Patrimonio, digitalizzazione e dati: le raccomandazioni dell’Unione Europea
Risale a novembre 2021 la creazione di uno spazio comune europeo di dati per il patrimonio culturale, nell’ottica di renderlo accessibile e di garantirne la conservazione. Ecco tutti i dettagli
Tra le recenti iniziative adottate dall’Unione Europea per incentivare la digitalizzazione, l’accessibilità e la conservazione del patrimonio culturale europeo si segnala la Raccomandazione (UE) 2021/1970 della Commissione del 10 novembre 2021, relativa alla creazione di uno spazio comune europeo di dati per il patrimonio culturale. Questa Raccomandazione si basa e sostituisce una precedente Raccomandazione (2011/711/UE) sulla digitalizzazione, sull’accessibilità dei materiali culturali e sulla loro conservazione digitale.
Si tratta di atti non vincolanti, che suggeriscono linee di azione per promuovere la digitalizzazione, l’accessibilità e la conservazione del patrimonio culturale europeo, considerato un elemento chiave per costruire un’identità europea fondata su valori comuni, in grado di contribuire alla crescita economica.
In questo contesto un ruolo fondamentale può essere giocato dagli istituti di tutela del patrimonio culturale (biblioteche accessibili al pubblico, musei, archivi o istituti per il patrimonio cinematografico o sonoro), che, sfruttando le opportunità offerte dalle tecnologie digitali avanzate (tecnologia 3D, intelligenza artificiale, apprendimento automatico, cloud computing, tecnologie dei dati, realtà virtuale e realtà aumentata), possono creare nuove opportunità economiche anche in altri ambiti culturali e creativi (ad esempio nel settore dei videogiochi e delle industrie cinematografiche).
“Diritti d’autore e connessi potrebbero di fatto ostacolare la digitalizzazione e la condivisione del materiale culturale”
Lo scopo della Raccomandazione è incentivare la creazione di uno spazio comune europeo di dati per il patrimonio culturale, aiutando gli istituti di tutela del patrimonio culturale nel percorso di digitalizzazione e conservazione dei beni. A tal fine la Commissione suggerisce di fissare obiettivi chiari, finali e intermedi: in particolare, entro il 2030 gli Stati membri dovrebbero digitalizzare in 3D tutti i monumenti e i siti del patrimonio culturale a rischio e il 50% dei monumenti, degli edifici, dei siti culturali e del patrimonio culturale più visitati fisicamente; entro il 2025 dovrebbero digitalizzare il 40% degli obiettivi globali per il 2030.
Secondo i piani strategici della Commissione, nella realizzazione di tali obiettivi gli istituti di tutela del patrimonio culturale dovrebbero mettere a disposizione i loro beni digitalizzati attraverso la piattaforma Europeana (la biblioteca-archivio e museo digitale d’Europa). Viene inoltre suggerito che i dati derivanti da progetti di digitalizzazione finanziati con fondi pubblici diventino e restino reperibili, accessibili, interoperabili e riutilizzabili, secondo i principi riassunti nell’acronimo FAIR (Findable/Rintracciabili, Accessible/Accessibili, Interoperable/Interoperabili e Re-usable/Riutilizzabili).
LA QUESTIONE DEI DIRITTI D’AUTORE
Il tema che inevitabilmente dovrà essere affrontato dagli operatori, pubblici e privati, è quello relativo ai diritti d’autore e connessi, che potrebbero di fatto ostacolare la digitalizzazione e la condivisione del materiale culturale (libri, riviste, giornali, fotografie, oggetti museali, documenti d’archivio, materiali sonori e audiovisivi, monumenti e siti archeologici).
Sotto tale profilo dovranno essere prese in esame le misure previste dalla direttiva 2019/790 sul diritto d’autore e sui diritti connessi nel mercato unico digitale, recentemente attuata in Italia con il Decreto legislativo 8 novembre 2021, n. 177. Fra le altre, potranno trovare concreta applicazione: le norme sulla digitalizzazione e la diffusione delle opere fuori commercio che gli istituti di tutela del patrimonio culturale hanno nelle loro raccolte; le eccezioni obbligatorie per la realizzazione di copie a fini di conservazione da parte degli istituti di tutela del patrimonio culturale e per l’estrazione di testo e di dati a fini di ricerca scientifica. Un’altra disposizione di particolare interesse è quella relativa al regime giuridico del materiale derivante dalla riproduzione di opere delle arti visive di dominio pubblico.
L’auspicio della Commissione è la creazione di uno spazio comune europeo di dati per il patrimonio culturale, che offrirà agli istituti di tutela del patrimonio culturale la possibilità di sfruttare le dimensioni del mercato unico, stimolando la creatività in vari settori e creando un valore per l’intera economia. La valutazione sul raggiungimento di tali obiettivi e l’eventuale revisione o integrazione delle politiche strategiche sarà effettuata con cadenza biennale sulla base delle informazioni fornite dagli Stati membri.
‒ Raffaella Pellegrino
Articolo pubblicato su Artribune Magazine #64
Abbonati ad Artribune Magazine
Acquista la tua inserzione sul prossimo Artribune
Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati