Riforma del Terzo Settore. Ecco come sta andando la Legge Delega
La Camera ha approvato lo scorso 9 aprile la “Delega al Governo per la riforma del Terzo settore, dell'impresa sociale e per la disciplina del Servizio civile universale”. La Legge Delega contiene direttive, principi e criteri che il Governo dovrà rispettare nel redigere i successivi decreti sulla Riforma. Molte delle realtà non profit che operano nell’ambito della cultura saranno coinvolte in questo processo di cambiamento.
Il Parlamento sta discutendo relativamente ai termini e ai confini dei poteri che il Governo avrà, successivamente all’approvazione definitiva della Legge Delega, in materia di Terzo Settore. Di seguito l’indicazione di alcuni passaggi particolarmente interessanti con l’intenzione di svolgere un esame puntuale e specifico successivamente alla definizione ufficiale del testo.
Da un punto di vista meramente analitico si segnala innanzitutto che la definizione di Terzo Settore (“complesso degli enti privati costituiti con finalità civiche e solidaristiche, che, senza scopo di lucro, promuovono e realizzano attività d’interesse generale, anche mediante la produzione e lo scambio di beni e servizi di utilità sociale conseguiti anche attraverso forme di mutualità, in attuazione del principio di sussidiarietà”) evidenzia la ricerca di una coniugazione tra mondo profit e non attraverso organizzazioni che creino valore economico (“produzione di beni e servizi”) in modo socialmente e solidaristicamente sostenibile.
L’impostazione diciamo “manageriale” si conferma anche nella redazione dell’art. 4 della Legge Delega, espressamente dedicato al riordino ed alla revisione della disciplina del Terzo Settore: alla lettera m si legge che uno dei principi e dei criteri direttivi nel rispetto dei quali dovrà svolgersi l’operato del Governo sarà quello di “valorizzare il ruolo degli enti nella fase di programmazione, a livello territoriale, relativa anche al sistema integrato di interventi e servizi socio-assistenziali nonché di tutela e valorizzazione del patrimonio culturale, paesaggistico e ambientale e individuare criteri e modalità per l’affidamento agli enti dei servizi d’interesse generale, improntati al rispetto di standard di qualità e impatto sociale del servizio, obiettività, trasparenza e semplificazione, nonché criteri e modalità per la valutazione dei risultati ottenuti”. Si affianca dunque la necessità per gli enti che si occupano (anche) di cultura di rispondere a criteri di misurazione dei risultati ottenuti, oltre che a standard di qualità e impatto sociale.
D’altra parte, anche se da un punto di vista squisitamente fiscale e quindi più legato ad un’ottica di fundraising, vi sono indicazioni in recepimento di quanto ormai da tempo richiesto dai professionisti del settore. L’art. 9 della Legge Delega come approvato dalla Camera, infatti, dispone il riordino e l’armonizzazione della disciplina tributaria e delle diverse forme di fiscalità di vantaggio sulla base di svariati principi e criteri direttivi tra i quali:
– alla lettera a, la necessità di una (nuova) definizione di ente non commerciale ai fini fiscali connessa alle finalità di interesse generale perseguite dall’ente e introduzione di un regime tributario di vantaggio che tenga conto delle finalità solidaristiche e di utilità sociale dell’ente, del divieto di ripartizione, anche in forma indiretta, degli utili o degli avanzi di gestione e dell’impatto sociale delle attività svolte dall’ente;
– alla lettera b, la razionalizzazione e semplificazione del regime di agevolazione fiscale (deducibilità dal reddito complessivo e detraibilità dall’imposta lorda sul reddito delle persone fisiche e giuridiche) delle erogazioni liberali, in denaro e in natura, disposte in favore degli enti del Terzo Settore al fine di promuovere, anche attraverso iniziative di raccolta di fondi, i comportamenti donativi delle persone e degli enti;
– alla lettera i, la promozione dell’assegnazione in favore degli enti del Terzo Settore degli immobili pubblici inutilizzati, nonché dei beni immobili e mobili confiscati alla criminalità organizzata, anche al fine di valorizzare in modo adeguato i beni culturali e ambientali;
– alla lettera l, la necessità di agevolazioni volte a favorire il trasferimento di beni patrimoniali agli enti del Terzo Settore.
La discussione del testo passa adesso al Senato.
Claudia Balocchini
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