Fiere d’inverno. Arco a Madrid
Sta per prendere il via la 36esima edizione della fiera madrilena. Con un focus sull’Argentina e un alto tasso di adesioni da parte delle gallerie internazionali. Senza dimenticare gli altri appuntamenti fieristici, che animeranno la città con una serie di proposte multidisciplinari. Sipari alzati, per il grande pubblico, dal 24 al 26 febbraio.
Ad Arco Madrid è l’anno dell’Argentina. La fiera dell’arte contemporanea spagnola conferma ancora una volta la sua specifica vocazione latinoamericana, come porta d’accesso in Europa delle ultime (e non solo ultime) tendenze provenienti dal Sudamerica, continente con il quale la Spagna condivide storicamente molto di più della lingua di Cervantes.
Dopo il successo di Messico (2004), Brasile (2008) e Colombia (2015), tocca ora a dodici gallerie di Buenos Aires rappresentare ventitré artisti argentini all’interno del programma commissariato da Inés Katzenstein, direttrice e fondatrice del Dipartimento di arte dell’Università Torcuato di Tella di Buenos Aires. La sezione Plataforma Argentina è realizzata in collaborazione con la fiera ArteBa e si avvale del supporto diretto del ministero della Cultura, presieduto dal giornalista Pablo Avelluto.
“Siamo un grande paese contemporaneo, che sta abbandonando l’idea nostalgica di se stesso”, ha commentato lo stesso ministro Avelluto presentando a Madrid l’evento. “L’arte argentina riflette oggi una generale messa in discussione dei luoghi comuni della nostra cultura che, attraverso il suo enorme potenziale presente, non assomiglia a quella di nessun altro Paese, ma nel contempo parla un linguaggio universale”. “A Madrid non ci sentiamo ospiti – ha concluso il ministro –, al contrario crediamo nell’opportunità di fortificare le relazioni diplomatiche ed economiche con la Spagna proprio attraverso la cultura. La sfida sta nella selezione delle proposte, perché il panorama è davvero vastissimo”.
LE SEZIONI
Plataforma Argentina offre infatti, da un lato, i lavori più recenti di artisti già affermati a livello internazionale – come Alberto Greco, Eduardo Stupia e Mirtha Dermisache –, mentre dall’altro propone un’interessante vetrina sulle novità, alla scoperta di nomi meno noti, come quelli di Diego Bianchi, Pablo Accannelli o Sol Pipkin. Dentro e fuori la fiera, si sentirá parlare tantissimo anche di Jorge Macchi, Eduardo Navarro, Luis Garay, Leandro Katz, Guillermo Navone, Ana Gallardo, Mariela Scafati, Matias Duville, Adriana Minoliti, Carlos Huffmann e Guillermo Kuitca, solo per citare alcuni tra i tanti nomi interessanti della scena artistica contemporanea di Buenos Aires e dintorni.
Un’ampia scelta di proposte made in Argentina è presente anche nella sezione Diálogos, composta da altre dodici gallerie provenienti da tutto il mondo, selezionate da María De Corral, Lorena Martínez e Catalina Lozano con lo scopo appunto di creare un dialogo inedito e stimolante fra artisti diversi per provenienza, generazione e contesto geo-culturale.
Anche il governo argentino è parte attiva in Arco 2017. Nel padiglione 7 di Ifema, infatti, uno stand istituzionale accoglierà, il 23 febbraio, la visita ufficiale del presidente Mauricio Macri, che con sua moglie inaugura la fiera insieme alla coppia reale spagnola. Oltre agli ospiti istituzionali, tale spazio è destinato a tavole rotonde, interviste pubbliche e momenti di approfondimento tematico intorno al mercato dell’arte, in Argentina come nel resto dell’America Latina.
UNA FIERA IN SALUTE
La trentaseiesima edizione di Arco sembra dunque godere di ritrovata salute. “Per il 2017 abbiamo ricevuto un numero superiore di richieste di partecipazione” – conferma Carlos Urroz, direttore della fiera – “e ciò significa non solo che il settore è in recupero, ma soprattutto che in Spagna si sta tornando a investire in arte”. Alcune gallerie raddoppiano il proprio stand, dentro e fuori le sezioni commissariate, mentre una quindicina di galleristi hanno scelto di investire in un Progetto speciale per Arco 2017: coinvolgendo un proprio artista di punta nella realizzazione di un’opera, un lavoro quasi site specific, pensato cioè per assumere particolare visibilità oltre il singolo stand, all’interno degli spazi della fiera. Tra questi troveremo il mallorquino Bernadí Roig da Max Estrella, il grande David Hockney dalla parigina Lelong, i cubani Los Carpinteros da Peter Kilchmann e, nello stand della galleria spagnola F2, il giovane italiano Andrea Zucchini (classe 1987), attivo in ambito anglosassone.
BUDGET, GALLERIE ED EVENTI COLLATERALI
Anche quest’anno, dunque, formula organizzativa, budget di investimento (4,5 milioni di euro) e numero delle gallerie presenti in fiera (200 in tutto) non variano di molto rispetto all’edizione precedente. Il 65% delle gallerie del programma generale sono straniere, la maggior parte scelgono di presentare il lavoro solo di un paio di artisti, tra le quali segnaliamo i graditi ritorni della londinese Lisson – con due star come Ai Weiwei e Anish Kapoor – degli svizzeri Hauser & Wirth (con opere di Louise Bourgeois e Jenny Holzer) e del parigino Michel Rein, con uno stand dedicato alla brasiliana Maria Thereza Alves e al catalano Jordi Colomer.
