L’uso dei beni culturali si paga. Le nuove linee guida del Ministero della Cultura
Le tanto discusse linee guida che determinano l’importo per l’uso dei beni culturali hanno subito importanti modifiche, per rendere la loro fruizione più accessibile. Ecco cos’è cambiato
Dopo quasi un anno dalla loro pubblicazione, il Ministero della Cultura ha modificato le Linee guida per la determinazione degli importi minimi dei canoni e dei corrispettivi per la concessione d’uso dei beni in consegna agli istituti e luoghi della cultura statali con decreto del 21 marzo 2024 n. 108 (DM108). Le precedenti linee guida erano state adottate dal MiC nell’aprile 2023 (con D.M. n.161/2023) individuando criteri omogenei per la determinazione degli importi minimi dei canoni di concessione e dei corrispettivi connessi alle riproduzioni dei beni culturali.
La necessità di nuove linee guida
Il DM108 sostituisce integralmente le linee guida del 2023, con l’obiettivo di semplificarle e renderle di più semplice fruizione. La causa di questa revisione può essere ricondotta (anche) alle critiche mosse soprattutto dal mondo accademico e scientifico. Le principali contestazioni riguardavano la poca chiarezza con cui erano individuate le attività “a scopo di lucro” (e dunque soggette all’applicazione di canoni e tariffe) e il sistema di calcolo delle tariffe, ritenuto di difficile comprensione. Inoltre, le linee guida comprendevano espressamente tra le riproduzioni a scopo di lucro anche quelle destinate all’”editoria e riviste scientifiche di settore” e in generale alle “pubblicazioni“.
L’opinione della Corte dei Conti
Anche la Corte dei Conti si è espressa in senso contrario alle precedenti linee guida, considerandole in controtendenza rispetto all’indirizzo assunto dall’Unione Europea e alle indicazioni del Piano Nazionale di Digitalizzazione del patrimonio culturale “su temi centrali connessi allo studio ed alla valorizzazione del patrimonio culturale nazionale, nonché ad una più ampia circolazione delle conoscenze” (Corte dei Conti, Deliberazione 20 ottobre 2023, n. 76/2023/G).
Le nuove linee guida
Venendo al testo delle rinnovate linee guida previste dal DM108, queste si dividono, come le precedenti, in tre sezioni: A) “Riproduzione dei beni“, B) “Uso degli spazi“ all’interno di strutture tutelate e C) “Ipotesi particolari“ di riduzione del canone, introducendo però diverse modifiche. Salta subito all’occhio che, nella sezione A), le pubblicazioni scientifiche e accademiche sono state ora inserite tra le riproduzioni gratuite, insieme ai volumi e alle riviste divulgative e didattiche, ai cataloghi delle mostre (fino a 4.000 copie), ai giornali e periodici nell’esercizio del diritto di cronaca e alle pubblicazioni open access. Per questo tipo di utilizzi, il richiedente dovrà infatti versare il solo rimborso delle spese (quantificato dal DM108) sostenute dall’amministrazione per realizzare la riproduzione (fotocopie, fotografie ecc. dell’opera tutelata come bene culturale). Nessun rimborso sarà invece dovuto se le riproduzioni sono già in possesso del richiedente o da lui ottenute in autonomia (salvo sia necessario l’accesso agli spazi di custodia o il contatto fisico con il bene). Un’altra novità interessante è che dalla sezione A), è stato eliminato il riferimento agli NFT, prediligendo una formulazione più generica che possa – forse – essere più adattabile a nuove forme di riproduzioni digitali delle opere.
Il calcolo delle nuove tariffe
Sempre nella sezione A), riguardo all’uso delle riproduzioni a scopo di lucro, non si parla di “rimborsi” ma di “tariffe“. Infatti, il richiedente è tenuto al pagamento di una tariffa ottenuta moltiplicando (i) il costo unitario delle riproduzioni – stabilito nella tabella relativa ai rimborsi di cui si è detto sopra o fissato forfettariamente in 5 euro nel caso in cui il richiedente sia già in possesso della riproduzione – per (ii) diversi coefficienti stabiliti in funzione dell’uso/destinazione delle riproduzioni o della loro quantità.
Oltre ad una struttura più schematica, per rendere più chiaro il metodo di calcolo del corrispettivo dovuto vengono questa volta forniti esempi e casistiche molto utili (e.g. “una immagine digitale già in possesso del richiedente per realizzare una campagna pubblicitaria da parte di una multinazionale da diffondere su tutti i media (web, quotidiani, spazi pubblici, spot televisivi) Tariffa applicata: 1 x 5,00 x 10 x 5 x 10 x 10 x 10 = 250.000,00 euro“).
Le nuove misure sulla concessione di spazi e sulla riduzione del canone
Passando invece alla sezione B), sulla concessione d’uso di spazi all’interno di strutture tutelate, le linee guida distinguono in base a: (i) uso degli spazi per finalità istituzionali, (ii) uso individuale, (iii) eventi musicali e di spettacolo. Quest’ultimo punto presenta una novità, consentendo che, in caso di eventi musicali e spettacoli di alta qualità artistica organizzati da enti supervisionati dal MiC, l’autorità competente possa valutare di ridurre o eliminare il canone dovuto. Il DM108 ha infine modificato la Sezione C), secondo cui l’autorità che ha in consegna il bene può valutare una riduzione del canone, arrivando anche ad azzerarlo. Alle “Ipotesi particolari” già previste è stato aggiunto il caso della promozione del patrimonio culturale meno conosciuto e quello della realizzazione di prodotti editoriali con utilizzo di un elevato numero di immagini che riproducono beni culturali.
Diverse dunque le modifiche ma, come previsto dallo stesso DM108, non è escluso che il MiC possa in futuro adottare direttive più dettagliate e, se necessario, operare una ulteriore revisione a seguito del monitoraggio delle rinnovate linee guida.
Maria Beatrice Guardì
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