Diritti connessi. Il caso di Artisti 7607
Interpreti, attori e musicisti italiani unitevi! Esiste in Italia una legge che vi garantisce il riconoscimento di compensi, in denaro, relativi alle repliche di tutti i vostri lavori trasmessi in televisione. Esisteva in Italia un’unica società legittimata a raccogliere e distribuire i proventi di tali diritti, finché si scoprì che per anni ha trattenuto per sé questi soldi: 100 milioni di compensi giacevano indisturbati nelle sue casse. Claudio Santamaria, Neri Marcorè e Michele Riondino – tra gli altri – ci raccontano che fine hanno fatto quei soldi e il futuro delle collecting societies.
DIRITTI E LIBERALIZZAZIONE
L’11 ottobre 2016 è stata convocata dalla Cooperativa Artisti 7607 presso la Casa del Cinema di Roma una conferenza stampa per denunciare il mancato completamento della liberalizzazione dei diritti connessi al diritto d’autore. Sono quei diritti riconosciuti ad attori, interpreti o esecutori, produttori di supporti fonografici, produttori di opere cinematografiche o audiovisive… coloro, cioè, che offrono l’opera alla fruizione del pubblico. I diritti connessi non hanno come giustificazione una creazione intellettuale, bensì un atto di attività industriale (come il produttore fonografico) o di attività professionale (come gli attori, interpreti ed esecutori).
Gli artisti interpreti e artisti esecutori hanno diritto a un compenso a fronte dell’utilizzazione a scopo di lucro del loro lavoro, compenso che gli utilizzatori hanno l’obbligo di versare per il tramite di collecting societies: società che si pongono da intermediarie tra gli utilizzatori e gli artisti.
I proventi dell’equo compenso sono una fonte di reddito essenziale per molti attori, soprattutto per quegli artisti emergenti che hanno realizzato piccole parti in film o serie tv e quindi guadagnano maggiormente dai diritti maturati nei diversi passaggi televisivi che dal totale di guadagno per i giorni di lavoro sul set.
Per diversi anni questi compensi sono stati gestiti da un ente che non effettuava una corretta redistribuzione di quanto percepiva a titolo di equo compenso, arrivando ad accantonare una somma di 100 milioni di euro di proprietà degli artisti. Parliamo dell’IMAIE – Istituto mutualistico per la tutela degli artisti interpreti ed esecutori che nasce nel 1977 come libera associazione tra gli artisti interpreti e musicisti per proteggere la loro prestazione professionale, ma solo nel 1992 una legge gli riconosce il compito di tutelare i diritti degli artisti. Questo istituto operava in regime di monopolio. Nel febbraio 2009 il Prefetto di Roma ne avvia la procedura di estinzione, con motivazioni come “disfunzioni nella gestione dell’ente e sua persistente inidoneità a perseguire gli scopi statutari” (alcuni artisti non hanno mai percepito alcunché sin dal 1992).
Nel 2012 un decreto legge (DL n°1 del 24/01/2012) mette fine in Italia al monopolio per la raccolta e la redistribuzione dell’equo compenso. Si ritiene infatti che, “al fine di favorire la creazione di nuove imprese nel settore della tutela dei diritti degli artisti interpreti ed esecutori, mediante lo sviluppo del pluralismo competitivo e consentendo maggiori economicità di gestione nonché l’effettiva partecipazione e controllo da parte dei titolari dei diritti, l’attività di amministrazione e intermediazione dei diritti connessi al diritto d’autore, in qualunque forma attuata, è libera”.
ARTISTI 7607
Nel 2010, intanto, grazie all’affiliazione di più di 1.000 interpreti italiani (Elio Germano, Neri Marcorè, Cinzia Mascoli, Claudio Santamaria alcuni tra i fondatori), nasceva l’Associazione Artisti 7607, che nel 2013 ottiene l’iscrizione nell’elenco degli intermediari quale nuova collecting society degli artisti del video. Le missioni statutarie di Artisti 7607 sono quelle di: svolgere attività di intermediazione e amministrazione dei diritti connessi al diritto d’autore; raccolta e distribuzione dei compensi dovuti ai propri mandanti; promuovere attività di studio e ricerca a sostegno degli artisti interpreti e tutelare la facoltà degli artisti di decidere a chi affidare la gestione dei propri diritti.
Anche il legislatore europeo sceglie la strada della liberalizzazione emanando, nel 2014, la Direttiva 26 del Parlamento Europeo e del Consiglio sulla “gestione collettiva dei diritti d’autore e dei diritti connessi e sulla concessione di licenze multi territoriali per i diritti su opere musicali per l’uso online nel mercato interno”.
La Direttiva sostiene l’importanza del libero mercato, il quale produrrebbe soluzioni e prodotti innovativi per gli artisti (“In un mercato interno nel quale la concorrenza non è falsata, la protezione dell’innovazione e della creazione intellettuale stimola anche gli investimenti in prodotti e servizi innovativi”) e afferma quindi che “I titolari dei diritti devono poter autorizzare un organismo di gestione collettiva a scelta nella gestione dei loro diritti …”.
CONCORRENZE FALSATE
Nonostante l’Italia sia obbligata a recepire questa Direttiva, i lavoratori e i mandanti di Artisti 7607 denunciano al pubblico di attori e giornalisti presenti alla conferenza stampa un ambiente di lavoro non concorrenziale. Questo perché gli utilizzatori (soprattutto RAI e SKY) non forniscono dati esatti sul loro trasmesso, dati che servono alle collecting per calcolare il compenso che spetta agli artisti. La concorrenza viene falsata dalla preferenza accordata da parte degli utilizzatori per la società nata dallo scioglimento dall’ex monopolista: il Nuovo IMAIE. I sospetti sulla condotta tenuta dall’ex monopolista nei confronti delle neo-collecting hanno spinto l’Antitrust, in seguito a segnalazioni, ad aprire un’istruttoria nei confronti del Nuovo IMAIE per accertare eventuali condotte abusive. L’esito di tale procedimento istruttorio sarà reso noto nel mese di novembre 2016.
Ma il favore accordato all’ex-monopolista viene espresso anche da parte delle produzioni (cinematografiche, televisive …). Durante la conferenza stampa sono state lette alcune e-mail di un artista (rimasto anonimo) associato ad Artisti 7607 che ha subito pesanti pressioni affinché ritirasse il suo mandato dalla neo collecting per poter lavorare in una determinata produzione. Era richiesta esplicitamente l’iscrizione al Nuovo IMAIE. Il contenuto della direttiva europea 26/14 secondo il quale “I titolari dei diritti hanno il diritto di autorizzare un organismo di gestione collettiva di loro scelta a gestire i diritti” non potrebbe essere più disatteso di così, e non ci sono al momento sanzioni per questi comportamenti.
Artisti 7607 promette che continuerà a lavorare affinché il processo di liberalizzazione del settore dei diritti connessi venga messo a regime e affinché gli artisti e gli attori possano essere liberi nella scelta della società alla quale affidare la gestione di quella che è una parte sostanziale del loro reddito.
Anna Pirri
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