Rispetto alle passate edizioni, nei padiglioni 7 e 9 di Ifema diminuisce invece la presenza di stand dove si parla italiano. Solo sei, e sempre le stesse, le gallerie presenti nel programma generale: Giorgio Persano da Torino, Studio Trisorio da Napoli, Enrico Ostuni da Bologna, la milanese Ida Pisani, l’ormai internazionale Galleria Continua di San Gimignano, e, sempre da Bologna, la galleria P420. Nessuna presenza del made in Italy, però, né nella sezione Dialogos né in Opening, la parte della fiera riservata alle gallerie più giovani, con una traiettoria inferiore ai sette anni di attività.
Come sempre nutritissimo, invece, il programma riservato ai professionisti del settore, direttamente invitati da Ifema, l’ente fiera madrileno. Tra dibattiti, incontri con artisti e curators, visite esclusive a collezioni private, quest’anno sono attesi a Madrid 250 collezionisti provenienti da tutto il mondo, oltre a 150 direttori di musei e di istituzioni culturali pubbliche e private. Si ripete infine anche il programma d’ospitalità per giovani collezionisti, una trentina in tutto, destinati a rinnovare la schiera degli acquirenti di domani.
Infine, tra i partner oramai consolidati della fiera, Illy Caffè rinnova a Madrid il suo impegno per l’arte promuovendo la decima edizione del Premio Illy Sustainart: un investimento di 15mila euro stanziati per premiare il lavoro di artisti dell’area latinoamericana nati prima del 1970 e provenienti da Paesi emergenti produttori di caffè.
LE ALTRE FIERE
L’appuntamento annuale con Arco Madrid è ormai sinonimo di una serie di altre fiere, più piccole per dimensione ma simili per format, sparse per la città. La prima a nascere, dodici anni fa, è ArtMadrid, che si tiene sotto la galleria di cristallo di Centro Centro, il Palacio de Cibeles sede del Comune della capitale. Quest’anno ospita 43 gallerie, di cui 12 straniere, tra le quali le italiane Arionte Arte Contemporanea, di Catania, e la torinese Galleria Unique. La sezione One Project (otto artisti con solo show) e un programma parallelo dedicato ad arte & tecnologia completano una manifestazione di qualità, più tradizionale nelle scelte dei curatori, con un’offerta che si mantiene perlopiù in una linea commerciale.
Giunta all’ottava edizione, Just Mad si caratterizza invece per essere la fiera più dinamica, indipendente e all’avanguardia, con uno specifico interesse per gli artisti emergenti in ambito internazionale (in particolare sudamericani), selezionati dal commissario Gregorio Camara, insieme con la venezuelana Isabel Villanueva e il belga Tim Goossens. Gli spazi del Coam – sede dell’ordine degli architetti – ospitano quest’anno un percorso nuovo, meno dispersivo. Unica galleria italiana in lista è la romana White Noise, con opere tra gli altri dello scultore Pietro Zucchi; fra le novità, c’è una sezione dedicata alle gallerie che trattano il genere new media, mentre il programma Just Residence è affidato al cubano Carlos Garaicoa, con la partecipazione di nove artisti provenienti da sette paesi diversi.
DISEGNO E NEW CONTEMPORARY ART
Piccole fiere crescono all’ombra di Arco Madrid. È il caso di Drawing Room, rassegna dedicata al disegno d’autore che ha timidamente debuttato l’anno scorso riscuotendo un inaspettato successo di pubblico e di critica (inclusi soddisfacenti dati di vendita).
Ideata e diretta da Mónica Álvarez Careaga – curatrice spagnola attiva anche in Italia nell’ambito di SetUp Bologna e di Mia Photo Fair Milano –, la fiera del disegno quest’anno replica formato e numero di gallerie (21 in tutto, 9 straniere e 12 spagnole), e riserva una sezione all’Italia, paese rappresentato da cinque gallerie. In uno spazio commerciale della centralissima Calle Velazquez, nell’elegante quartiere dello shopping di Salamanca, Drawing Room è l’occasione forse unica di vedere riunite opere di un genere, quello del disegno contemporaneo, che piace sempre più a critici e collezionisti proprio perché è una forma di espressione immediata, primigenia e prodotta in pezzi unici (oltretutto dai prezzi contenuti).
La sezione dedicata all’Italia è curata da Antonio De Falco, commissario indipendente, si intitola Ritorno al disegno e comprende quattro gallerie che presentano sette artisti nati tra il 1973 e il 1983. Le gallerie sono Modena D 406 fedeli alla linea, Martina’s Gallery di Seregno, Doppelgaenger di Bari e Bi-Box Art Space di Cuneo. Gli artisti Bruno Cerasi, Ericalcane, Laurina Peperina, Marta Roberti, Enrico Tealdi, Nicola Toffolini e Anna Taurina. In contemporanea, lo stesso De Falco cura la piccola mostra Linee Forti. Disegnando la provocazione, concepita come prolungamento ideale delle proposte italiane in fiera e ospitata nell’Espacio sin titulo della Cano Estudio Art Gallery, con la partecipazione degli artisti Danilo Buccella, Anna Turina e Gilberto Giovangioli.
Novità assoluta, debutta a Madrid per Arco 2017 Urvanity, la prima fiera esclusivamente dedicata alla new contemporary art, genere a metà strada fra la Street Art e il lavoro in studio. Centralissimo, ma poco noto, il Palacio de Neptuno dove si svolge la kermesse dedicata a questa forma d’arte urbana giovanissima e all’avanguardia, tra cui spiccano una piccola monografica dedicata a Banksy al fianco di opere di Jef Aerosol, JonOne e D*Face. Tra le 17 gallerie presenti a Madrid dal 23 al 26 di febbraio anche la milanese The Don Gallery.
Federica Lonati
www.arco.ifema.es
www.art-madrid.com
www.justamad.es
www.drawingroom.es
www.urvanity-art.com
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