L’Aja contro la distruzione dei beni culturali
Per la prima volta nella storia, la Corte dell’Aja persegue un imputato per il crimine di guerra di distruzione di monumenti storici ed edifici religiosi. Il 30 settembre si è aperto il processo nei confronti di Ahmad Al Faqih Al Mahdi.
La Corte Penale Internazionale è un tribunale internazionale con sede all’Aja competente a giudicare individui che abbiano commesso gravi crimini di rilevanza internazionale (genocidio, crimini contro l’umanità, crimini di guerra). Il trattato istitutivo è stato adottato dalla Conferenza diplomatica di Roma nel 1998 ed è entrato in vigore il 1° luglio 2002.
CHI È ABU TOURAB
Nel riserbo più totale, la Corte Penale Internazionale ha spiccato un mandato di arresto nei confronti di Ahmad Al Faqih Al Mahdi, meglio noto come Abu Tourab, membro del gruppo fondamentalista Ansar Dine, detenuto in Niger.
Abu Tourab, in custodia all’Aja dal 26 settembre, è infatti sospettato di aver preso attivamente parte, in qualità di membro del Tribunale Islamico di Timbuktu e come comandante della brigata Hesbah, alla distruzione di edifici storici proprio nella città di Timbuktu, in Mali.
La città di Timbuktu era stata dichiarata patrimonio dell’umanità da parte dell’Unesco sin dal 1988. Nell’estate del 2012 venne richiesta dal gruppo di Abu Tourab (pare vicino ad Al Qaeda) la distruzione di alcuni degli edifici più rappresentativi: nove tra mosche e mausolei costruiti tra il XIII e il XVII secolo, tra i quali la moschea di Sidi Yahia.
Presso la Corte Penale Internazionale Abu Tourab è apparso per la prima volta lo scorso 30 settembre quale imputato accusato di aver commesso crimini di guerra nella città di Timbuktu, attaccando e distruggendo monumenti storici ed edifici religiosi tra il 30 giugno e il 10 luglio 2012.
I TEMPI PROCESSUALI
La Camera Preliminare della Corte ha fissato la data di inizio dell’udienza (18 gennaio 2016) per la conferma delle accuse a suo carico, nell’ambito della quale si deciderà se le prove presentate dal Procuratore integrino i presupposti ragionevoli al fine del riconoscimento della sussistenza della responsabilità penale in capo all’indagato, per aver commesso il crimine di guerra di distruzione di monumenti storici ed edifici religiosi. In caso positivo, avrà inizio il processo vero e proprio.
Tale caso, oltre a essere il primo in materia di distruzione di beni culturali, è il primo riguardante il conflitto in corso in Mali attualmente in esame presso la Corte penale internazionale. Il Governo del Mali ha riferito la situazione alla Corte il 13 luglio 2012. Il 16 gennaio 2013, il Procuratore ha aperto un’indagine inerente i presunti crimini di rilevanza internazionale commessi sul territorio maliano a partire dal gennaio 2012 e dopo circa due anni e mezzo si è aperto il processo.
Claudia Balocchini
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