Illeciti penali nel mercato dell’arte. È il focus del nuovo numero della rivista AES
Il tema degli illeciti penali nel mercato dell’arte è il focus del nuovo numero della rivista “AES ARTS+ECONOMICS”, che contiene il Decalogo per l’acquisto di opere d’arte contemporanea, predisposto anche con il supporto dei Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale.
Sembra che il traffico illecito di opere d’arte e di beni culturali si collochi sul podio dei business più redditizi a livello mondiale per le organizzazioni criminali, insieme al traffico di droga e di armi. Esso costituisce una consolidata fonte di reddito per la criminalità organizzata e per i gruppi terroristici che, per esempio, operano in zone di guerra.
Ecco che i beni culturali non sono più patrimonio dell’umanità ed elemento di identità culturale della comunità, ma diventano strumento per riciclare denaro, per finanziare attività terroristiche o mera merce di scambio.
Del resto se le organizzazioni criminali dirigono i propri interessi verso attività illecite redditizie, è intuitivo che operino anche nel mercato (nero) dell’arte. Nel mercato nero dell’arte, però, non ci sono solo organizzazioni criminali che alimentano il mercato fornendo la materia prima (beni saccheggiati e trafugati), ma anche gli operatori che tipicamente operano in questo settore, quindi collezionisti, musei, commercianti, gallerie e case d’asta.
A questo proposito basta ricordare la nota vicenda della statua dell’Atleta vittorioso di Lisippo, rinvenuta nel 1964 nel Mare Adriatico nella costa antistante la cittadina di Fano, successivamente acquisita dal Getty Museum e attualmente oggetto di una complessa vertenza giudiziaria volta a riportare in Italia la statua. Recentemente la Corte di Cassazione (Cass. pen. n. 22/2019) ha confermato l’ordinanza del Tribunale di Pesaro che aveva disposto la confisca della statua sul presupposto – fra gli altri – della malafede dei rappresentanti del Getty Museum, consapevoli della presenza di criticità circa la regolarità dell’esportazione del bene fuori dal territorio italiano e la sua libera commerciabilità. Ma questo non è l’unico caso di materiale archeologico di “dubbia” provenienza esposto in noti musei internazionali!
DECALOGO E REGOLE
Proprio al tema degli illeciti penali nel mercato dell’arte è dedicato il nuovo numero della rivista AES ARTS+ECONOMICS (n. 7), che contiene il contributo di esperti del settore che, a vario titolo, operano per contrastare il traffico illecito di opere d’arte e di beni culturali. Il taglio pratico, ma al contempo tecnico-giuridico, rende questa pubblicazione un utile strumento per gli operatori del settore (collezionisti, gallerie, case d’asta, ecc.) per realizzare acquisti consapevoli e sicuri. La rivista contiene la preziosa testimonianza dei rappresentanti delle forze dell’ordine (es. Comando Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale e Guardia di Finanza) e di enti internazionali (es. UNESCO), che da diversi anni collaborano per contrastare il traffico internazionale di beni culturali e per procedere al loro recupero.
Viene menzionato il Decalogo per l’acquisto di opere d’arte contemporanea, predisposto anche con il supporto dei Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale e che contiene le cd. “10 regole d’oro per l’acquisto sicuro” (pag. 14). Il Decalogo, consultabile online sul sito del Ministero della Difesa, merita particolare attenzione nella sua duplice valenza: da una parte, aiuta a evitare il rischio di acquistare opere false, e, dall’altra parte, contiene elementi utili per accertare l’acquisto in buona fede, in quanto tale non penalmente rilevante e non punibile.
PAROLA AGLI ESPERTI
Sono altresì pubblicati i contributi di giuristi che esaminano gli aspetti normativi della tutela penale dei beni culturali, con specifico riferimento alle ipotesi di reato previste dal Codice penale (es. furto, danneggiamento, ricettazione e riciclaggio) e dal Codice dei beni culturali e del paesaggio. A questo proposito viene sottolineata la mancanza di un corpus normativo unitario dedicato al traffico illecito di opere d’arte a opera di organizzazioni criminali e l’insufficienza dell’attuale sistema frutto di un’applicazione congiunta, ove possibile, dei predetti Codici.
Infine, per ampliare il quadro con un focus sui soggetti che animano il mercato nero dell’arte (tombaroli, organizzazioni mafiose, mercanti d’arte, case d’asta e musei) si segnala l’approfondimento televisivo condotto da Duilio Giammaria, nel programma Petrolio. Ladri di Bellezza, andato in onda nel 2018 sulla RAI. Qui è possibile sentire – fra le altre – la testimonianza del Dott. Paolo Giorgio Ferri, il quale, in qualità di esperto internazionale in problematiche giuridiche relative ai beni culturali per il MiBACT, ha dato il suo contributo alla rivista AES.
‒ Raffaella Pellegrino
https://aesartseconomics.home.blog/
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