Anish Kapoor e il monopolio sul colore
Anish Kapoor ha comprato il diritto di esclusiva d'uso del vantablack, un particolare pigmento di nero così scuro da assorbire il 99,96% della luce. A tutti gli altri artisti sarà dunque precluso l'uso di tale colore per tutta la durata del diritto di esclusiva. Una nuova declinazione del concetto di monopolio in campo artistico? Oppure una pratica già sperimentata nel mondo dell'arte?
UN COLORE SENZA OMBRE
Il vantablack è una sostanza prodotta dalla Surrey Nano Systems, sviluppata e brevettata dalla Nasa a scopi militari con prospettive di impiego nei settori aerospaziali e della difesa. Per facilitare il travestimento dei satelliti è stata infatti inventata una vernice con grandi proprietà di assorbimento della luce; il pigmento è stato utilizzato anche per nascondere gli Stealth jet da combattimento agli occhi del nemico.
Il vantablack assorbe talmente tanta luce da impedire all’occhio umano di rilevare il tipo di ombre che aiutano il cervello a interpretare la forma di un oggetto: un pezzo spiegazzato di carta stagnola coperto con uno strato di vernice appare quasi completamente piatto.
IL MONOPOLIO DI KAPOOR
In un’intervista alla BBC Radio, Anish Kapoor ha detto del vantablack: “È così nero che quasi non si può vedere. Ha una sorta di qualità irreale e io sono sempre stato attratto da materiali piuttosto esotici a causa di ciò che ti fanno percepire […] Immaginate uno spazio che è buio come il camminare in se stessi perdendo il senso di chi e che cosa si è, così come il senso del tempo”.
Già dal suo rilascio sul mercato, Kapoor ha cominciato a fare esperimenti con il vantablack mettendosi in contatto con la società britannica Surrey Nano Systems, la prima a essere in grado di produrre il pigmento in serie. Poco tempo fa un portavoce della società ha confermato che solo Anish Kapoor può utilizzare la vernice. In parole povere, Kapoor si è garantito il monopolio del vantablack.
Christian Furr, che aveva previsto di utilizzare il vantablack in una serie di dipinti chiamati Animals, ha dichiarato “Non ho mai sentito di un artista che monopolizza un materiale […] Tutti i migliori artisti hanno avuto una passione per il nero – Turner, Manet, Goya. Questo nero è come dinamite nel mondo dell’arte. Dovremmo essere in grado di usarlo. Non è giusto che appartenga a un solo uomo”.
ILLUSTRI PRECEDENTI
Questa però non è la prima volta che un artista rivendica un legame unico con un particolare colore. Nel 1960, l’artista francese Yves Klein brevettò International Klein Blue (IKB), una particolare tonalità di blu, che aveva sviluppato con un produttore di vernici di Parigi e utilizzato in una serie di dipinti monocromi. Klein morì nel 1962, ma IKB continua a esistere e a essere utilizzato anche oggi.
Il diritto di esclusiva potrebbe quindi trattarsi di una strategia di marketing della società Surrey Nano Systems: associare il proprio materiale a uno dei più grandi artisti contemporanei. Oppure si tratta della riproposizione di un fenomeno già noto nella storia, che lega l’uso del colore quasi indissolubilmente alla capacità di spesa dell’artista. Infatti, se nel passato i pittori e i loro committenti hanno impiegato somme ingenti per ottenere i pigmenti più rari (il blu lapislazzulo, per esempio, o la lacca cremisi ricavata dalla cocciniglia), anche nel XVIII secolo artisti come Benjamin West e Joshua Reynolds hanno pagato profumatamente il diritto di usare “l’ombra di Tiziano”, una miscela di nero e blu di Prussia che era stata presentata sul mercato come il colore segreto dell’antico pittore veneziano.
Claudia Balocchini
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