NFT e mercato dell’arte. Cosa dice la legge
Mentre gli stessi acquirenti faticano a comprendere caratteristiche e limiti degli NFT, non esiste ancora una normativa codificata a livello legale. È evidente la necessità di un dialogo costante fra professionisti del settore giuridico e tecnologico

Anche negli ambienti giuridici è in corso un interessante dibattito sulle implicazioni legali dell’uso degli NFT nel mondo dell’arte, con particolare attenzione ai punti di contatto con la materia del diritto d’autore e con la normativa italiana sui beni culturali. Discipline imprescindibili qualora tale tecnologia sia applicata alla riproduzione digitale di un’opera protetta da diritto d’autore o a un bene culturale che rientra nell’ambito di applicazione del Codice dei beni culturali. Anche di questi temi si è parlato nel corso di un seminario di approfondimento organizzato a ottobre da ALAI Italia (gruppo italiano dell’Association Littéraire et Artistique Internationale) con il Juridical Observatory on Digital Innovation (JODI) dell’Università la Sapienza.

Giuseppe Veneziano. 10 NFT a Cernobbio
“Si rende necessario uno studio continuo che metta in relazione competenze e professionisti del settore giuridico con quelli del settore tecnologico”
COMPRENDERE LA TECNOLOGIA DIGITALE
Il tema non è di semplice e immediata comprensione, sia sul piano tecnologico che legale. Sul piano tecnologico gli NFT esprimono a pieno il fenomeno dell’asimmetria dell’informazione tipica del mercato dell’informatica, caratterizzato dalla differenza di conoscenza tra chi fornisce un prodotto e una tecnologia e chi la utilizza. E infatti non è scontato che il consumatore che acquista un’opera tokenizzata sia pienamente consapevole di tutti gli aspetti tecnici del bene digitale che sta acquistando, quali le modalità di fruizione e di conservazione nel tempo del bene o la natura altamente energivora di tale tecnologia. Al contempo, l’autore dell’opera tokenizzata o l’ente che ha in consegna il bene culturale devono comprendere bene la natura di queste tecnologie, affinché gestiscano nel miglior modo possibile i progetti di digitalizzazione del patrimonio.

NFT Museum
NFT E LEGGE
Sul piano legale, poi, gli aspetti da esaminare sono numerosi: si va dal ruolo e dagli eventuali obblighi informativi delle piattaforme che offrono NFT e altri oggetti digitali, alle licenze per l’uso delle opere tokenizzate. Sotto questo punto di vista si segnala il set di 6 licenze per i progetti NFT denominato Can’t be evil: si tratta di licenze basate sulla legge americana, frutto del lavoro congiunto di un team di legali e di tecnici, rilasciate con licenze creative commons CC0.
Ecco che in un contesto estremamente articolato e in divenire l’unica certezza non è l’esistenza di un quadro normativo certo e puntualmente delineato, ma la necessità di uno studio continuo che metta in relazione competenze e professionisti del settore giuridico con quelli del settore tecnologico, al fine di trovare risposte giuridicamente corrette e basate sulla effettiva comprensione della realtà (digitale).
Raffaella Pellegrino
Articolo pubblicato su Artribune Magazine #69
Abbonati ad Artribune Magazine
Acquista la tua inserzione sul prossimo Artribune
Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati