Ruolo e funzioni degli archivi di artista
Come funziona un archivio d’artista e quali obiettivi si pone? Queste sono solo alcune delle domande a cui dà risposta il corso per curatore di archivi d’artista organizzato dall’Associazione italiana archivi d’artista.
Tra gli “operatori” del mondo dell’arte si possono annoverare anche gli archivi di artista, solitamente istituiti dopo la morte dell’artista, ma oggi, e con sempre maggiore frequenza, voluti anche dagli artisti viventi.
Riprendendo la definizione accolta dall’Associazione italiana archivi d’artista (AitArt), l’archivio di artista è un ente culturale dinamico costantemente impegnato nell’aggiornamento e nell’organizzazione di documentazione sulla figura e sull’opera di un artista, con il duplice scopo di promuoverne la conoscenza e di catalogarne la produzione autentica nella massima trasparenza di metodo e di rapporti. In quest’ottica gli archivi sono entità che, da una parte, si occupano della raccolta e della catalogazione di opere e documenti, e, dall’altra parte, possono autorevolmente concorrere al rilascio delle autentiche delle opere. Quest’ultima attività – di indubbia importanza anche per il mercato – può essere svolta sia direttamente, attraverso il rilascio di certificati di autenticità, sia indirettamente, attraverso la scelta del materiale da catalogare e l’inserimento o il diniego di inserimento dell’opera nell’archivio o nel catalogo ragionato.
“Sul piano normativo manca una disciplina unitaria di riferimento dedicata agli archivi di artista; di volta in volta, a seconda dei fini perseguiti, si farà riferimento al codice civile o alle leggi speciali.”
A quest’ultimo proposito si ricorda la controversia che ha visto coinvolti la Cy Twombly Foundation contro un privato donatario di tre opere dell’artista, il quale aveva chiesto alla Fondazione l’inserimento delle opere stesse nel catalogo ragionato curato dalla Fondazione, in vista di una successiva vendita all’asta. Avendo la Fondazione rifiutato di catalogare le opere con conseguente rifiuto della casa d’aste di procedere alla loro vendita, il privato ha fatto causa alla Fondazione davanti al Tribunale di Roma. Tale vicenda è stata definita in primo grado con sentenza del 6 luglio 2018, che ha sancito e ribadito una serie di importanti principi, tra i quali – per esempio – la natura del giudizio sull’autenticità di un’opera inteso come espressione del diritto costituzionale alla libera manifestazione del pensiero, da cui deriva sia la mancanza di un obbligo delle fondazioni o archivi ed altri enti simili di accertare l’autenticità delle opere dell’artista, sia la mancanza di un’esclusiva a favore degli eredi o degli enti da loro costituiti di autenticare l’opera dell’artista.
LA MANCANZA DI NORME UNITARIE
Sul piano normativo manca una disciplina unitaria di riferimento dedicata agli archivi di artista; di volta in volta, a seconda dei fini perseguiti, si farà riferimento al codice civile o alle leggi speciali. Ecco che la scelta della forma giuridica per la costituzione di un archivio sarà fatta sulla base delle norme del codice civile; se è intervenuta la dichiarazione di interesse culturale dell’archivio, si dovrà prendere in considerazione la disciplina stabilita dal Codice dei beni culturali; per valutare la riproducibilità delle opere si dovrà prendere in esame la legge sul diritto d’autore; e così via.
IL CORSO DI FORMAZIONE PER CURATORI DI ARCHIVI D’ARTISTA
Da questo quadro emerge come la corretta gestione di un archivio poggi su competenze multidisciplinari. Per approfondire i diversi aspetti della vita di un archivio, l’Associazione italiana archivi d’artista organizza – ormai da qualche anno – un corso di formazione per curatore di archivio d’artista che affronta con approccio multidisciplinare la costituzione, la gestione e lo sviluppo degli archivi. Gli approfondimenti coprono numerosi ambiti, quali, per esempio, la catalogazione, il restauro, la contrattualistica, l’autenticità delle opere.
Il corso può essere visto come uno dei modi, scelti dall’associazione, per promuovere la diffusione e la creazione di buone pratiche nella costituzione e nella gestione degli archivi, a partire dalla conoscenza e della formazione di chi, a vario titolo, opera o intende operare in questo settore.
‒ Raffaella Pellegrino
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