Libri per tutti. Anzi no. Come snaturare un decreto che incentiva la cultura
A fine dicembre è stata introdotta una misura volta a favorire “la diffusione del libro su qualsiasi supporto e la promozione della lettura”, grazie all’erogazione di una detrazione fiscale per l’acquisto di tutti i libri, scolastici e non. La detrazione si è però rapidamente trasformata in uno sconto ridotto a favore solo di alcuni soggetti.
Il decreto Destinazione Italia del dicembre 2013, al cui interno era previsto il cosiddette bonus libri, è stato modificato dalla legge di conversione dopo l’approvazione definitiva del Senato il 20 febbraio. Uno degli emendamenti ha modificato sostanza, cifre e destinatari di tale bonus.
Alle origini, il provvedimento introduceva un credito d’imposta del 19% per l’acquisto di libri scolastici e universitari e/o di lettura, fino a un tetto massimo di 2.000 euro (1.000 euro per i libri di testo e 1.000 euro per i libri di lettura).
A causa dell’impossibilità di ottenere la necessaria copertura economica, la detrazione è diventata un buono sconto e i beneficiari sono passati da 29 milioni di contribuenti Irpef a 2,7 milioni di studenti delle scuole superiori, passando per i librai. La modifica della normativa ha identificato quali unici beneficiari della misura gli esercizi commerciali: il credito d’imposta va infatti a incidere non più sui redditi di tutti i contribuenti, ma sui redditi degli esercizi commerciali che vendano libri con codice ISBN. In quegli stessi esercizi in cui sia attivato il credito, agli studenti di istituti di istruzione secondaria di secondo grado pubblico o paritario avente sede nel territorio nazionale (e solo a loro), viene concesso un buono sconto pari al 19% per l’acquisto di libri di lettura.
Poiché nel decreto Destinazione Italia modificato è stato stanziato un fondo di 50 milioni di euro per il triennio 2014-2016 per l’acquisto dei soli libri di lettura, inclusi quelli in formato digitale, le scuole superiori distribuiranno agli studenti dei voucher che valgono circa 19 euro (totale da utilizzare nel triennio di riferimento).
Una bella differenza dalla precedente versione del decreto, che prevedeva una detrazione dalle tasse della somma di 380 euro su una spesa massima di 2mila euro all’anno per romanzi, saggi e libri di testo anche universitari.
La Federazione degli Editori Europei si era congratulata con il Governo dopo la notizia del provvedimento di dicembre, indicando nell’Italia un “esempio in Europa” per la promozione del libro e della lettura e manifestando il suo apprezzamento per “una misura concreta che può fare da apripista a livello europeo per la promozione della lettura e dimostra quanto il Governo italiano creda nel valore e nel ruolo della lettura e, più in generale, della cultura, per il futuro della nostra società, e in particolare per lo sviluppo economico”.
Oggi forse sono e siamo tutti un po’ meno contenti.
Claudia Balocchini
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