Ancora accountability: una nuova moneta culturale
Del legame fra cultura ed economia si continua a discutere, e molto spesso se ne percepisce più l’aspetto speculativo che quello dialettico. D’altronde, per ottenere profitto dalla cultura e coinvolgere i privati vanno osservate alcune regole, a cominciare dall’attenzione doverosa nel non distruggere la risorsa prima che si utilizza…
Per distruzione della risorsa prima non s’intende qui solamente sotto l’aspetto fisico (di qui le attività di tutela e conservazione); s’intende una distruzione sottile e insidiosa, in quanto inavvertita ai più, che consiste in una banalizzazione del significato della cultura, in una sua equiparazione a qualsiasi oggetto di profitto.
In questo processo verso una nuova sensibilità valutativa, l’accountability (capacità dell’istituzione culturale di comunicare le decisioni intraprese – accountable – e di farlo ponendo attenzione – responsibility – alla comunità di riferimento) rappresenta l’opportunità per avviare o rafforzare il rapporto con i portatori d’interesse e i finanziatori. Il bilancio è uno strumento indispensabile dell’accountability, soprattutto se strutturato come una “visione d’insieme” fra l’applicazione di tecniche gestionali e la misurazione del valore culturale: produzioni di simboli, incidenza sulle dinamiche evolutive, comportamenti collettivi e opportunità di scelta, condizionamento sulla city life, leva sullo sviluppo locale.
Per questo l’esposizione delle poste di bilancio deve ispirarsi a finalità e principi che, sul piano formale e sostanziale, garantiscano gli utilizzatori cui esso si rivolge. Le finalità: chiarezza (nessuna ambiguità), veridicità (completezza delle informazioni e coerenza delle valutazioni), correttezza (rispetto delle regole). I principi: comprensibilità (che amplia e potenzia le funzioni di chiarezza e veridicità), imparzialità (neutralità), significatività (in grado di influenzare decisioni), prudenza (cautela nei giudizi e nelle stime), prevalenza della sostanza sulla forma (con cui si introducono gli elementi qualitativi), comparabilità e coerenza (rispetto nel tempo e nello spazio delle finalità e dei principi applicati), verificabilità dell’informazione (come logica conseguenza dell’applicazione dei principi di chiarezza, veridicità, correttezza e comprensibilità), annualità (stabilire un tempo determinato consente di fotografare con maggiore facilità l’attività), costo (principio generale che tende a garantire un elevato grado di oggettività).
Per non dimenticare il significato di “moneta culturale”.
Irene Sanesi
Articolo pubblicato su Artribune Magazine #8
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