La beneficenza è nulla senza controllo
Per la prima volta in Italia, le fondazioni di origine bancaria creano un sistema strutturato di valutazione dei progetti da sovvenzionare e sovvenzionati. Si inizia dal settore della ricerca scientifica, settore in cui nel 2012 hanno contribuito mediante erogazioni per la somma complessiva di 118 milioni di euro. Ma perché non farlo anche per la cultura?
L’Acri è l’organizzazione che rappresenta le Fondazioni di origine bancaria avente funzioni di organizzazione e sviluppo del settore. Negli anni la sua attività si è accresciuta consolidando e accrescendo l’assistenza allo sviluppo strategico, progettuale e organizzativo.
In questa direzione l’Acri ha dato inizio alla ricerca di modalità utili al raggiungimento di una maggiore efficacia ed efficienza nelle erogazioni di denaro a sostegno della progettualità nei campi di interesse delle fondazioni bancarie. Tale ricerca ha portato recentemente all’approvazione di linee guida per la valutazione dei progetti scientifici sostenuti.
Tale valutazione si articola su tre diversi livelli temporali e progettuali: 1. nella fase di selezione dei progetti da finanziare; 2. durante la realizzazione del progetto selezionato; 3. successivamente alla conclusione del progetto.
La valutazione che viene effettuata nei primi due livelli non ha molto di innovativo e il merito dell’Acri è quello di aver organizzato sistematicamente pratiche già in essere tra le fondazioni bancarie. Nella prima fase di valutazione del progetto, infatti, le linee guida hanno quali riferimenti il sistema di peer review (o “valutazione tra pari”) e il ricorso alla capacità di esperti che possono fornire importanti informazioni sulla fattibilità tecnico-scientifica di un’idea. La valutazione del secondo livello, mentre cioè il progetto è in corso, ha invece a oggetto lo stato di avanzamento rispetto agli obiettivi, con particolare attenzione all’analisi dell’efficacia e dell’efficienza degli interventi.
Il punto più innovativo è sicuramente quello relativo alla valutazione effettuata a progetto concluso, indagandone non solo i risultati diretti (per esempio, il numero di pubblicazioni prodotte, di citazioni, di brevetti, di capacità di attrarre ulteriori risorse ecc.), ma anche – ed è questa la novità – l’impatto generale (per esempio, le ricadute socio-economiche, l’introduzione di nuovi prodotti o processi, il miglioramento della qualità della vita, i cambiamenti sulle priorità di un ambito di ricerca o di una disciplina, le collaborazioni internazionali attivate nell’ambito del progetto ecc.).
Per sostenere la possibilità concreta di effettuare valutazioni corrette e di alta qualità, l’Acri sta lavorando inoltre alla creazione di una banca nazionale di referee (già ne esiste una, nata dalla collaborazione tra Fondazione Cariplo e Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo). Allo stesso tempo. l’Acri ha invitato le fondazioni bancarie a sfruttare le risorse latenti che sono presenti nel sistema, coinvolgendo nella valutazione gli operatori dei settori interessati (ad esempio, imprenditori, gestori di servizi, amministratori, uffici di atenei ecc.)
Le linee guida pur non essendo né obbligatorie, né vincolanti per gli aderenti, costituiscono un ottimo esempio di raccolta, traduzione in regole e creazione di metodologia condivisa delle “buone pratiche” sviluppate in questi anni dalle fondazioni bancarie nella valutazione dei progetti da finanziare.
La raccolta di norme comuni di buon senso, canalizza le energie e consente al settore di crescere e specializzarsi mediante lo sfruttamento di una base comune e condivisa. A quando un’iniziativa del genere anche nel settore culturale?
Claudia Balocchini
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