Anche i musei usano il crowdfunding
È la raccolta fondi che coinvolge il maggior numero possibile di piccoli donatori. Obiettivo: ottenere risultati economici di grandi dimensioni. E il crowdfunding ormai è sempre più utilizzato anche da soggetti istituzionali. A partire dal Padiglione Italia.
Grazie a 5mila donatori privati, uno dei capolavori di Lucas Cranach il Vecchio, Le Tre Grazie, è entrato a far parte delle collezioni del Museo del Louvre.
La campagna di finanziamento “dal basso” era stata lanciata il 13 novembre 2010 con lo scopo di raccogliere un milione di euro, ovvero la parte rimanente della cifra necessaria per acquistare dal proprietario privato che possedeva l’opera: i tre quarti del prezzo erano già stati messi a disposizione da un pool di mecenati e per completare la cifra il museo ha pensato bene di dare vita all’iniziativa Tutti mecenati, dando la possibilità agli appassionati d’arte del mondo di contribuire di tasca propria a questo acquisto.
L’iniziativa ha avuto successo e l’opera è stata acquisita dal Louvre, il quale ha pensato bene di evidenziare il risultato conseguito con l’esposizione temporanea dell’opera in un’apposita sala, nella quale sono stati riprodotti tutti i nomi dei donatori, tranne ovviamente quelli che hanno preferito rimanere anonimi.
L’iniziativa non è stata l’unica: nel 2012 è stato il Museo delle Belle Arti di Lione a riprovarci per poter arricchire la sua collezione con un’opera di Ingres, L’Aretino e il Messaggero.
Il costo del progetto ammontava a 750mila euro: 670mila euro sono stati garantiti dalla città di Lione, il Club del Musée Saint-Pierre, i membri del Circolo Poussin dal Fram e il dipartimento Rhône-Alpes (il fondo regionale per l’acquisizione dei musei). I restanti 80mila euro sono stati ottenuti mediante l’appello pubblico e, più in generale, il coinvolgimento mediante il meccanismo del crowdfunding degli appassionati d’arte e degli utenti abituali del museo. Fino al 15 dicembre 2012, potevano essere fatte donazioni (a partire da 1 euro) al museo e online.
In cambio della loro donazione, tutti i mecenati volontari avrebbero visto il proprio nome inserito nella lista dei ringraziamenti pubblicata sul sito (salvo espressa richiesta contraria) e ricevuto un pass per osservare l’opera di Ingres. I contributori con donazioni superiori ai 150 euro, invece, avrebbero beneficiato di un accesso privilegiato di martedì, giorno di chiusura del museo, e i donatori di somme superiori ai 500 euro sarebbero stati invitati a una serata privata alla presenza del direttore e dei curatori. Per donazioni ancora superiori gli interessati sono stati invitati a contattare direttamente la direzione del museo.
Il Museo di Belle Arti di Lione ha ottenuto la somma necessaria grazie a 1.536 donatori e ha acquistato l’opera di Ingres (la direttrice del museo, Sylvie Ramond, ha dichiarato: “Molti donatori hanno espresso il loro orgoglio di essere in grado di partecipare a un arricchimento del patrimonio, patrimonio che appartiene a tutti e che abbiamo intenzione di lasciare in eredità alle generazioni future“). L’opera sarà presentata al pubblico a partire dal febbraio 2013.
In Italia il sistema è ancora tutto da scoprire, ma c’è chi ha deciso di seguire gli esempi degli illustri predecessori stranieri.
Palazzo Madama a Torino ha ufficialmente aperto una sottoscrizione pubblica per ottenere la somma necessaria all’acquisizione di un’opera particolare: un servizio di porcellana da tè e caffè di Meissen, appartenuto alla famiglia Taparelli d’Azeglio, datato 1730 e integralmente conservato fino ad oggi, attualmente appartenente alla Collezione Marouf, che lo metterà in asta a 66mila sterline (80mila euro circa).
È pari a circa 50mila euro la somma necessaria per l’acquisto, da ottenere entro il 31 marzo 2013 mediante donazioni online.
Claudia Balocchini
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