole presente nel titolo si evince il nucleo tematico della mostra: l’espressione “intenzioni di apprendere/apprendere attraverso tensioni” indica infatti il “tendere-verso” una conoscenza inclusiva e consapevole, nonostante le contraddizioni intrinseche dei processi collettivi di decostruzione delle convenzioni sociali. Concepito sulla base di un dinamismo che richiama – sul piano pedagogico – il principio del “learning by doing”, dell’“imparare facendo” formulato da Dewey ed Edagr Dale, il percorso espositivo si articola in opere on going, ovvero in continua realizzazione, o meglio co-realizzazione.
Riuso e sostenibilità secondo Free Home University
Attraverso l’utilizzo di materiali già impiegati per costruire le installazioni esposte nell’arco dell’intera esperienza di Free Home University, infatti, gli artisti, designer e gli architetti del collettivo russo Zi Group e l’artista turco Basak Tuna – rispettivamente di base a Berlino e Roma – coinvolgono attivamente i fruitori nella realizzazione di nuove opere, trasmettendo l’ethos del riuso e della sostenibilità ambientale. In mostra anche opere tessili, filmiche e audiovisive, oltre a murales e sculture targate Free Home University. Spazio anche a una biblioteca, uno studio radiofonico e un archivio vivente.
Cecilia Pavone
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